The aim of this work is to tell a short, but significant experience of design research that could take place in Monte San Giacomo, my birth town located in the National Park of Cilento, Vallo di Diano and Alburni. More specifically, it could take place in the mountain and foothills trails of the Monte Cervati, the highest peak in the Campania region. The singularity context and the methodologies adopted do not limit nor reduce this experience to a basic local matter. On the contrary, the first part of the work has been the opportunity to think about some important questions concerning the needed strategies to requalify the internal areas of our peninsula. Taking inspiration from the old trails and paths of the territory, the idea would be to start a process of collective mind construction. it would help to re-discover the exceptional qualities of such a territory; it would tie again the relationship between community and its own life environment; it would create service and fermentation devices through which reveal new visions, ideas, projects capable of nourishing creativity, imagination and of nurturing the project itself. The paper goes on reflecting on the role of a National Park in its own territory and in the external areas, as source of environmental and experimental activities. New solutions would be thus developed for the cultural, economic and social improvement oriented towards the Man-Nature balance. The need has emerged to equip this area of the Park with tools for the enhancement and implementations of existing resources based on sustainable development policies. This need originates from the awareness of the fact that no project of territorial reconfiguration, let alone mine, can be imagined at a table and then dropped on the territory. The project therefore must become the emerging product of a collective and connective intelligence that self-produces and self-organizes. The tool have been in fact identified in the discipline of environmental education, oriented towards the maturation of the resident community. This will lead to the widespread awareness of the resources of the territory and the advantages deriving from their correct use in training, production and tourism activities. The aim of the project, therefore, is to create circuits and small environmental observatories acting as training and information devices on the territory. Accordingly, intercepting the genius loci the local community will be involved in an active garrison and safeguard of its own land, and of course of the material and immaterial heritage present in it.

Con il presente lavoro si vuole raccontare una piccola, ma sensibile esperienza di ricerca progettuale che potrebbe prender luogo a Monte San Giacomo - mio paese natale e area interna del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni - e più nello specifico lungo i sentieri pedemontani e di vetta del Cervati, Monte questo, più alto della Campania. Proprio per la singolarità del contesto in cui si inserisce e le metodologie utilizzate, questa esperienza, lungi dal limitarsi ad affrontare una questione meramente locale, è diventata, soprattutto nella prima parte di tesi, l’occasione per riflettere e ragionare su alcune grandi questioni che interessano le strategie da attuare per la riqualificazione delle aree interne della nostra penisola. Nel prendere spunto dal riuso dei vecchi tracciati sentieristici del territorio si ipotizza di mettere in moto un processo collettivo di costruzione delle conoscenze che consentirebbe di: riscoprire le eccezionali qualità che questo territorio contiene; riannodare, in forme qui inedite, le relazioni tra la comunità e il proprio ambiente di vita; realizzare dei servizi e dei dispositivi di fermentazione attraverso cui far emergere visioni inedite, idee, progetti capaci di nutrire la creatività, l’immaginazione e alimentare il progetto. Si è successivamente compiuta una riflessione sul ruolo che un Parco Nazionale possa assumere, rispetto il proprio territorio di riferimento e verso le zone esterne, che in esso possono attingere conoscenze ambientali e modelli di vita sostenibile. Tale ruolo può essere sintetizzato nel concetto di Parco laboratorio, ovvero un'area in cui sia possibile condurre attività di conservazione e sperimentazione di nuove soluzioni di sviluppo culturale, economico e sociale orientate all'equilibrio tra uomo e natura. Da queste considerazioni e partendo dalla consapevolezza che nessun progetto di riconfigurazione territoriale, tantomeno il mio, possa essere immaginato a tavolino e poi calato sul territorio, ma debba diventare semmai il prodotto emergente di una intelligenza collettiva e connettiva che si auto produce e si auto organizza, è emersa la necessità di dotare quest’area del Parco di strumenti per la valorizzazione e implementazione delle risorse esistenti basati su politiche di sviluppo sostenibile. Tali strumenti sono stati individuati nella disciplina dell'educazione ambientale, orientata alla maturazione della comunità residente di una diffusa consapevolezza sulle risorse del territorio - naturalistiche e agrarie - e sui vantaggi derivanti da un loro corretto impiego nelle attività formative, produttive e di offerta turistica. Lo scopo del progetto è quello di creare quindi dei circuiti e dei piccoli osservatori ambientali che fungano da dispositivi di formazione ed informazione sul territorio e che, cogliendone il genius loci, possano coinvolgere la comunità locale in un presidio attivo e di salvaguardia della propria terra di appartenenza e del patrimonio materiale ed immateriale presente in essa.

