There are a series of buildings dating back to the last century that have been part of the community history in small and large urban centres and which are now in a state of neglect. In the case of cities like Dalmine, built from nothing around a factory that has constantly grown throughout the twentieth century, the buildings of the urban core represent themselves the spirit of those years. The Ex Dopolavoro building is one of these: designed by Giovanni Greppi together with most of the urban centre, today it is an empty building that clashes with the surrounding area. The aim of this thesis is to give new life to the building by inserting new functions in the context of development and innovation of the city, where there is an Industrial Research and Development Centre, a Technological Pole and a University Engineering campus. The first step was finding documents and images reconstructing the history of Dalmine and the factory around which it was formed, according to the urban design by Greppi who also designed the main public buildings, also related to the corporate welfare policy. Then an inspection of the project building was carried out, observing the state of conservation of the building and the degradation phenomena, hypothesizing the possible causes. Using the original drawings stored in the archive as reference, the three-dimensional model of the building was produced. The functions to be included in the project were then defined; reusing the existing spaces was the first step to restore life to the building, but in addition there is the intention to denounce the new activities and to project it into the growth and innovation scenario that it is taking shape all around. Therefore, a steel and glass shape takes possession as a parasite of the rest, outlining a new image. The existing volume includes spaces for the University, for collaborations with research centres and also a conference room, while in the new building there is a business incubator linked to new technologies for the use of steel. Finally, the project was subjected to calculations and checks for energy certification according to national laws in force, initially using the Termolog software for data entry and three-dimensional modelling of the envelope and subsequently exporting a file for the KlimaHouse certification.

Vi sono una serie di manufatti risalenti al secolo scorso che hanno fatto parte della storia della collettività nei piccoli e grandi centri urbani e che ora sono in stato di abbandono. Nel caso di città come Dalmine, costruite dal nulla attorno ad una fabbrica in costante crescita per tutto il Novecento, gli edifici che formano il nucleo urbano rappresentano essi stessi lo spirito di quegli anni. L'edificio dell'Ex Dopolavoro è uno di questi: progettato da Giovanni Greppi insieme alla maggior parte del centro urbano, ad oggi è un fabbricato vuoto che stride con l’intorno. Obiettivo di questa tesi è ridare vita al manufatto inserendovi nuove funzioni, in un contesto di sviluppo e innovazione come quello della città, dove si trovano un Centro di ricerca e sviluppo industriale, un Polo Tecnologico e un campus universitario di Ingegneria. In un primo momento ci si è concentrati sul reperimento di documenti e immagini che ricostruissero la storia della città di Dalmine e della fabbrica attorno alla quale essa si è formata, secondo il disegno urbano ad opera di Greppi che ne progettò i principali edifici pubblici e legati alla politica del welfare aziendale. Successivamente si è condotto un sopralluogo all'interno dell'edificio di progetto, osservando lo stato di conservazione del manufatto e i fenomeni di degrado presenti, ipotizzandone le possibili cause. Utilizzando come riferimento i disegni originali conservati in archivio si è prodotto il modello tridimensionale del manufatto. Si sono poi definite le funzioni da inserire nel progetto; riutilizzare gli spazi al suo interno è il primo passo per ridare vita all’edificio, ma a questo si aggiunge la volontà di denunciarne le nuove attività e di proiettarlo nel panorama di crescita e innovazione che si sta delineando tutt’intorno. Un corpo in acciaio e vetro si appropria quindi come un parassita dell’esistente, delineandone una nuova immagine. Nel volume esistente si prevedono spazi per l'università, per la collaborazione con i centri di ricerca ed una sala conferenze, mentre nel nuovo edificio si stanzia un incubatore d'impresa legato alle nuove tecnologie per l'uso dell'acciaio. Infine il progetto è stato sottoposto a calcoli e verifiche per la certificazione energetica secondo le normative vigenti, utilizzando inizialmente il sofware Termolog per l'inserimento dei dati e la modellazione tridimensionale dell'involucro ed esportando successivamente un file per la certificazione CasaClima.

