In the first part of this thesis we show an elaborations were based on the creation of indices that, by assigning thresholds aimed at selecting super-extreme events, have allowed us to identify 'sensitive' geographical areas in Italy. Furthermore, we have extended our research in Spain and France where he possibility of identifying more general areas of vulnerability to the storm in the western part of the Mediterranean basin has also been discussed, by applying severity indexes to databases that can be used on all Mediterranean countries. In the last part of this paper, we describe and analyze the technical documents, Disaster Reports (DRs), drawn up locally after relevant extreme weather events; subsequently we present tools to integrate these documents in order to improve risk knowledge and awareness. The main strategy adopted is the use of a narrative approach which turns DRs into tales with a precise storyline which is more accessible and attractive for the general public. The storyline approach is used to represent the whole sequence of events during a flood; instead of using ‘static’ risk mapping, a storyline should consider the possible sequences of events during the event and the recovery phase. To exemplify the evolution of technical documents, we propose the application of the storytelling approach to the analysis of three particular events of flash flooding: i) Amalfi coast, 25/26 October 1954, ii) Genoa, 4 November 2011, and iii) Sardinia region, 18 November 2013. The Amalfi coast is located in the region Campania which is the region with the largest societal landslide risk in Italy, while the city of Genoa, in the region Liguria, and the region Sardinia both have a high density of floods per square kilometer.

E'giudizio ampiamente condiviso che la carenza di conoscenze scientifiche di base nella popolazione può portare a una ridotta percezione del rischio di alluvione. Negli ultimi anni i grandi nubifragi si sono rivelati una importante causa di vittime da eventi naturali. Per l’Italia, dati sistematici sono raccolti dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica – IRPI del CNR che, nel database Polaris (Popolazione a Rischio da Frana ed Inondazione in Italia) segnala come le piene improvvise siano la causa prevalente di vittime da alluvione. L’impatto mediatico di questi avvenimenti è ormai notevole, ma da solo non sufficiente a costituire informazione utile per la popolazione. Pur non sottovalutando la gravità delle possibili conseguenze di un forte temporale, la popolazione non è informata di quali attività può continuare a svolgere senza pericolo e di quali invece potrebbero rivelarsi potenzialmente fatali. In generale, in Italia, la maggior parte della popolazione considera i terremoti come l’evento più temibile, seguito dalle alluvioni, frane e attività vulcanica. Non a caso, gran parte degli sforzi educativi sono stati tradizionalmente indirizzati alla prevenzione dei danni da terremoto. Di conseguenza, resta bassa l’informazione sui rischi da nubifragio, nonostante gli eventi idrologico-geologici (frane e alluvioni) siano molto più frequenti degli eventi geofisici (terremoti e attività vulcanica) e possano essere localizzati praticamente ovunque. In questo lavoro viene presentata un’analisi a diversi livelli sul rischio da nubifragio e su alcune modalità per migliorarne la prevenzione. In primo luogo si riassumono caratteristiche oggettive di pericolosità idrologica sul territorio italiano, mediante determinazione empirica delle aree più colpite in passato. Tale ricostruzione è basata sull’elaborazione di banche dati relative agli eventi pluviometrici storici in Italia, finora poco indagate alla scala complessiva nazionale. Le elaborazioni sono state basate sulla creazione di indici che, tramite attribuzione di soglie finalizzate a selezionare eventi super-estremi, hanno consentito di individuare aree geografiche ‘sensibili’ sul territorio nazionale. Si è anche discussa la possibilità di individuare ambiti più generali di vulnerabilità al nubifragio sul comparto occidentale del bacino del Mediterraneo, mediante applicazione di indici di severità a banche dati potenzialmente utilizzabili su tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo. L’applicazione è fatta in Spagna e Francia e fornisce spunti di interesse per ulteriori approfondimenti. Con riferimento al territorio italiano, all’interno delle aree ‘sensibili’ individuate si è indirizzata una serie di approfondimenti presentati nel secondo capitolo del lavoro. In questo secondo capitolo, con l’intento di mettere in evidenza caratteristiche utili a formare una coerente base per una utile informazione alla popolazione, sono stati 8 esaminati approfonditamente tre eventi emblematici accaduti nelle aree sopra evidenziate. Gli eventi presentano caratteristiche idrometeorologiche simili ma sono volutamente molto diversi tra loro e lontani sia nel tempo che nello spazio: Costiera Amalfitana nel 1954, Genova nel 2011 e Sardegna nel 2013. Le diversità sono volute, in quanto è ricercata una matrice comune a situazioni molto diverse degli effetti al suolo di piogge estremamente gravose. In particolare, diversi elementi documentali sugli eventi emblematici sono stati raccolti e rielaborati allo scopo di proporre materiale per una presentazione degli eventi alla popolazione, nella modalità del ‘Racconto di Evento’. Più specificatamente, si passa dal riesame delle analisi meteo-idro-pluviometriche a varie modalità di documentazione video-fotografica. La raccolta e rielaborazione di materiale documentale ha consentito di collegare diverse categorie di immagini, video e ricostruzioni semplificate a reali casistiche di pericolo collegato agli effetti al suolo dei nubifragi. Scopo ultimo della costruzione di queste diverse esemplificazioni è esercitare un impatto visivo con evidente contenuto informativo, atto a costruire una cultura dell’auto-protezione nella popolazione, in particolare di quella di età piu’ giovane. Nel terzo capitolo si esemplifica la costruzione di una traccia coerente di ‘narrazione’ dell’evento confrontandola alla usuale descrizione tecnica a tutt’oggi in uso presso le istituzioni preposte alla protezione civile. L’uso del formato di narrazione, che ha dimostrato di essere efficace in vari casi in cui era richiesto di suscitare attenzione e consapevolezza, viene qui presentato suggerendo la trasformazione dei Rapporti d’Evento in Racconti con una trama precisa e -soprattutto- supportati da contenuti visivi e multimediali. La finalità è quella di semplificare (senza banalizzare) la spiegazione delle cause degli effetti al suolo delle piogge molto intense e attivare, sul lungo termine, reazioni istintive corrette in caso di potenziale pericolo alluvionale.

