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Il rapporto tra Lisbona e il Tejo è un legame molto forte, ha origini antiche, radicate nei secoli e evidenti in qualsiasi progetto che si collochi in questa città: relazionarsi con questo estuario che non è ancora oceano, ma non è più semplice fiume è il primo pensiero di ogni progettista. La ribeira lisboneta può essere vista come un arco immaginario che trova un fulcro e perno di ogni crescita urbana nella Baixa con epicentro Praça do Comercio, il primo grande podio: la rivoluzione industriale, eventi planetari come gli Expo del 1941, quello del 1998 e recenti interventi di riqualifica hanno spinto a collegare i due estremi di Belém e Oriente.
L’industria di fine XIX secolo soprattutto ha portato ad un’aggiunta di spazio artificiale rubato al Tejo e l’inserimento di due linee ferroviarie: la prima, che parte da Santapolonia, riesce a collegare direttamente la capitale con le altre grandi città (Porto e Coimbra), la seconda, che ha origine a Cais do Sodré , arriva fino alla cittadina di Cascais. La “linha dos comboios” è un momento molto complesso nella relazione tra Lisbona e il suo fiume: la rapida crescita della riberinha, poco controllata, ha appiattito il rapporto volumetrico e visuale con il Tejo, dando origine ad un’assenza tectonica molto evidente che è oggetto di studio contemporaneo e la presenza ferroviaria nega un rapporto diretto tra città e fiume.
 Da qui nasce l’interesse di confrontarmi con una delle parti coinvolte da questo problema: Belém. Qui siamo di fronte ad un’area con una grande concentrazione di monumenti che si appoggiano su questo basamento artificiale e si affacciano direttamente sul fiume. Oltre al tema di forte cesura dettato dalla linea ferroviaria, va aggiunta la poca interazione tra i vari paradigmi architettonici presenti, i quali non hanno un collegamento che li unisca attraverso un percorso o promenade e soffrono di un disordine urbano che li rende isole “ab - soluta”, sciolte dal contesto che li circonda. La strategia si concentra nello studio di quella che è stata la ribeira naturale come linea guida di questa promenade monumentale e su come superare il conflitto creato dalla ferrovia, sia fisicamente che visivamente. Nel confronto tra le grandi architetture che dominano questa area il rapporto con il Centro Culturale de Belém è essenziael motivo di studio nell’inserimento del mio progetto: posto al centro di questa linea ormai immaginaria, che vuole diventare la colonna vertebrale della mia strategia, questo edificio mastodontico cerca un intervento che medi tra la sua scala monumentale, volta al confronto con il Monastero dos Jeronimos e il rapporto con la città che in questo momento ha un salto molto ripido. Da qui abbiamo la mia proposta volta quindi a risolvere le diverse problematiche con la forte idea di riconciliare Lisbona col suo fiume.

Un podio sul Tejo. Progetto per una scuola teatrale e residenze per artisti in una ex-area industriale di Belem a Lisbona

CUCURNIA, MARTINO FELICE
2017/2018

Abstract

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MANOEL, BERNARDO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
25-lug-2018
2017/2018
Il rapporto tra Lisbona e il Tejo è un legame molto forte, ha origini antiche, radicate nei secoli e evidenti in qualsiasi progetto che si collochi in questa città: relazionarsi con questo estuario che non è ancora oceano, ma non è più semplice fiume è il primo pensiero di ogni progettista. La ribeira lisboneta può essere vista come un arco immaginario che trova un fulcro e perno di ogni crescita urbana nella Baixa con epicentro Praça do Comercio, il primo grande podio: la rivoluzione industriale, eventi planetari come gli Expo del 1941, quello del 1998 e recenti interventi di riqualifica hanno spinto a collegare i due estremi di Belém e Oriente.
L’industria di fine XIX secolo soprattutto ha portato ad un’aggiunta di spazio artificiale rubato al Tejo e l’inserimento di due linee ferroviarie: la prima, che parte da Santapolonia, riesce a collegare direttamente la capitale con le altre grandi città (Porto e Coimbra), la seconda, che ha origine a Cais do Sodré , arriva fino alla cittadina di Cascais. La “linha dos comboios” è un momento molto complesso nella relazione tra Lisbona e il suo fiume: la rapida crescita della riberinha, poco controllata, ha appiattito il rapporto volumetrico e visuale con il Tejo, dando origine ad un’assenza tectonica molto evidente che è oggetto di studio contemporaneo e la presenza ferroviaria nega un rapporto diretto tra città e fiume.
 Da qui nasce l’interesse di confrontarmi con una delle parti coinvolte da questo problema: Belém. Qui siamo di fronte ad un’area con una grande concentrazione di monumenti che si appoggiano su questo basamento artificiale e si affacciano direttamente sul fiume. Oltre al tema di forte cesura dettato dalla linea ferroviaria, va aggiunta la poca interazione tra i vari paradigmi architettonici presenti, i quali non hanno un collegamento che li unisca attraverso un percorso o promenade e soffrono di un disordine urbano che li rende isole “ab - soluta”, sciolte dal contesto che li circonda. La strategia si concentra nello studio di quella che è stata la ribeira naturale come linea guida di questa promenade monumentale e su come superare il conflitto creato dalla ferrovia, sia fisicamente che visivamente. Nel confronto tra le grandi architetture che dominano questa area il rapporto con il Centro Culturale de Belém è essenziael motivo di studio nell’inserimento del mio progetto: posto al centro di questa linea ormai immaginaria, che vuole diventare la colonna vertebrale della mia strategia, questo edificio mastodontico cerca un intervento che medi tra la sua scala monumentale, volta al confronto con il Monastero dos Jeronimos e il rapporto con la città che in questo momento ha un salto molto ripido. Da qui abbiamo la mia proposta volta quindi a risolvere le diverse problematiche con la forte idea di riconciliare Lisbona col suo fiume.
Tesi di laurea Magistrale
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