Il giardino botanico verticale. Innesti architettonici alle Cinque Vie a Milano

Milan still shows nowadays a few urban voids that reflect the nature of the city center’s spontaneous birth: a mixed, kaleidoscopic city, where movement and exchange have left little space for pause and contemplation. / Voids are the prime frame for possibility and experimentation in architecture. The void itself becomes even more fascinating when standing alone, enclosed by a solidly built environment. / The study focuses on one of the angles of Le Cinque Vie, in Milan. Left unoccupied after the bombings during summer 1943, the plot stands in the middle of the passage between two different scales of the city: the medieval and monumental configurations. Il giardino botanico verticale grows isolated on the exposed corner of the plot, crowning the end of the perspective of via Santa Maria Fulcorina, renewing the identity of this city fragment. / The tower, an object of architectonic nature composed by artificial soils and architectonic vases, stablishes itself as a visual reference, announcing the need to reflect about the city and its vasts possibilities of change. / A combination of greenery and filtered visions of Milan go along with the visitor of the garden as they invade its spaces through ten floors. A house for plants, the garden is populated by a selection of Lombardic perennial herbs, shrubs and trees that leave only circulation to the mankind. As a result, the definition of architecture as an inhabitable object sees itself capsized as the life of the plants take over habitability. / Through the vertical multiplication of soil, the project seeks the use of urban voids in a new way to boost the sense of belonging and the importance of pause and breath.

Il centro di Milano mostra ancora oggi alcuni vuoti urbani che rivelano la natura della sua spontanea fondazione: una città mista, caleidoscopica, dove il movimento e l’interscambio hanno lasciato poco spazio alla pausa ed alla contemplazione. / Il vuoto è per eccellenza l’ambito delle possibilità e delle sperimentazioni in architettura, che diventano dei temi ancor più affascinanti quando il vuoto è eccezionale, racchiuso in un ambito costruito. / Lo studio si concentra su un lotto ad angolo a Le Cinque Vie a Milano, che rimasto disoccupato dai bombardamenti dell’estate del 1943, adesso marca la soglia tra due scale di città: quella medioevale e quella monumentale. Il giardino botanico verticale cresce isolato all’angolo dell’area, a dominare la fine della prospettiva di via Santa Maria Fulcorina, contribuendo alla formazione dell’identità del luogo. / La torre, un oggetto di natura architettonica composto da suoli artificiali e vasi architettonici, si stabilisce come un punto di riferimento visivo con l’obiettivo di chiamare alla riflessione sulla città e le sue infinite possibilità di cambiamento. / Un connubio tra verde e visioni diaframmate di Milano accompagna il visitatore del giardino mentre invade i suoi ambienti lungo dieci piani. Casa di piante, il giardino è occupato da una selezione di erbe, arbusti ed alberi lombardi che permettono all’uomo unicamente la circolazione, ribaltando la condizione dell’architettura per cui l’uomo è chi abita lo spazio, portando l’abitare delle piante in primo piano. / Attraverso la moltiplicazione in altezza del suolo, l’intervento è una possibilità di utilizzo dei vuoti urbani, destinato a potenziare l’appartenenza al luogo e l’importanza della pausa, del respiro.