“South Coast” is the term used to indicate the coastline of the city of Bari placed in the south-eastern side of the urban centre, between the Pane e Pomodoro beach and the San Giorgio quarter. A coastline with a contradictory nature and with an unused potential: almost totally saved by massive building in the recent past, but also isolated, abandoned, deprived. And at the back of the coast, separated from the sea by insurmountable infrastructures that dismember the territory, a huge underutilised fragmentary agricultural area; and beyond it there is Japigia, a quarter with its large city blocks of social housing, with its large disused open spaces, its huge road sections, its steady level of suffering, and the total lack of what “makes city”. The coastline has been considered as a thick strip, where each transformation process involves a response in the inland and vice versa: this fact implies to implement simultaneously an intervention strategy for the coastline that includes necessarily Japigia and the entire nearby inland, with the objective to create a network of relations with the function of supporting the rest of the transformation process. A transformation process with a great degree of flexibility, structured according to an incremental logic, by stages, with variable timing, and with the aim of restoring beauty and attractiveness to the waterfront. This goal is pursued by creating a large rural-coastal park where a great variety of landscapes are included, that serves at the same time as an attraction place, a doorway between land and sea, a carrier of relations, and a physical boundary for Japigia, for which the existing centre is completed and regenerated, and around the area are placed new built-up areas to provide the quarter of liveability and urbanity. The project moves forward in three main fronts: in the first the connections, with the reconnection of land and coast, the resolution of the problem of the borders, and a rationalisation of the mobility along the waterfront and in the inland. The second front is the landscape, with the creation of a large park with the goal of requalifying both the coast line and the inland areas. The third are the built-up areas, where urban design is expected to be able to provide an appropriate response to the problems of spaces quality, variety of functions and services, opening, inclusion, plurality and sociality.

“Costa Sud” è il termine usato a Bari per indicare il lungo segmento di costa che, a sud-est del nucleo urbano, si estende tra la spiaggia di Pane e Pomodoro e il quartiere San Giorgio. Un tratto di litorale dal carattere contraddittorio e dal potenziale inespresso: quasi totalmente risparmiato dal consumo di suolo del recente passato, eppure isolato, abbandonato, degradato. E nell’immediato retrocosta - ma separato dal mare dall’infrastruttura ferroviaria che, invalicabilie, divide il territorio - si trovano un grande comparto agricolo, frammentato e sottoutilizzato, e il quartiere Japigia, con i suoi grandi isolati di edilizia popolare, i suoi vasti spazi aperti inutilizzati, le sue immense sezioni stradali, il suo costante stato di sofferenza e la sua totale carenza di tutto ciò che “fa città”. L’assunzione della costa come fascia “spessa” per cui ogni processo di trasformazione del waterfront implica la contemporanea attuazione di un processo analogo nel retrocosta e viceversa, richiede l’elaborazione di una strategia di intervento sulla “Costa Sud” che comprenda necessariamente anche Japigia e tutto il territorio del retrocosta, con l’obiettivo primario di instaurare una rete di relazioni tra le parti che possa fare da supporto alle forme di trasformazione che il processo consentirà. Un processo di trasformazione in cui è insito un ampio margine di flessibilità, strutturato secondo una logica incrementale, per fasi, lungo orizzonti temporali variabili, e che ambisca a restituire bellezza e attrattività al litorale nonostante le incertezze dei contesti. Tale obiettivo è perseguito costituendo un grande parco costiero-agricolo in grado di comprendere entro i propri confini un’innumerevole varietà di paesaggi, che sia nel contempo un elemento di attrazione, una soglia tra terra e mare, un vettore di relazioni, ma anche un elemento di delimitazione fisica per il corpo costruito di Japigia, il cui nucleo esistente è completato e rigenerato, e attorno al quale si prevedono nuovi tessuti edilizi con l’obiettivo di dare al quartiere ciò che più gli manca: abitabilità e urbanità. Il progetto si muove pertanto su tre fronti: il primo è quello delle connessioni, che consentano un ricongiungimento tra terra e mare, col superamento e la rimozione delle cesure, ed una razionalizzazione della mobilità, sia lungo la costa, sia interna al retrocosta. Il secondo è il fronte paesaggistico, individuando nell’istituzione di un grande parco l’occasione per riqualificare tanto le aree costiere, quanto le aree interne. Il terzo è il fronte del sistema del costruito, il nuovo affaccio della città al mare, in cui il disegno urbano sia in grado di offrire una risposta valida in termini di qualità degli spazi, di molteplicità di modi d’uso, di varietà di funzioni e servizi, di apertura, inclusione, pluralità e socialità.

