Using the internet as a research tool has become more and more common, to the point that in 2016 Google registered over 60.000 researches per second. Being able to connect to the internet is enough to explore any topic, including the ones related to healthcare. Nowadays, people have a tendency to try to complete a self-diagnosis according to data and information col-lected through the Internet. This research is aimed at exploring this phenomenon trough Digital Methods, in order to raise awareness among both patients and professionals. The analyzed context is the Italian one, in order to present a view that is as uniform as possible with respect to the healthcare and socio-economical point of view. Self-diagnosis begins with the identification, real or presumed, of a symptom on oneself or on other people. This encourages the research of the symptom or the illness, which can lead to a more structured data collec-tion. This phenomenon develops in specific settings, which are mainly social networks and dedicated platforms, whose aims are not purely informative, but also commercial and related to market analysis. The process of self-diagnosis excludes the doctor, to the point that the patients only interacts with him only as a way to obtain examinations or medical prescription. The doctor's visit is thus substituted by one or more Inter-net researches. Those researches are, by nature, superficial and self-referential, since most of the time they do not lead to opening the links shown as a result. This practice does not only jeopardize the doctor-patient relationship, fostering in patients a lack of faith in their doctors, but it also has effects at a social level. The fact that it has become easier to find data and infor-mation leads to higher risks related to an incautious use of those data and information. It can be hard to navi-gate through a large number of information, which can also be vague and contradictory. Educating patients to a more responsible research can help rebalancing the doctor-patient relationship and restoring patients' faith in their doctors. It is therefore important to investigate this phenomenon, in order to help to create a meeting point for patients and doctors and to foster a dialogue and create a common vocabulary.

L'utilizzo del web come strumento di ricerca delle informazioni è una pratica sempre più frequente, tanto che nel 2016 Google ha registrato oltre 60.000 ricerche al secondo. È sufficiente una connessione per indagare qua-lunque argomento, compresi quelli di natura medica. Una tendenza ad oggi radicata e dibattuta all'interno della popolazione è l’esigenza di provare ad eseguire un’autodiagnosi basandosi sui dati e sulle informazioni trovati su internet. Questa ricerca si propone di indaga-re questo fenomeno tramite i Digital Methods, per raccontarlo sia ai pazienti che ai professionisti del campo medico. Il panorama analizzato è quello italiano, così da avere un quadro quanto più possibile uniforme dal punto di vista sanitario oltre che socio-economico di coloro che utilizzano il web. Le autodiagnosi hanno come passaggio iniziale e fondamentale la scoperta, vera o presunta, di un sintomo su se stessi o su qualcun altro. Questo stimola la ricerca del sintomo o della malattia, che può sfociare in una rac-colta di informazioni anche molto strutturata. I luoghi all’interno del web dove questo fenomeno si alimenta sono, oltre ai social network, anche piattaforme dedicate, le quali non sempre hanno un obiettivo puramente informativo ma, spesso, anche di natura com-merciale o di analisi del mercato. Il processo dell’autodiagnosi tende ad escludere l’intervento del medico, al punto da non rivolgersi a lui per una visita, ma solamente come tramite, necessario e non sempre gradito, per ricevere prescrizioni per esami o me-dicine. La visita viene così, sostanzialmente, sostituita con una o più ricerche di informazioni, che avvengono principalmente sul web. Su internet le ricerche sono, in parte anche per propria natura, superficiali e autorefe-renziali; infatti, tramite smartphone in meno del 50% dei casi una ricerca porta all’apertura di un link. Questa pratica, oltre a danneggiare la relazione tra medico e paziente, favorendo una compromissione della fiducia da parte del paziente nei confronti del medico, può avere effetti anche a livello di società. L’aumentare delle possibilità di reperire informazioni, anche molto utili, rischia di portare ad un indebolimento culturale se queste non sono maneggiate con cognizione. Infatti, risulta difficile trovare una risposta a un proprio malesse-re tramite informazioni vaghe e spesso incoerenti con la propria reale condizione. A questo proposito, l'educa-re il paziente ad una ricerca consapevole può contribuire al risanamento della relazione medico-paziente e al ripristino della fiducia nei confronti del medico. Da qui deriva l'importanza di indagare tale fenomeno, contri-buendo a creare un punto di incontro fra medici e pazienti e a sviluppare un dialogo e un vocabolario comune.

