Take care. Il progetto degli spazi pubblici del quartiere Primo Maggio a Brescia

Living does not only mean the act of residing in a place, but carries with it a much more complex meaning and process. Because a person felling a place needs to own it, to personalize it, mold it according to its needs, and to maintain it. The last step is the heart of this thesis: to feel part of a place and feel at home in a new space, man needs to take care of it. Hence the title of the project "Take Care", which literally indicates the act of "taking care of". This thesis through the practice of take care aims to recreate the sense of belonging to a community of a neighborhood that over the years has become increasingly populated by individuals, bringing the concept of society, collaboration and sharing. Primo Maggio is a district of Brescia that owes its name to its history: it was born in 1926 as a district of houses for the metallurgical workers of nearby companies. Over the years, the relationships between people have consolidated allowing the growth of a real community, for which the inhabitants have a strong sense of belonging and in which they actively participate. During the early Nineties there are a series of important events such as PCB contamination and the first great migratory flow that lead the community to a slow crumbling: the inhabitants become more and more individualistic and recognize themselves less and less as part of a single entity. Nowadays May Day presents itself as a lifeless, abandoned neighborhood, with old deserted meeting points and closed parks for pollution. The first step to touch the situation was to interview those directly involved: the inhabitants. The interviews were aimed at subjects of various age groups, from the older ones, historical memory of the neighborhood, to the younger ones, potential future of the neighborhood. The result is that in unison, albeit for different reasons, they nourish the need to create a community to feel part of, they want a new reality to live and to live in. Once the general features of needs and shortcomings were identified, the second step was to further narrow the circle, identifying the areas with the greatest potential and favorable conditions for developing possible interventions. Analyzing the history of the neighborhood, its decline and comparing it to the needs of the inhabitants took shape the idea of developing a path that would allow people to come back to meet, collaborate and share through the cultivation of plants, flowers and vegetables, or one of the first major activities to which they had to give up due to pollution. For the more concrete choices of the project a co-design activity was started with an important Brescia reality of the bio world: Ortociclo. Thanks to the collaboration of Andrea Morandi, managing director of Ortociclo, it was in fact possible to devise a system that guarantees cultivation and a healthy harvest in a hostile environment. The objective of this thesis is to improve at the same time the quality of life and environment of the Primo Maggio district thanks to the insertion of a path that addresses people to activities of knowledge, collaboration and sharing that should provide the necessary foundation to restore the sense of community worn down by years of change and adversity.

Abitare non indica solo l’atto di risiedere in un luogo, ma porta con sé un significato e un processo molto più complessi. Perché una persona abiti un posto ha bisogno di possederlo, di personalizzarlo, plasmandolo in funzione delle sue necessità, e di mantenerlo. L’ultimo passo è il cuore di questa tesi: per sentirsi parte di un posto e sentirsi a casa in uno spazio nuovo l’uomo ha bisogno di prendersene cura. Da qui nasce il titolo del progetto “Take Care”, che letteralmente indica l’atto di “prendersi cura di”. Questa tesi attraverso la pratica del take care si pone l’obiettivo di ricreare il senso di appartenenza a una comunità di un quartiere che negli anni è diventato sempre più popolato da singoli, riportando il concetto di società, collaborazione e condivisione. Il Primo Maggio è un quartiere di Brescia che deve il suo nome alla sua storia: nasce infatti nel 1926 come un quartiere di abitazioni destinate agli operai metallurgici delle aziende vicine. Negli anni i rapporti tra le persone si sono consolidati permettendo la crescita di una vera e propria comunità, per cui gli abitanti nutrono un forte senso di appartenenza e a cui partecipano attivamente. Durante i primi Novanta si susseguono una serie di eventi importanti come la contaminazione da PCB e il primo grande flusso migratorio che portano la comunità a un lento sgretolamento: gli abitanti diventano sempre più individualisti e si riconoscono sempre meno come parte di un’unica entità. Al giorno d’oggi il Primo Maggio si presenta come un quartiere senza vita, abbandonato, con i vecchi punti di incontro deserti e i parchi chiusi per l’inquinamento. Il primo passo per toccare con mano la situazione è stato intervistare i diretti interessati: gli abitanti. Le interviste sono state rivolte a soggetti di varie fasce di età, da quelli più anziani, memoria storica del quartiere, a quelli più giovani, potenziale futuro del quartiere. Il risultato è che all’unisono, seppur per motivi diversi, nutrono il bisogno di creare una comunità di cui sentirsi parte, desiderano una nuova realtà da vivere e in cui vivere. Una volta identificati i tratti generali dei bisogni e delle carenze il secondo passaggio è stato quello di restringere ulteriormente il cerchio, individuando le zone con maggiori potenzialità e condizioni favorevoli per sviluppare eventuali interventi. Analizzando la storia del quartiere, del suo declino e rapportandola alle necessità degli abitanti ha preso forma l’idea di sviluppare un percorso che permettesse alle persone di tornare ad incontrarsi, collaborare e condividere attraverso la coltivazione di piante, fiori e ortaggi, ovvero una delle prime grandi attività a cui hanno dovuto rinunciare a causa dell’inquinamento. Per le scelte più concrete del progetto è stata avviata un’attività di co-design con un’importante realtà bresciana del mondo bio: Ortociclo. Grazie alla collaborazione di Anrea Morandi, amministratore delegato di Ortociclo, è stato infatti possibile ideare un sistema che garantisce la coltivazione e un raccolto sano in un ambiente ostile. L’obiettivo che si pone questa tesi è quello di migliorare nello stesso tempo la qualità di vita e ambientale del quartiere Primo Maggio grazie all’inserimento di un percorso che indirizzi le persone ad attività di conoscenza, collaborazione e condivisione che dovrebbe fornire le basi necessarie per ripristinare il senso di comunità logorato da anni di cambiamenti e avversità.