Storie di una collezione. L'avvolgente organic design e le riforme del made in Italy

The exhibition project designed to embrace the objects of Organic Design and Made in Italy, has required, since there is a time leap of about 15 years, two inevitably different scenarios, having to express two types of approaches and feedback / reactions that emerged in the relevant periods. The objects belonging to Organic Design, positioned in special display cases in the study room on the ground floor of building B1, are characterized by their design in relation to the environment. The aim is to create harmony between man, object and space: the icons will then merge and shape with the columns and the architecture itself through soft and enveloping elements. This is the expedient through which the harmony between man and nature is recalled through architectural artifice. The in-depth study in the form of magazines, photographs and documentation will find space, according to the same principle of integration with the architecture, in the entrance to the library. The magazines, deliberately left open, will be hung on a support that will run along the two central columns of the atrium. The section of the exhibition dedicated to Made in Italy is instead further divided into two branches, which will find form and location on the ground floor of the building B2. On the one hand, a double "library" will arise through the categorizations of Emilio Ambasz of Reformists and Counter-Reformists, presented on the occasion of the exhibition "Italy: The new domestic landscape", which will tell from the beginning of its form the gap to which the argentinean curator himself referred; on the other hand, in the corridor leading to the Polifactory, the visitor will be immersed in an alienating space, where iconic objects of Italian design, such as meteorites, will take place in a landscape with no classic and coded spatial conformations of the classic Italian landscape. The expedients through which this is made possible are the mirror that will multiply the objects infinitely, as if to emphasize their timelessness, and a silvery material capable of abstracting and distancing them from reality, placing them in another universe. The same sensation of amazement, wonder and, at first, incomprehension, generated in the public of the time by the same objects on display here, is replicated. The communication section in the form of photographs, magazines, covers, images and so on, will be present in the wall directly in front of the large library of Reformists and Counter-Reformists, continuing to integrate again with the architecture of the building, giving it an inevitable new image.

Il progetto allestitivo destinato ad accogliere gli oggetti dell’Organic Design e del Made in Italy, ha richiesto, essendoci fra questi un salto temporale di circa 15 anni, due scenari inevitabilmente differenti, dovendo esprimere due tipi di approcci e di riscontri/reazioni emersi nei relativi periodi. Gli oggetti facenti parte dell’Organic Design, ospitati in apposite teche all’interno della sala studio al piano terra dell’edificio B1, si caratterizzano per la loro progettazione, pensata in relazione all’ambiente. L’obiettivo è di creare un’armonia tra uomo, oggetto e spazio: le icone verranno dunque a fondersi e plasmarsi con le colonne e con l’architettura stessa attraverso degli elementi morbidi e avvolgenti. Vuol essere questo l’espediente tramite cui si richiama quell’armonia tra uomo e natura attraverso l’artifizio architettonico. L’approfondimento sotto forma di riviste, fotografie e documentazioni troverà spazio, secondo lo stesso principio di integrazione con l’architettura, nell’ingresso della biblioteca. Le riviste, volutamente lasciate aperte, saranno appese ad un supporto che correrà lungo le due colonne centrali dell’atrio. La sezione della mostra dedicata al Made in Italy è invece ulteriormente articolata in due rami, che troveranno forma e collocazione al piano terra del l’edificio B2. Da un lato, una doppia “libreria” prenderà vita attraverso le categorizzazioni di Emilio Ambasz di Riformisti e Controriformisti, presentate in occasione della mostra “Italy: The new domestic landscape”, che racconterà già a partire dalla sua forma il divario a cui si riferiva lo stesso curatore argentino; dall’altro, nel corridoio che conduce alla Polifactory, il visitatore sarà immerso in uno spazio straniante, in cui oggetti iconici del Design Italiano, come meteoriti, prenderanno posto in un paesaggio privato delle classiche e codificate conformazioni spaziali. Gli espedienti grazie ai quali questo è reso possibile sono lo specchio che moltiplicherà all’infinito gli oggetti, come a volerne sottolineare l’intramontabilità, e un materiale argenteo in grado di astrarli e allontanarli dalla realtà, collocandoli in un universo altro. Si va così a replicare la stessa sensazione di stupore, meraviglia e in un primo momento incomprensione, generata nel pubblico dell’epoca dagli stessi oggetti qui esposti. L’apparato relativo alla comunicazione sotto forma di fotografie, riviste, copertine, immagini e così via, sarà presente nella parete direttamente di fronte la grande libreria dei Riformisti e Controriformisti, continuando nuovamente ad integrarsi con l’architettura dell’edificio, conferendole inevitabile nuova immagine.