Camminare, conoscere, tutelare. Rigenerazione dell'antica viabilità del Monte Cervati

CARDILLO, FRANCESCO
2017/2018

Abstract

The aim of this work is to tell a short, but significant experience of design research that could take place in Monte San Giacomo, my birth town located in the National Park of Cilento, Vallo di Diano and Alburni. More specifically, it could take place in the mountain and foothills trails of the Monte Cervati, the highest peak in the Campania region. The singularity context and the methodologies adopted do not limit nor reduce this experience to a basic local matter. On the contrary, the first part of the work has been the opportunity to think about some important questions concerning the needed strategies to requalify the internal areas of our peninsula. Taking inspiration from the old trails and paths of the territory, the idea would be to start a process of collective mind construction. it would help to re-discover the exceptional qualities of such a territory; it would tie again the relationship between community and its own life environment; it would create service and fermentation devices through which reveal new visions, ideas, projects capable of nourishing creativity, imagination and of nurturing the project itself. The paper goes on reflecting on the role of a National Park in its own territory and in the external areas, as source of environmental and experimental activities. New solutions would be thus developed for the cultural, economic and social improvement oriented towards the Man-Nature balance. The need has emerged to equip this area of the Park with tools for the enhancement and implementations of existing resources based on sustainable development policies. This need originates from the awareness of the fact that no project of territorial reconfiguration, let alone mine, can be imagined at a table and then dropped on the territory. The project therefore must become the emerging product of a collective and connective intelligence that self-produces and self-organizes. The tool have been in fact identified in the discipline of environmental education, oriented towards the maturation of the resident community. This will lead to the widespread awareness of the resources of the territory and the advantages deriving from their correct use in training, production and tourism activities. The aim of the project, therefore, is to create circuits and small environmental observatories acting as training and information devices on the territory. Accordingly, intercepting the genius loci the local community will be involved in an active garrison and safeguard of its own land, and of course of the material and immaterial heritage present in it.
ARC III - Scuola del Design
26-lug-2018
2017/2018
Con il presente lavoro si vuole raccontare una piccola, ma sensibile esperienza di ricerca progettuale che potrebbe prender luogo a Monte San Giacomo - mio paese natale e area interna del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni - e più nello specifico lungo i sentieri pedemontani e di vetta del Cervati, Monte questo, più alto della Campania. Proprio per la singolarità del contesto in cui si inserisce e le metodologie utilizzate, questa esperienza, lungi dal limitarsi ad affrontare una questione meramente locale, è diventata, soprattutto nella prima parte di tesi, l’occasione per riflettere e ragionare su alcune grandi questioni che interessano le strategie da attuare per la riqualificazione delle aree interne della nostra penisola. Nel prendere spunto dal riuso dei vecchi tracciati sentieristici del territorio si ipotizza di mettere in moto un processo collettivo di costruzione delle conoscenze che consentirebbe di: riscoprire le eccezionali qualità che questo territorio contiene; riannodare, in forme qui inedite, le relazioni tra la comunità e il proprio ambiente di vita; realizzare dei servizi e dei dispositivi di fermentazione attraverso cui far emergere visioni inedite, idee, progetti capaci di nutrire la creatività, l’immaginazione e alimentare il progetto. Si è successivamente compiuta una riflessione sul ruolo che un Parco Nazionale possa assumere, rispetto il proprio territorio di riferimento e verso le zone esterne, che in esso possono attingere conoscenze ambientali e modelli di vita sostenibile. Tale ruolo può essere sintetizzato nel concetto di Parco laboratorio, ovvero un'area in cui sia possibile condurre attività di conservazione e sperimentazione di nuove soluzioni di sviluppo culturale, economico e sociale orientate all'equilibrio tra uomo e natura. Da queste considerazioni e partendo dalla consapevolezza che nessun progetto di riconfigurazione territoriale, tantomeno il mio, possa essere immaginato a tavolino e poi calato sul territorio, ma debba diventare semmai il prodotto emergente di una intelligenza collettiva e connettiva che si auto produce e si auto organizza, è emersa la necessità di dotare quest’area del Parco di strumenti per la valorizzazione e implementazione delle risorse esistenti basati su politiche di sviluppo sostenibile. Tali strumenti sono stati individuati nella disciplina dell'educazione ambientale, orientata alla maturazione della comunità residente di una diffusa consapevolezza sulle risorse del territorio - naturalistiche e agrarie - e sui vantaggi derivanti da un loro corretto impiego nelle attività formative, produttive e di offerta turistica. Lo scopo del progetto è quello di creare quindi dei circuiti e dei piccoli osservatori ambientali che fungano da dispositivi di formazione ed informazione sul territorio e che, cogliendone il genius loci, possano coinvolgere la comunità locale in un presidio attivo e di salvaguardia della propria terra di appartenenza e del patrimonio materiale ed immateriale presente in essa.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/142359