Punto zero. Tecnologia, sviluppo, innovazione in un edificio n-ZEB

QUARTI, ARIANNA
2017/2018

Abstract

There are a series of buildings dating back to the last century that have been part of the community history in small and large urban centres and which are now in a state of neglect. In the case of cities like Dalmine, built from nothing around a factory that has constantly grown throughout the twentieth century, the buildings of the urban core represent themselves the spirit of those years. The Ex Dopolavoro building is one of these: designed by Giovanni Greppi together with most of the urban centre, today it is an empty building that clashes with the surrounding area. The aim of this thesis is to give new life to the building by inserting new functions in the context of development and innovation of the city, where there is an Industrial Research and Development Centre, a Technological Pole and a University Engineering campus. The first step was finding documents and images reconstructing the history of Dalmine and the factory around which it was formed, according to the urban design by Greppi who also designed the main public buildings, also related to the corporate welfare policy. Then an inspection of the project building was carried out, observing the state of conservation of the building and the degradation phenomena, hypothesizing the possible causes. Using the original drawings stored in the archive as reference, the three-dimensional model of the building was produced. The functions to be included in the project were then defined; reusing the existing spaces was the first step to restore life to the building, but in addition there is the intention to denounce the new activities and to project it into the growth and innovation scenario that it is taking shape all around. Therefore, a steel and glass shape takes possession as a parasite of the rest, outlining a new image. The existing volume includes spaces for the University, for collaborations with research centres and also a conference room, while in the new building there is a business incubator linked to new technologies for the use of steel. Finally, the project was subjected to calculations and checks for energy certification according to national laws in force, initially using the Termolog software for data entry and three-dimensional modelling of the envelope and subsequently exporting a file for the KlimaHouse certification.
TREVISAN, ALESSANDRO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
25-lug-2018
2017/2018
Vi sono una serie di manufatti risalenti al secolo scorso che hanno fatto parte della storia della collettività nei piccoli e grandi centri urbani e che ora sono in stato di abbandono. Nel caso di città come Dalmine, costruite dal nulla attorno ad una fabbrica in costante crescita per tutto il Novecento, gli edifici che formano il nucleo urbano rappresentano essi stessi lo spirito di quegli anni. L'edificio dell'Ex Dopolavoro è uno di questi: progettato da Giovanni Greppi insieme alla maggior parte del centro urbano, ad oggi è un fabbricato vuoto che stride con l’intorno. Obiettivo di questa tesi è ridare vita al manufatto inserendovi nuove funzioni, in un contesto di sviluppo e innovazione come quello della città, dove si trovano un Centro di ricerca e sviluppo industriale, un Polo Tecnologico e un campus universitario di Ingegneria. In un primo momento ci si è concentrati sul reperimento di documenti e immagini che ricostruissero la storia della città di Dalmine e della fabbrica attorno alla quale essa si è formata, secondo il disegno urbano ad opera di Greppi che ne progettò i principali edifici pubblici e legati alla politica del welfare aziendale. Successivamente si è condotto un sopralluogo all'interno dell'edificio di progetto, osservando lo stato di conservazione del manufatto e i fenomeni di degrado presenti, ipotizzandone le possibili cause. Utilizzando come riferimento i disegni originali conservati in archivio si è prodotto il modello tridimensionale del manufatto. Si sono poi definite le funzioni da inserire nel progetto; riutilizzare gli spazi al suo interno è il primo passo per ridare vita all’edificio, ma a questo si aggiunge la volontà di denunciarne le nuove attività e di proiettarlo nel panorama di crescita e innovazione che si sta delineando tutt’intorno. Un corpo in acciaio e vetro si appropria quindi come un parassita dell’esistente, delineandone una nuova immagine. Nel volume esistente si prevedono spazi per l'università, per la collaborazione con i centri di ricerca ed una sala conferenze, mentre nel nuovo edificio si stanzia un incubatore d'impresa legato alle nuove tecnologie per l'uso dell'acciaio. Infine il progetto è stato sottoposto a calcoli e verifiche per la certificazione energetica secondo le normative vigenti, utilizzando inizialmente il sofware Termolog per l'inserimento dei dati e la modellazione tridimensionale dell'involucro ed esportando successivamente un file per la certificazione CasaClima.
Tesi di laurea Magistrale
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