Designing digital products and services for the complex environment of Corporations and Startups means to interact with the latest Design Thinking and User Centred Design practices. In this context, the designing process closely integrates several disciplines and skills among design, business and technology. The methodologies belonging to the category of “Agile UX” aim at integrating the typical actions of UX design - such as research, prototyping and user tests - within the designing and development processes of digital products. These methodologies call for multidisciplinary teams and deep cooperation, in order to meet the brief’s objectives with quick decision-making and immediate feedbacks, from both the project’s users and stakeholders. Co-designing becomes then of vital importance, not only for the final user but also for all those who interact with the product/service. Starting from these premises, the dissertation presents the project of a collaborative tool for digital interfaces prototyping, named Fit. This tool is also a consideration about the possibility to create a common language to co-design with, quickly and simply. Fit has indeed the purpose to ease the design process and the feedback collection in real time, creating consensus about the project by making every agent involved with the whole development journey. It favours the creation of a shared visual and verbal language among all stakeholders, by allowing to build interfaces through standardised modular elements. In this regard, the tool aims at educating the client who - getting closer to the UX designer’s world - learns a new language per osmosis. At the same time, thanks to the possibility of quickly visualising the idea, Fit wants to bring pragmatism to co-design activities such as workshops and collaborative sessions, immediately shifting from conception to prototyping and testing. Engineering a co-designing tool able to be consistent with the needs of new working environments answers to a well-defined necessity. Nowadays, designers elaborate services that are complex systems, in need of an ever growing skill-set and employing technologies able to trace, measure and manage information without limits. Therefore, designing such systems asks for consistency and method. Conceiving new systems is not enough anymore, in order to be able to navigate these scenarios. It is now necessary to act on the designing process, granting its ongoing evolution, not only regarding the final outputs, but also the chosen methods and tools.

Progettare prodotti e servizi digitali all’interno del complesso mondo delle Corporate e delle Startup significa confrontarsi con le più moderne pratiche di Design Thinking e di User Centred Design, dove il processo di progettazione integra in modo sempre più stretto diverse discipline e conoscenze tra design, business e tecnologia. Le metodologie che rientrano nella categoria di “Agile UX” si pongono l’obiettivo di integrare le attività tipiche dello UX design, come ricerca, prototipazione e test con gli utenti all’interno dei processi di progettazione e sviluppo di prodotti digitali. Queste metodologie prevedono l’esistenza di team multidisciplinari e alti livelli di collaborazione, per poter rispondere alla necessità di decidere in tempi rapidi e ottenere feedback immediati, sia da parte degli utenti che da parte degli altri stakeholder del progetto. La co-progettazione, non solo con l’utente ma con chiunque si relazioni con il prodotto/servizio, assume quindi un’importanza fondamentale. Sulla base di questi nuovi scenari, la tesi presenta il progetto di un tool collaborativo per la prototipazione di interfacce digitali, Fit, da interpretare come una riflessione sulla possibilità di fornire un linguaggio comune con cui co-progettare, semplicemente e velocemente. Fit ha infatti l’obiettivo di facilitare la progettazione e la raccolta di feedback in tempo reale, creando consenso attorno al progetto, attraverso la partecipazione al suo sviluppo. Permettendo la costruzione di interfacce attraverso elementi modulari e standardizzati, favorisce la creazione di un linguaggio visivo e verbale condiviso con tutti gli stakeholder. In questo senso, si pone nell’ottica di educare il cliente che, avvicinandosi al mondo dello UX designer, per osmosi, ne impara i linguaggi. Allo stesso tempo, grazie alla possibilità di visualizzare velocemente l’idea, Fit si pone l’obiettivo di portare concretezza ad attività di co-design come workshop e sessioni collaborative, passando in modo immediato dall’ideazione, alla prototipazione e al test. Progettare uno strumento di co-design coerente con le esigenze dei nuovi ambienti lavorativi risponde ad una necessità ben precisa. I servizi che il designer progetta sono oramai sistemi complessi che richiedono competenze sempre più varie e mettono in atto tecnologie in grado di tracciare, misurare e controllare le informazioni in modo illimitato. La progettazione di sistemi del genere richiede pertanto coerenza e approcci strutturati. Per riuscire a muoversi in questi scenari non basta più solamente ideare sistemi nuovi ma agire sul modo in cui si progetta, garantendo la continua evoluzione, non solo di ciò che si progetta, ma anche dei metodi e degli strumenti utilizzati.