Autodiagnosi e cybercondria. Utilizzare le tracce digitali per progettare uno spazio condiviso

MEZZADRA, MARCO
2017/2018

Abstract

Using the internet as a research tool has become more and more common, to the point that in 2016 Google registered over 60.000 researches per second. Being able to connect to the internet is enough to explore any topic, including the ones related to healthcare. Nowadays, people have a tendency to try to complete a self-diagnosis according to data and information col-lected through the Internet. This research is aimed at exploring this phenomenon trough Digital Methods, in order to raise awareness among both patients and professionals. The analyzed context is the Italian one, in order to present a view that is as uniform as possible with respect to the healthcare and socio-economical point of view. Self-diagnosis begins with the identification, real or presumed, of a symptom on oneself or on other people. This encourages the research of the symptom or the illness, which can lead to a more structured data collec-tion. This phenomenon develops in specific settings, which are mainly social networks and dedicated platforms, whose aims are not purely informative, but also commercial and related to market analysis. The process of self-diagnosis excludes the doctor, to the point that the patients only interacts with him only as a way to obtain examinations or medical prescription. The doctor's visit is thus substituted by one or more Inter-net researches. Those researches are, by nature, superficial and self-referential, since most of the time they do not lead to opening the links shown as a result. This practice does not only jeopardize the doctor-patient relationship, fostering in patients a lack of faith in their doctors, but it also has effects at a social level. The fact that it has become easier to find data and infor-mation leads to higher risks related to an incautious use of those data and information. It can be hard to navi-gate through a large number of information, which can also be vague and contradictory. Educating patients to a more responsible research can help rebalancing the doctor-patient relationship and restoring patients' faith in their doctors. It is therefore important to investigate this phenomenon, in order to help to create a meeting point for patients and doctors and to foster a dialogue and create a common vocabulary.
ARC III - Scuola del Design
26-lug-2018
2017/2018
L'utilizzo del web come strumento di ricerca delle informazioni è una pratica sempre più frequente, tanto che nel 2016 Google ha registrato oltre 60.000 ricerche al secondo. È sufficiente una connessione per indagare qua-lunque argomento, compresi quelli di natura medica. Una tendenza ad oggi radicata e dibattuta all'interno della popolazione è l’esigenza di provare ad eseguire un’autodiagnosi basandosi sui dati e sulle informazioni trovati su internet. Questa ricerca si propone di indaga-re questo fenomeno tramite i Digital Methods, per raccontarlo sia ai pazienti che ai professionisti del campo medico. Il panorama analizzato è quello italiano, così da avere un quadro quanto più possibile uniforme dal punto di vista sanitario oltre che socio-economico di coloro che utilizzano il web. Le autodiagnosi hanno come passaggio iniziale e fondamentale la scoperta, vera o presunta, di un sintomo su se stessi o su qualcun altro. Questo stimola la ricerca del sintomo o della malattia, che può sfociare in una rac-colta di informazioni anche molto strutturata. I luoghi all’interno del web dove questo fenomeno si alimenta sono, oltre ai social network, anche piattaforme dedicate, le quali non sempre hanno un obiettivo puramente informativo ma, spesso, anche di natura com-merciale o di analisi del mercato. Il processo dell’autodiagnosi tende ad escludere l’intervento del medico, al punto da non rivolgersi a lui per una visita, ma solamente come tramite, necessario e non sempre gradito, per ricevere prescrizioni per esami o me-dicine. La visita viene così, sostanzialmente, sostituita con una o più ricerche di informazioni, che avvengono principalmente sul web. Su internet le ricerche sono, in parte anche per propria natura, superficiali e autorefe-renziali; infatti, tramite smartphone in meno del 50% dei casi una ricerca porta all’apertura di un link. Questa pratica, oltre a danneggiare la relazione tra medico e paziente, favorendo una compromissione della fiducia da parte del paziente nei confronti del medico, può avere effetti anche a livello di società. L’aumentare delle possibilità di reperire informazioni, anche molto utili, rischia di portare ad un indebolimento culturale se queste non sono maneggiate con cognizione. Infatti, risulta difficile trovare una risposta a un proprio malesse-re tramite informazioni vaghe e spesso incoerenti con la propria reale condizione. A questo proposito, l'educa-re il paziente ad una ricerca consapevole può contribuire al risanamento della relazione medico-paziente e al ripristino della fiducia nei confronti del medico. Da qui deriva l'importanza di indagare tale fenomeno, contri-buendo a creare un punto di incontro fra medici e pazienti e a sviluppare un dialogo e un vocabolario comune.
Tesi di laurea Magistrale
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