Japigia tra terra e mare. La rigenerazione della fascia costiera sud-est di Bari

ROSA, CRISTIAN
2017/2018

Abstract

“South Coast” is the term used to indicate the coastline of the city of Bari placed in the south-eastern side of the urban centre, between the Pane e Pomodoro beach and the San Giorgio quarter. A coastline with a contradictory nature and with an unused potential: almost totally saved by massive building in the recent past, but also isolated, abandoned, deprived. And at the back of the coast, separated from the sea by insurmountable infrastructures that dismember the territory, a huge underutilised fragmentary agricultural area; and beyond it there is Japigia, a quarter with its large city blocks of social housing, with its large disused open spaces, its huge road sections, its steady level of suffering, and the total lack of what “makes city”. The coastline has been considered as a thick strip, where each transformation process involves a response in the inland and vice versa: this fact implies to implement simultaneously an intervention strategy for the coastline that includes necessarily Japigia and the entire nearby inland, with the objective to create a network of relations with the function of supporting the rest of the transformation process. A transformation process with a great degree of flexibility, structured according to an incremental logic, by stages, with variable timing, and with the aim of restoring beauty and attractiveness to the waterfront. This goal is pursued by creating a large rural-coastal park where a great variety of landscapes are included, that serves at the same time as an attraction place, a doorway between land and sea, a carrier of relations, and a physical boundary for Japigia, for which the existing centre is completed and regenerated, and around the area are placed new built-up areas to provide the quarter of liveability and urbanity. The project moves forward in three main fronts: in the first the connections, with the reconnection of land and coast, the resolution of the problem of the borders, and a rationalisation of the mobility along the waterfront and in the inland. The second front is the landscape, with the creation of a large park with the goal of requalifying both the coast line and the inland areas. The third are the built-up areas, where urban design is expected to be able to provide an appropriate response to the problems of spaces quality, variety of functions and services, opening, inclusion, plurality and sociality.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
5-ott-2018
2017/2018
“Costa Sud” è il termine usato a Bari per indicare il lungo segmento di costa che, a sud-est del nucleo urbano, si estende tra la spiaggia di Pane e Pomodoro e il quartiere San Giorgio. Un tratto di litorale dal carattere contraddittorio e dal potenziale inespresso: quasi totalmente risparmiato dal consumo di suolo del recente passato, eppure isolato, abbandonato, degradato. E nell’immediato retrocosta - ma separato dal mare dall’infrastruttura ferroviaria che, invalicabilie, divide il territorio - si trovano un grande comparto agricolo, frammentato e sottoutilizzato, e il quartiere Japigia, con i suoi grandi isolati di edilizia popolare, i suoi vasti spazi aperti inutilizzati, le sue immense sezioni stradali, il suo costante stato di sofferenza e la sua totale carenza di tutto ciò che “fa città”. L’assunzione della costa come fascia “spessa” per cui ogni processo di trasformazione del waterfront implica la contemporanea attuazione di un processo analogo nel retrocosta e viceversa, richiede l’elaborazione di una strategia di intervento sulla “Costa Sud” che comprenda necessariamente anche Japigia e tutto il territorio del retrocosta, con l’obiettivo primario di instaurare una rete di relazioni tra le parti che possa fare da supporto alle forme di trasformazione che il processo consentirà. Un processo di trasformazione in cui è insito un ampio margine di flessibilità, strutturato secondo una logica incrementale, per fasi, lungo orizzonti temporali variabili, e che ambisca a restituire bellezza e attrattività al litorale nonostante le incertezze dei contesti. Tale obiettivo è perseguito costituendo un grande parco costiero-agricolo in grado di comprendere entro i propri confini un’innumerevole varietà di paesaggi, che sia nel contempo un elemento di attrazione, una soglia tra terra e mare, un vettore di relazioni, ma anche un elemento di delimitazione fisica per il corpo costruito di Japigia, il cui nucleo esistente è completato e rigenerato, e attorno al quale si prevedono nuovi tessuti edilizi con l’obiettivo di dare al quartiere ciò che più gli manca: abitabilità e urbanità. Il progetto si muove pertanto su tre fronti: il primo è quello delle connessioni, che consentano un ricongiungimento tra terra e mare, col superamento e la rimozione delle cesure, ed una razionalizzazione della mobilità, sia lungo la costa, sia interna al retrocosta. Il secondo è il fronte paesaggistico, individuando nell’istituzione di un grande parco l’occasione per riqualificare tanto le aree costiere, quanto le aree interne. Il terzo è il fronte del sistema del costruito, il nuovo affaccio della città al mare, in cui il disegno urbano sia in grado di offrire una risposta valida in termini di qualità degli spazi, di molteplicità di modi d’uso, di varietà di funzioni e servizi, di apertura, inclusione, pluralità e socialità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/143188