The dissertation is divided into two parts, in order to be understood they need a recomposition. The written part, contained in this text, is a testimony of the theoretical research that has been conducted on the various topics covered during the drafting of the project, it is a sort of logbook. Each chapter is a short essay and can be read independently from the others. The topics investigate the relationship between the practice of living and the condition of life imposed by the city. Public spaces, the relationship with the administration, the denied relationship with construction, they are all issues that deal in different ways with the connection between identity and place, between practice and awareness. The choice of working on the Parco Trotter has three reasons: it is a direct approach between experience and learning, a very precious modality, in a social context extremely rich in differences. The culture of "doing" is the basis for understanding, according to this text, our society is in extreme need.The second concerns the urban condition in which the park is located, between via Padova and viale Monza, bounded on the north by the wall of the railway branch that arrives at Stazione Centrale; in fact, even though the park has extraordinary qualities inside it, the proximity to the infrastructures, generates a set of residual spaces, complex to design, but which constitute a contemporary material for the practice of the project. The desire to transform the waste into a resource, the place of abandonment in place of experience, is a fundamental strategic principle for this work. Lastly, the desire to be part of a process already underway, that of reorganizing the building of the former boarding school, is in the first place useful to anticipate that ever-present temporal disruption between the need of the community and the project's response secondly, it is not necessary to limit the investments of the municipality to the individual building, but as an opportunity for a deeper transformation. The project identifies a public path that follows the limit of the park, now occupied by the brick wall dating back to the first half of the twentieth century. The expansion of the limit, allows a crossing of the park even during the closing hours due to the activity of the school. Along the way have been identified three areas where to intensify the project, on via Padova in front of the former boarding school building, a convivial public space has been designed that allows a direct entrance to the building that will host the school next year. On via Giacosa, designing the space that had been acquired in the seventies by the City of Milan, an outdoor exhibition space was conceived, where the community's history of the park and the activities that take place within it, supported by a part from the Acqua Potabile building, the head portion of the "museal" function and the other from the Tarra pavilion, dedicated to listening rooms. Between via Felicità Morandi and the railroad wall, all the unused pre-existences that make up the area to the north-east of the park have been reactivated. In the two buildings that now host the secondary school are demolished the non-structural parts and in the existing frame is inserted a more efficient envelope from a technological point of view, and is supported by a new cover able to illuminate the space in a way more suited to the activities that take place inside it, a theater is built ex-novo, which allows to define a typological system at court, more oriented to the harmonious relationship with nature and to sharing experiences. For the buildings of the former kitchens and the former theater there is a selective demolition, thus maintaining the trace in plan but transforming them into outdoor work spaces. The buildings host work spaces dedicated to the arts and crafts. A path therefore, where outdoor areas and buildings define a landscape of sharing those experiences and identities that make up the urban system.