Il contributo della conoscenza nella prevenzione dei rischi associati ai grandi nubifragi

MACCHIA, STEFANO

Abstract

In the first part of this thesis we show an elaborations were based on the creation of indices that, by assigning thresholds aimed at selecting super-extreme events, have allowed us to identify 'sensitive' geographical areas in Italy. Furthermore, we have extended our research in Spain and France where he possibility of identifying more general areas of vulnerability to the storm in the western part of the Mediterranean basin has also been discussed, by applying severity indexes to databases that can be used on all Mediterranean countries. In the last part of this paper, we describe and analyze the technical documents, Disaster Reports (DRs), drawn up locally after relevant extreme weather events; subsequently we present tools to integrate these documents in order to improve risk knowledge and awareness. The main strategy adopted is the use of a narrative approach which turns DRs into tales with a precise storyline which is more accessible and attractive for the general public. The storyline approach is used to represent the whole sequence of events during a flood; instead of using ‘static’ risk mapping, a storyline should consider the possible sequences of events during the event and the recovery phase. To exemplify the evolution of technical documents, we propose the application of the storytelling approach to the analysis of three particular events of flash flooding: i) Amalfi coast, 25/26 October 1954, ii) Genoa, 4 November 2011, and iii) Sardinia region, 18 November 2013. The Amalfi coast is located in the region Campania which is the region with the largest societal landslide risk in Italy, while the city of Genoa, in the region Liguria, and the region Sardinia both have a high density of floods per square kilometer.
GUADAGNINI, ALBERTO
RULLI, MARIA CRISTINA
BOTTO, ANNA
CLAPS, PIERLUIGI
28-giu-2018
E'giudizio ampiamente condiviso che la carenza di conoscenze scientifiche di base nella popolazione può portare a una ridotta percezione del rischio di alluvione. Negli ultimi anni i grandi nubifragi si sono rivelati una importante causa di vittime da eventi naturali. Per l’Italia, dati sistematici sono raccolti dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica – IRPI del CNR che, nel database Polaris (Popolazione a Rischio da Frana ed Inondazione in Italia) segnala come le piene improvvise siano la causa prevalente di vittime da alluvione. L’impatto mediatico di questi avvenimenti è ormai notevole, ma da solo non sufficiente a costituire informazione utile per la popolazione. Pur non sottovalutando la gravità delle possibili conseguenze di un forte temporale, la popolazione non è informata di quali attività può continuare a svolgere senza pericolo e di quali invece potrebbero rivelarsi potenzialmente fatali. In generale, in Italia, la maggior parte della popolazione considera i terremoti come l’evento più temibile, seguito dalle alluvioni, frane e attività vulcanica. Non a caso, gran parte degli sforzi educativi sono stati tradizionalmente indirizzati alla prevenzione dei danni da terremoto. Di conseguenza, resta bassa l’informazione sui rischi da nubifragio, nonostante gli eventi idrologico-geologici (frane e alluvioni) siano molto più frequenti degli eventi geofisici (terremoti e attività vulcanica) e possano essere localizzati praticamente ovunque. In questo lavoro viene presentata un’analisi a diversi livelli sul rischio da