Kulturhalle am Tacheles. Ricomposizione architettonica di un isolato urbano nel cuore del Mitte

Destruction is found undeniably in the genes of Berlin. If on one hand the chain of voids reminds us of a tragic past, on the other it works as the main engine for urban transformation. The aim of the research is to recompose a urban block located in the heart of the Mitte district, next to the northern extreme of the Friedrichstraße axis. Despite the intact definition of its historical morphology thanks to the survival of its three limits, the mass of mixed buildings that used to form the block’s core is now inexistent; replaced with a sequence of blind facades, the block’s permeability is pushed to such a level that it now makes part of the city’s voids archipelago, dragged inconclusive to contemporaneity. Berlin’s reconstruction has always held a close relationship with historical identity, posing a question that gains presence as time passes. The project enhances the strategic location of the block, adding it as an arm to the system of the Friedrichstadt: having Mehringplatz to the south, the west occupied by Leipziger Platz with Postdamer Platz and Pariser Platz, the Museumsinsel to the east. Through such perspective, the block is restored of its vitality and observed as the missing piece of a larger scale system. Emptiness is overall maintained but relaunched by remodelling its perimeter in the block. Green spaces and a square share the project’s center with a new auditorium and cultural complex called “KuAM Tacheles,” Cultural Space at Tacheles. Both the name and the artistic-cultural program aspire to empowering the block’s true identity: the one created in the ‘90s by the adjacent Kunsthaus Tacheles, Free Art House, of which now remains only one part but still make up one of the most fascinating fragments of Oranienburger Straße. This transformation thus explores the images of a brutally amputated city, while acting with awareness when it comes to some of the most sensitive topics of the post-war Berlin.

La città di Berlino porta innegabilmente nel suo codice genetico il tema della distruzione. Se da un lato la successione di spazi vuoti costituisce la macchia di un tragico passato, dall’altra rappresenta il motore di trasformazione della città. Oggetto della tesi è la ricomposizione di un isolato situato nel cuore del distretto Mitte e nell’estremità settentrionale dell’asse della Friedrichstraße. Privato di un intero settore originariamente composto dall’accostamento di più corpi di fabbrica, le tre estremità ancora intatte ne definiscono quella che è stata la sua morfologia storica, ma la successione dei numerosi fronti ciechi e l’estrema porosità visiva dell’isolato fanno sì che quest’area rientri nell’arcipelago dei vuoti vacanti rimasti irrisolti e trascinati fino alla contemporaneità. Il tema della ricostruzione di Berlino ha sempre dovuto confrontarsi con la questione del rapporto con l’identità storica: un interrogativo che si intensifica proporzionalmente allo scorrere del tempo. La tesi valorizza la posizione strategica dell’isolato mettendolo a sistema con le altre estremità della Friedrichstadt: a Sud Mehringplatz, a Ovest Leipziger Platz con Postdamer Platz e Pariser Platz, a Est la Museumsinsel. In quest’ottica esso viene dunque rivitalizzato ed interpretato come il tassello mancante di questo grande sistema: il vuoto centrale viene mantenuto, ma riprogettato attraverso la ri-definizione del suo perimetro. La piazza e lo spazio verde condividono il cuore del progetto con il nuovo auditorium e centro culturale denominato “KuAM Tacheles”, Spazio culturale al Tacheles. La denominazione e la sua funzione artistica-culturale, infatti, demarcano quella che è stata dagli anni ‘90 la vera identità di questo isolato stabilita grazie all’edificio adiacente Kunsthaus Tacheles, Casa dell’arte libera, del quale oggi rimane una sola parte, ma che costituisce ancora uno degli angoli più affascinanti della Oranienburger Straße. Con questo progetto si esprime dunque la volontà di lavorare sull’immagine di una città brutalmente amputata, agendo con la giusta consapevolezza e sensibilità riguardo ad alcune tematiche proprie della Berlino post-bellica.