L'elaborato di tesi è diviso in due parti, per essere comprese necessitano di una ricomposizione. La parte scritta, contenuta in questo testo, è una testimonianza della ricerca teorica che è stata condotta sui vari argomenti trattati durante stesura del progetto, è una sorta di diario di bordo. Ogni capitolo è un saggio breve e può essere letto in autonomia rispetto agli altri. Gli argomenti trattati indagano il rapporto tra la pratica dell'abitare e la condizione di vita imposta della città. Gli spazi pubblici, il rapporto con l'amministrazione, quello negato con la costruzione, sono tutte tematiche che trattano in modi diversi la relazione tra identità e luogo, tra pratica e consapevolezza. La scelta di lavorare sul parco Trotter ha tre radici: la prima è relativa alla storia del parco, alle modalità didattiche attivistiche, che promuovono un rapporto diretto tra esperienza e apprendimento, modalità preziosissima, soprattutto in un quadro sociale estremamente ricco di differenze. La cultura del “fare” come base per la sensibilizzazione alla risorsa comune e alla condivisione è una pratica contemporanea, di cui, secondo questo testo, la nostra società ha un estremo bisogno. La seconda concerne la condizione urbana in cui si trova il parco, tra via Padova e viale Monza, delimitato a nord dal muro della diramazione della ferrovia che arriva a Stazione Centrale; infatti per quanto il parco presenti al suo interno delle qualità straordinarie, la vicinanza alle infrastrutture, genera un'insieme di spazi residuali, complessi da progettare, che però costituiscono un materiale attuale per la pratica del progetto. La volontà di trasfigurare lo scarto in risorsa, il luogo dell'abbandono in luogo dell'esperienza, è un principio strategico fondamentale per questo lavoro. Per ultimo, la volontà di inserirsi all'interno di un processo già in atto, quello della risistemazione dell'edificio dell'ex convitto, in primo luogo è utile per anticipare quello scardinamento temporale, sempre presente, tra bisogno della comunità e risposta del progetto, in secondo luogo serve non limitare gli investimenti del comune al singolo edificio, ma come occasione per una trasformazione più profonda. Il progetto identifica un percorso pubblico che ricalca il limite del parco, ora occupato dal muro in mattoni risalente alla prima metà del XX secolo. La dilatazione del limite, permette un attraversamento del parco anche negli orari di chiusura dovuti all'attività della scuola. Lungo il percorso sono state identificate tre aree dove intensificare il progetto, su via Padova di fronte all'edificio dell'ex convitto, è stato progettato uno spazio conviviale, pubblico, che permetta un ingresso diretto all'edificio che ospiterà dal prossimo anno le scuole medie. Su via Giacosa, disegnando lo spazio che era stato acquisito negli anni settanta dal Comune di Milano, è stato pensato uno spazio espositivo all'aperto, dove condividere con la comunità la storia del parco e le attività che si svolgono al suo interno, sostenuto da una parte dall'edificio dell'ex acqua potabile, porzione di testa della funzione “museale” e dall'altra dal padiglione Tarra, dedicato ad aule per l'ascolto. Tra via Felicità Morandi e il muro della ferrovia, sono state riattivate tutte quelle preesistenze inutilizzate, che compongono l'area a nord-est del parco. Ai due edifici che ospitano ora le scuole medie vengono demolite le parti non strutturali e nel telaio preesistente viene inserito un involucro più efficiente da un punto di vista tecnologico, e viene appoggiata una nuova copertura in grado di illuminare lo spazio in modo più consono alle attività che si svolgono al suo interno, viene costruito ex-novo un teatrino, che permette di definire un sistema tipologico a corte, più orientato al rapporto armonioso con la natura e alla condivisione delle esperienze. Per gli edifici delle ex cucine e dell'ex teatrino è prevista una demolizione selettiva, mantendone quindi la traccia in pianta ma trasformandoli in spazi di lavoro all'aperto. Gli edifici ospitano spazi di lavoro dedicati alle arti e all'artigianato. Un percorso dunque, dove aree all'aperto ed edifici definiscono un paesaggio della condivisione di quelle esperienze e di quelle identità, che compongono il sistema urbano.

