Il teatro del possibile. Per un teatro contemporaneo a Siracusa, tra didattica e città

A scene, a square, a carpet of theaters. An urban place that is representative of the Syracusan identity, which knows how to express that genius loci that modern development seems to have forgotten: this is the objective that the thesis proposes. Assumed the realization of a widespread university system as a possible guarantor of that cultural artistic palimpsest that is Syracuse, the choice to realize a 'Theater Academy arises from the recognition of the deep bond that has been established between the place and the theatrical practice since ancient times, as well as the objective necessity to institutionalize and give space to the numerous city theatrical companies. The project thus becomes a pretext for a more accurate investigation of what it means to do theater today and on what forms the theater building can take in an era that has seen the theater come out of theaters by rejecting the now canonical nineteenth-century model to invade the spaces of everyday life. The project of a theater, apparently inadequate, however, finds an answer in the urban development of Syracuse: the city, for centuries built up and under itself in an extraordinary continuity with its past, since the twentieth century has instead expanded without any relationship with its history, or with the territory, giving rise to a boundless periphery that today needs to rebalance the relationship between public and private and to find a dialogue with the important archaeological pre-existences. Starting from these considerations, the terrace overlooking the greek theater has been chosen as project area for its chance to become a reference point for the surrounding neighborhoods and, more importantly, the engine of an enhancement of the Neapolis park. In the will to dialogue with archeology, starting from the traces of the Ieronian complex that once occupied the area, and then from the study of the various surveys carried out during the '900, we proceeded to a hypothetical reconstruction of the ancient sanctuary to steer us in compositional choices. Following that "Syracusan way" ready to use the past to build and legitimize future buildings, the Academy and the Theater seek the spatiality of the ancient complex without mimetically reproducing it and keeping in mind the relationship with the orography as the founding architecture Greek and Syracusan in particular. An elementary and complex project that seeks its reasons in its essential relationship with history, theme and place. A project that, looking for continuity, offers itself as a possibility for the future of the theater and the suburbs, without giving up being a memory of the past.

Una scena, una piazza, un tappeto di teatri. Un luogo urbano che sia rappresentativo dell’identità siracusana, che sappia esprimere quel genius loci che lo sviluppo moderno sembra aver dimenticato: questo l’ obbiettivo che la tesi si propone. Assunta la realizzazione di un sistema universitario diffuso come possibile garante di quel palinsesto artistico culturale che è Siracusa, la scelta di realizzare un’ Accademia di Teatro nasce dal riconoscimento del profondo legame che fin dall’antichità si è instaurato tra il luogo e la pratica teatrale, nonché dall’oggettiva necessità di istituzionalizzare e dare spazio alle numerose compagnie teatrali cittadine. Il progetto diventa così il pretesto per una più accurata indagine su cosa significhi fare teatro oggi e su quali forme possa assumere l’edificio teatrale in un’epoca che ha visto il teatro uscire dai teatri rifiutando l’ormai canonico modello ottocentesco per invadere gli spazi della quotidianità. La realizzazione di un teatro, all’apparenza inadeguata, trova tuttavia risposta nello sviluppo urbano di Siracusa: la città, per secoli costruitasi su e sotto se stessa in una straordinaria continuità con il suo passato, a partire dal XX secolo si è invece espansa senza più alcun rapporto con la sua storia, né con il territorio, dando vita ad una sconfinata periferia che necessita oggi di riequilibrare il rapporto tra pubblico e privato e di trovare un dialogo con le importanti preesistenze archeologiche. A partire da queste considerazioni si è individuata come area di progetto la terrazza sovrastante il teatro greco per la possibilità del complesso da insediarvisi di diventare punto di riferimento per i quartieri limitrofi e, ancor più importante, motore di una valorizzazione del parco della Neapolis. Nella volontà di dialogare con l’archeologia, a partire dalle tracce del complesso ieroniano che un tempo occupava la suddetta area, e quindi dallo studio dei diversi rilievi effettuati nel corso del ‘900, si è dunque proceduto ad un’ipotetica ricostruzione dell’antico santuario cosicché il fare antico potesse indirizzare alcune scelte compositive. Seguendo quel “modo siracusano” pronto a servirsi del passato per costruire e legittimare le costruzioni future, l’Accademia e il Teatro ricercano la spazialità dell’antico complesso senza riprodurlo mimeticamente e tenendo sempre presente il rapporto con l’orografia come fondante l’architettura greca e siracusana in particolare. Un progetto elementare e complesso che cerca le sue ragioni nell’imprescindibile rapporto con la storia, il tema ed il luogo. Un progetto che, ricercando la continuità, si offre come possibilità per il futuro, del teatro come delle periferie, senza rinunciare ad essere memoria del passato.