Il tempio laico delle culture

The district of via Padova in Milan represents in the collective imagination a degraded and dangerous area. This derives from the precarious home development and the substantial number of immigrant population of foreign origin. The presence of different ethnic groups plays an important role in the social, cultural and economic dynamics that affect the area. It is a neighbourhood that experiences a process of metamorphosis in the practices of use of spaces because of the cultures and habits of the new people. Roads, trading and schools are transformed. The sense and functions of spaces are changed.The foreign people refresh the roads and they open up new businesses. Filipinos, Egyptians, Chinese, Peruvians, Sinhalese, Romanians coexist in this urban interweaving of different cultures, perfumes, colors and languages. These aspects have led this research to question itself on a different key in order to read and analyzing not only the demographic and physical aspects of the neighborhood but also the habits and customs of the ethnic groups that populate it. A calendar of festivals, celebrations and events, in fact, is the setting for a new scenario that offers a new type of inclusive public space, which satisfies the needs of the surrounding community by triggering new spatial and social relationships. This project aims to be a space open to the city and the world, able to accommodate within it the urban complexity in which it is inserted. It is called a "tempio laico" (laic temple) because it has a dual function: both of prayer and recollection, and a space that responds to the needs of citizens' daily life. For these reasons it is not a space with a defined use but rather a procedural condition is put in place: the practices within it may or may not involve part of the city, breaking its perimeters and continually changing the level of intimacy and limits that it has.

Il quartiere di via Padova a Milano rappresenta nel immaginario collettivo una porzione di città degradata e pericolosa. Ciò deriva dalla precarietà edilizia e il numero consistente di popolazione immigrata di origine straniera. La presenza di diversi gruppi etnici gioca un ruolo di rilievo nelle dinamiche sociali, culturali ed economiche che interessano la zona. È un’area che sta conoscendo un processo di metamorfosi nelle pra tiche d’uso degli spazi soprattutto in ragione delle culture e delle consuetudini abitative dei nuovi arrivati. Si trasformano le strade, il commercio e le scuole. Cambia il senso e le funzioni degli spazi. Gli stranieri rianimano le strade, aprono nuovi esercizi commerciali. Filippini, egiziani, cinesi, peruviani, cingalesi, rumeni convivono in questo intreccio urbano composto da culture, profumi, colori e lingue differenti. Questi aspetti hanno portato questa ricerca ad interrogarsi su una chiave di lettura e di analisi non solo demografiche e fisiche del quartiere ma anche delle abitudini e usanze delle etnie che lo popolano. Un calendario di feste, celebrazioni ed eventi, infatti, fa da cornice a uno scenario che propone una nuova tipologia di spazio pubblico inclusivo, il quale soddisfa i bisogni della comunità circostante innescando nuove relazioni spaziali e sociali. Questo progetto si pone come obiettivo quello di essere uno spazio aperto alla città e al mondo, in grado di accogliere al suo interno la complessità urbana nel quale è inserito. È definito “tempio laico” poiché riporta una duplice funzione: sia quella di preghiera e raccoglimento, sia quella di uno spazio che risponde alle esigenze di vita quotidiana dei cittadini. Per questi motivi non è uno spazio con un uso definito ma anzi viene messa in atto una condizione processuale: le pratiche al suo interno possono o meno coinvolgere parte della città, rompendo i propri perimetri e modificando conti- nuamente il grado di intimità e i limiti che esso possiede.