La città degli altri. Esperienza e riparazione come pratiche progettuali

ZADRA, MICHELE
2016/2017

Abstract

The dissertation is divided into two parts, in order to be understood they need a recomposition. The written part, contained in this text, is a testimony of the theoretical research that has been conducted on the various topics covered during the drafting of the project, it is a sort of logbook. Each chapter is a short essay and can be read independently from the others. The topics investigate the relationship between the practice of living and the condition of life imposed by the city. Public spaces, the relationship with the administration, the denied relationship with construction, they are all issues that deal in different ways with the connection between identity and place, between practice and awareness. The choice of working on the Parco Trotter has three reasons: it is a direct approach between experience and learning, a very precious modality, in a social context extremely rich in differences. The culture of "doing" is the basis for understanding, according to this text, our society is in extreme need.The second concerns the urban condition in which the park is located, between via Padova and viale Monza, bounded on the north by the wall of the railway branch that arrives at Stazione Centrale; in fact, even though the park has extraordinary qualities inside it, the proximity to the infrastructures, generates a set of residual spaces, complex to design, but which constitute a contemporary material for the practice of the project. The desire to transform the waste into a resource, the place of abandonment in place of experience, is a fundamental strategic principle for this work. Lastly, the desire to be part of a process already underway, that of reorganizing the building of the former boarding school, is in the first place useful to anticipate that ever-present temporal disruption between the need of the community and the project's response secondly, it is not necessary to limit the investments of the municipality to the individual building, but as an opportunity for a deeper transformation. The project identifies a public path that follows the limit of the park, now occupied by the brick wall dating back to the first half of the twentieth century. The expansion of the limit, allows a crossing of the park even during the closing hours due to the activity of the school. Along the way have been identified three areas where to intensify the project, on via Padova in front of the former boarding school building, a convivial public space has been designed that allows a direct entrance to the building that will host the school next year. On via Giacosa, designing the space that had been acquired in the seventies by the City of Milan, an outdoor exhibition space was conceived, where the community's history of the park and the activities that take place within it, supported by a part from the Acqua Potabile building, the head portion of the "museal" function and the other from the Tarra pavilion, dedicated to listening rooms. Between via Felicità Morandi and the railroad wall, all the unused pre-existences that make up the area to the north-east of the park have been reactivated. In the two buildings that now host the secondary school are demolished the non-structural parts and in the existing frame is inserted a more efficient envelope from a technological point of view, and is supported by a new cover able to illuminate the space in a way more suited to the activities that take place inside it, a theater is built ex-novo, which allows to define a typological system at court, more oriented to the harmonious relationship with nature and to sharing experiences. For the buildings of the former kitchens and the former theater there is a selective demolition, thus maintaining the trace in plan but transforming them into outdoor work spaces. The buildings host work spaces dedicated to the arts and crafts. A path therefore, where outdoor areas and buildings define a landscape of sharing those experiences and identities that make up the urban system.
DENTIS, EMANUELA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2016/2017
L'elaborato di tesi è diviso in due parti, per essere comprese necessitano di una ricomposizione. La parte scritta, contenuta in questo testo, è una testimonianza della ricerca teorica che è stata condotta sui vari argomenti trattati durante stesura del progetto, è una sorta di diario di bordo. Ogni capitolo è un saggio breve e può essere letto in autonomia rispetto agli altri. Gli argomenti trattati indagano il rapporto tra la pratica dell'abitare e la condizione di vita imposta della città. Gli spazi pubblici, il rapporto con l'amministrazione, quello negato con la costruzione, sono tutte tematiche che trattano in modi diversi la relazione tra identità e luogo, tra pratica e consapevolezza. La scelta di lavorare sul parco Trotter ha tre radici: la prima è relativa alla storia del parco, alle modalità didattiche attivistiche, che promuovono un rapporto diretto tra esperienza e apprendimento, modalità preziosissima, soprattutto in un quadro sociale estremamente ricco di differenze. La cultura del “fare” come base per la sensibilizzazione alla risorsa comune e alla condivisione è una pratica contemporanea, di cui, secondo questo testo, la nostra società ha un estremo bisogno. La seconda concerne la condizione urbana in cui si trova il parco, tra via Padova e viale Monza, delimitato a nord dal muro della diramazione della ferrovia che arriva a Stazione Centrale; infatti per quanto il parco presenti al suo interno delle qualità straordinarie, la vicinanza alle infrastrutture, genera un'insieme di spazi residuali, complessi da progettare, che però costituiscono un materiale attuale per la pratica del progetto. La volontà di trasfigurare lo scarto in risorsa, il luogo dell'abbandono in luogo dell'esperienza, è un principio strategico fondamentale per questo lavoro. Per ultimo, la volontà di inserirsi all'interno di un processo già in atto, quello della risistemazione dell'edificio dell'ex convitto, in primo luogo è utile per anticipare quello scardinamento temporale, sempre presente, tra bisogno della comunità e risposta del progetto, in secondo luogo serve non limitare gli investimenti del comune al singolo edificio, ma come occasione per una trasformazione più profonda. Il progetto identifica un percorso pubblico che ricalca il limite del parco, ora occupato dal muro in mattoni risalente alla prima metà del XX secolo. La dilatazione del limite, permette un attraversamento del parco anche negli orari di chiusura dovuti all'attività della scuola. Lungo il percorso sono state identificate tre aree dove intensificare il progetto, su via Padova di fronte all'edificio dell'ex convitto, è stato progettato uno spazio conviviale, pubblico, che permetta un ingresso diretto all'edificio che ospiterà dal prossimo anno le scuole medie. Su via Giacosa, disegnando lo spazio che era stato acquisito negli anni settanta dal Comune di Milano, è stato pensato uno spazio espositivo all'aperto, dove condividere con la comunità la storia del parco e le attività che si svolgono al suo interno, sostenuto da una parte dall'edificio dell'ex acqua potabile, porzione di testa della funzione “museale” e dall'altra dal padiglione Tarra, dedicato ad aule per l'ascolto. Tra via Felicità Morandi e il muro della ferrovia, sono state riattivate tutte quelle preesistenze inutilizzate, che compongono l'area a nord-est del parco. Ai due edifici che ospitano ora le scuole medie vengono demolite le parti non strutturali e nel telaio preesistente viene inserito un involucro più efficiente da un punto di vista tecnologico, e viene appoggiata una nuova copertura in grado di illuminare lo spazio in modo più consono alle attività che si svolgono al suo interno, viene costruito ex-novo un teatrino, che permette di definire un sistema tipologico a corte, più orientato al rapporto armonioso con la natura e alla condivisione delle esperienze. Per gli edifici delle ex cucine e dell'ex teatrino è prevista una demolizione selettiva, mantendone quindi la traccia in pianta ma trasformandoli in spazi di lavoro all'aperto. Gli edifici ospitano spazi di lavoro dedicati alle arti e all'artigianato. Un percorso dunque, dove aree all'aperto ed edifici definiscono un paesaggio della condivisione di quelle esperienze e di quelle identità, che compongono il sistema urbano.
Tesi di laurea Magistrale
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