Fit, collaborative UX design cards. Un tool per la co-progettazione in ambienti Agile

AUFIERO, VALERIA SONIA
2017/2018

Abstract

Designing digital products and services for the complex environment of Corporations and Startups means to interact with the latest Design Thinking and User Centred Design practices. In this context, the designing process closely integrates several disciplines and skills among design, business and technology. The methodologies belonging to the category of “Agile UX” aim at integrating the typical actions of UX design - such as research, prototyping and user tests - within the designing and development processes of digital products. These methodologies call for multidisciplinary teams and deep cooperation, in order to meet the brief’s objectives with quick decision-making and immediate feedbacks, from both the project’s users and stakeholders. Co-designing becomes then of vital importance, not only for the final user but also for all those who interact with the product/service. Starting from these premises, the dissertation presents the project of a collaborative tool for digital interfaces prototyping, named Fit. This tool is also a consideration about the possibility to create a common language to co-design with, quickly and simply. Fit has indeed the purpose to ease the design process and the feedback collection in real time, creating consensus about the project by making every agent involved with the whole development journey. It favours the creation of a shared visual and verbal language among all stakeholders, by allowing to build interfaces through standardised modular elements. In this regard, the tool aims at educating the client who - getting closer to the UX designer’s world - learns a new language per osmosis. At the same time, thanks to the possibility of quickly visualising the idea, Fit wants to bring pragmatism to co-design activities such as workshops and collaborative sessions, immediately shifting from conception to prototyping and testing. Engineering a co-designing tool able to be consistent with the needs of new working environments answers to a well-defined necessity. Nowadays, designers elaborate services that are complex systems, in need of an ever growing skill-set and employing technologies able to trace, measure and manage information without limits. Therefore, designing such systems asks for consistency and method. Conceiving new systems is not enough anymore, in order to be able to navigate these scenarios. It is now necessary to act on the designing process, granting its ongoing evolution, not only regarding the final outputs, but also the chosen methods and tools.
ARC III - Scuola del Design
4-ott-2018
2017/2018
Progettare prodotti e servizi digitali all’interno del complesso mondo delle Corporate e delle Startup significa confrontarsi con le più moderne pratiche di Design Thinking e di User Centred Design, dove il processo di progettazione integra in modo sempre più stretto diverse discipline e conoscenze tra design, business e tecnologia. Le metodologie che rientrano nella categoria di “Agile UX” si pongono l’obiettivo di integrare le attività tipiche dello UX design, come ricerca, prototipazione e test con gli utenti all’interno dei processi di progettazione e sviluppo di prodotti digitali. Queste metodologie prevedono l’esistenza di team multidisciplinari e alti livelli di collaborazione, per poter rispondere alla necessità di decidere in tempi rapidi e ottenere feedback immediati, sia da parte degli utenti che da parte degli altri stakeholder del progetto. La co-progettazione, non solo con l’utente ma con chiunque si relazioni con il prodotto/servizio, assume quindi un’importanza fondamentale. Sulla base di questi nuovi scenari, la tesi presenta il progetto di un tool collaborativo per la prototipazione di interfacce digitali, Fit, da interpretare come una riflessione sulla possibilità di fornire un linguaggio comune con cui co-progettare, semplicemente e velocemente. Fit ha infatti l’obiettivo di facilitare la progettazione e la raccolta di feedback in tempo reale, creando consenso attorno al progetto, attraverso la partecipazione al suo sviluppo. Permettendo la costruzione di interfacce attraverso elementi modulari e standardizzati, favorisce la creazione di un linguaggio visivo e verbale condiviso con tutti gli stakeholder. In questo senso, si pone nell’ottica di educare il cliente che, avvicinandosi al mondo dello UX designer, per osmosi, ne impara i linguaggi. Allo stesso tempo, grazie alla possibilità di visualizzare velocemente l’idea, Fit si pone l’obiettivo di portare concretezza ad attività di co-design come workshop e sessioni collaborative, passando in modo immediato dall’ideazione, alla prototipazione e al test. Progettare uno strumento di co-design coerente con le esigenze dei nuovi ambienti lavorativi risponde ad una necessità ben precisa. I servizi che il designer progetta sono oramai sistemi complessi che richiedono competenze sempre più varie e mettono in atto tecnologie in grado di tracciare, misurare e controllare le informazioni in modo illimitato. La progettazione di sistemi del genere richiede pertanto coerenza e approcci strutturati. Per riuscire a muoversi in questi scenari non basta più solamente ideare sistemi nuovi ma agire sul modo in cui si progetta, garantendo la continua evoluzione, non solo di ciò che si progetta, ma anche dei metodi e degli strumenti utilizzati.
Tesi di laurea Magistrale
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