The influence of italian architecture in Africa in a theme well studied and discussed for what concerns the projects realized during the first decades of the twentieth century. After the period of colonisation of the continent a lots of intresting relationships between Italy and Africa were manteined. This thesis investigate the works of the italian architects who works in the 1970s in an enormous area which extends from the south cost of the Mediterranean sea to South Africa. A significant number of designers were looking for a quiet place far from the chaotic city centre to find a free space to build in. This desire was a topic for the researches of the architects since 1940. (Domus 8/1942: «Quando costruirò la mia casa, andrò alla periferia della città e cercherò un prato, un prato quadrato, cintato da mura sufficientemente alte, con qualche albero non molto grande. Là costruirò la casa per la mia compagna e per me. Una casa non grande, ma capace di diventarlo.» Marco Zanuso). In the 1970s due to the implementation of connexions all over the world between nations, become easier to travel and work far from Italy. Africa, differently from the stratified center of the italian cities, was characterized by a more availability of virgin lands, in which was possible to experience a new relationship between architecture and nature. Uncontaminated lands and few preexistences permitted a more grade of freedom and a more complex approach to the projects due to the different features of the areas.
Il progetto di ricerca si concentra sulla mappatura di un insieme di realizzazioni portate a termine nel continente africano da progettisti italiani negli anni Settanta del Novecento. Il decennio scelto si presenta come un terreno fertile per le realizzazioni sia in Italia che all’estero, molti dei paesi interessati dallo studio hanno da poco raggiunto l’Indipendenza dalle potenze coloniali e si impegnano a ricostruire il proprio paese avvalendosi dell’aiuto di progettisti stranieri, molti dei quali italiani. Anche le competenze delle imprese impegnate in opere infrastrutturali vengono apprezzate all’estero e i loro tecnici sono richiesti in tutto il mondo per il loro alto livello di specializzazione. I progetti mappati sono suddivisi secondo la loro funzione in macrogruppi tra cui: edilizia scolastica, edilizia residenziale, infrastrutture, edifici sportivi, monumenti, ospedali, edifici per l’ospitalità e il turismo, sedi di compagnie, edifici istituzionali e progetti a livello di masterplan. La mappatura non si pone l’obiettivo di fornire un elenco del tutto completo delle opere realizzate in un intero continente nell’arco di dieci anni, ma si propone di lavorare sulle fonti per restituire un’immagine più fedele possibile alla realtà di ciò che viene realizzato in tutto il continente africano. Considerando la mancanza in molti paesi di un database puntuale di opere architettoniche, si è fatto riferimento a diversi tipi di fonti: archivi privati degli architetti che hanno operato in Africa, archivi delle compagnie di costruzioni che hanno realizzato i progetti, testi specifici e a tema regionale, riviste del settore e di cultura. L’analisi di un sistema variegato di fonti ha dato la possibilità di fare una riflessione anche sulla percezione che le opere hanno suscitato, dal periodo della loro costruzione fino ad oggi. Unendo le conoscenze di carattere sociale, politico ed economico si è ottenuto un quadro che mette in luce paesi ed opere che hanno avuto maggiore rilievo e più fortuna nelle pubblicazioni. La più ampia presenza di un progetto nella letteratura non indica sempre un maggiore valore architettonico del manufatto, ma spesso è frutto di un sistema al contorno più favorevole. Molti degli stati interessati non dispongono di organismi di tutela che si occupino di conoscere e valorizzare il patrimonio architettonico, in questo modo si può suggerire un’operazione di conoscenza del bene comune volto ad una maggiore consapevolezza dei punti di forza.
Ex Africa semper aliquid novi. Imprese e progettisti italiani in Africa negli anni Settanta del Novecento
CAMOZZI, GIULIA
2017/2018
Abstract
The influence of italian architecture in Africa in a theme well studied and discussed for what concerns the projects realized during the first decades of the twentieth century. After the period of colonisation of the continent a lots of intresting relationships between Italy and Africa were manteined. This thesis investigate the works of the italian architects who works in the 1970s in an enormous area which extends from the south cost of the Mediterranean sea to South Africa. A significant number of designers were looking for a quiet place far from the chaotic city centre to find a free space to build in. This desire was a topic for the researches of the architects since 1940. (Domus 8/1942: «Quando costruirò la mia casa, andrò alla periferia della città e cercherò un prato, un prato quadrato, cintato da mura sufficientemente alte, con qualche albero non molto grande. Là costruirò la casa per la mia compagna e per me. Una casa non grande, ma capace di diventarlo.» Marco Zanuso). In the 1970s due to the implementation of connexions all over the world between nations, become easier to travel and work far from Italy. Africa, differently from the stratified center of the italian cities, was characterized by a more availability of virgin lands, in which was possible to experience a new relationship between architecture and nature. Uncontaminated lands and few preexistences permitted a more grade of freedom and a more complex approach to the projects due to the different features of the areas.File | Dimensione | Formato | |
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