nubifragio e su alcune modalità per migliorarne la prevenzione. In primo luogo si riassumono caratteristiche oggettive di pericolosità idrologica sul territorio italiano, mediante determinazione empirica delle aree più colpite in passato. Tale ricostruzione è basata sull’elaborazione di banche dati relative agli eventi pluviometrici storici in Italia, finora poco indagate alla scala complessiva nazionale. Le elaborazioni sono state basate sulla creazione di indici che, tramite attribuzione di soglie finalizzate a selezionare eventi super-estremi, hanno consentito di individuare aree geografiche ‘sensibili’ sul territorio nazionale. Si è anche discussa la possibilità di individuare ambiti più generali di vulnerabilità al nubifragio sul comparto occidentale del bacino del Mediterraneo, mediante applicazione di indici di severità a banche dati potenzialmente utilizzabili su tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo. L’applicazione è fatta in Spagna e Francia e fornisce spunti di interesse per ulteriori approfondimenti. Con riferimento al territorio italiano, all’interno delle aree ‘sensibili’ individuate si è indirizzata una serie di approfondimenti presentati nel secondo capitolo del lavoro. In questo secondo capitolo, con l’intento di mettere in evidenza caratteristiche utili a formare una coerente base per una utile informazione alla popolazione, sono stati 8 esaminati approfonditamente tre eventi emblematici accaduti nelle aree sopra evidenziate. Gli eventi presentano caratteristiche idrometeorologiche simili ma sono volutamente molto diversi tra loro e lontani sia nel tempo che nello spazio: Costiera Amalfitana nel 1954, Genova nel 2011 e Sardegna nel 2013. Le diversità sono volute, in quanto è ricercata una matrice comune a situazioni molto diverse degli effetti al suolo di piogge estremamente gravose. In particolare, diversi elementi documentali sugli eventi emblematici sono stati raccolti e rielaborati allo scopo di proporre materiale per una presentazione degli eventi alla popolazione, nella modalità del ‘Racconto di Evento’. Più specificatamente, si passa dal riesame delle analisi meteo-idro-pluviometriche a varie modalità di documentazione video-fotografica. La raccolta e rielaborazione di materiale documentale ha consentito di collegare diverse categorie di immagini, video e ricostruzioni semplificate a reali casistiche di pericolo collegato agli effetti al suolo dei nubifragi. Scopo ultimo della costruzione di queste diverse esemplificazioni è esercitare un impatto visivo con evidente contenuto informativo, atto a costruire una cultura dell’auto-protezione nella popolazione, in particolare di quella di età piu’ giovane. Nel terzo capitolo si esemplifica la costruzione di una traccia coerente di ‘narrazione’ dell’evento confrontandola alla usuale descrizione tecnica a tutt’oggi in uso presso le istituzioni preposte alla protezione civile. L’uso del formato di narrazione, che ha dimostrato di essere efficace in vari casi in cui era richiesto di suscitare attenzione e consapevolezza, viene qui presentato suggerendo la trasformazione dei Rapporti d’Evento in Racconti con una trama precisa e -soprattutto- supportati da contenuti visivi e multimediali. La finalità è quella di semplificare (senza banalizzare) la spiegazione delle cause degli effetti al suolo delle piogge molto intense e attivare, sul lungo termine, reazioni istintive corrette in caso di potenziale pericolo alluvionale.
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