Niji. Design e tecnologie per l'illuminazione di ambienti di lavoro smart

After having traveled with the Politecnico di Milano to Tokyo for a workshop at Chiba University, I realized how Japan is a surprising, fascinating and extremely different land as culture and traditions from the West. In the extraordinary journey that I conducted with the aim of absorbing and understanding the Japanese mindset, I developed the will to explore the light and its potential. The light: so obvious and common yet surprising. In iconography it is associated with the miraculous and the divine, as it exalts all that strikes. Glows, reflections, glimmers, shadows; all different forms with which it reveals itself in its immaterial form, now there is, now it is gone. Always well accepted and desired. Although without form it has the ability to enhance the colors and make them shine. Man has managed to manipulate it for his purposes and now it is no longer so precious and elusive, unfortunately in some cases he has also lost its magic, made predictable by light bulbs and current. The electric light allows you to carry out activities anywhere and at any time without paying attention to what happens in the sky above us. The project aims to rediscover the connection with that light that fascinates us so much: changeable, colorful and constantly changing, but not giving up our habits and needs, and yet again, manipulating it to meet our needs. This project is a concept that hypothesizes a technological scenario, where light empathizes with the person and tends to improve the quality of life and work. The project was born thanks to the discovery and reflection on how, in Japanese culture, work is lived and interpreted, but it is declined in different contexts, in particular creative and high rate of intellectual and psychological stress.

Dopo aver intrapreso un viaggio con il Politecnico di Milano a Tokyo per un workshop presso la Chiba University, ho realizzato quanto il Giappone sia una terra sorprendente, affascinante ed estremamente diversa come cultura e come tradizioni da quella occidentale. Nel percorso straordinario che ho condotto col fine di assorbire e comprendere la forma mentis giapponese, ho sviluppato la volontà di esplorare la luce e le sue potenzialità. La luce: così scontata e comune eppure sorprendente. Nell'iconografia è associata al miracoloso e al divino, poiché esalta tutto ciò che colpisce. Bagliori, riflessi, luccichii, ombre; tutte forme diverse con la quale essa si rivela nella sua forma immateriale, ora c'è, ora non c'è più. Sempre ben accetta e desiderata. Pur senza forma ha la capacità di esaltare i colori e farli brillare. L'uomo è riuscito a manipolarla per i suoi scopi e ora non è più così preziosa e inafferrabile, sfortunatamente in certi casi ha anche perso la sua magia, resa prevedibile da lampadine e corrente. La luce elettrica permette di svolgere attività ovunque e in qualsiasi momento senza prestare attenzione a cosa succeda nel cielo sopra di noi. Il progetto si pone l'obiettivo di ritrovare la connessione con quella luce che tanto ci affascina: mutevole, colorata e in perenne cambiamento, non rinunciando però alle nostre abitudini e necessità, anzi ancora una volta, manipolandola per soddisfare i nostri bisogni. Questo progetto è un concept che ipotizza uno scenario tecnologico, dove la luce entra in empatia con la persona e tende a migliorare la qualità della vita e del lavoro. Il progetto nasce grazie alla scoperta e alla riflessione su come, nella cultura giapponese si vive e si interpreta il lavoro, ma viene declinato in diversi contesti, in particolare creativi e ad alto tasso di stress intellettuale e psicologico.