This paper aims to carry out a careful research on the impact of technology on society, and therefore on how it modifies now and how it will modifiy human relations in the Asiatic scenario of 2030. As we will see during the course of the work, the space of the person will be completely distorted from the advent of self-driving cars, adding to the technological advance of the industrial revolution 4.0, which certainly will not leave the social aspect of life in the city unaltered. Assuming that human beings need to communicate with each other and express themselves, and considering the first fifteen years as the first reference scenario, the influence of technology has led to the creation of the concept of subordination of our relationships to the connection: the tendency is to communicate less and less at the physical level, but to communicate through telephone, chat, social networks, etc. The 2030 scenario will see the establishment of the self-driving society, a society influenced by the arrival of the autonomous machines that will radically change the urban context and consequently the spaces of the individual within the community, within the urban context and its relationship with each other. The aspect that I will deepen will be that of the change in human relations, which will have an increasingly labile structure: technological progress and the absence of expectations in the urban context will lead to a sharp decline in terms of socialization opportunities. Observing the common behaviors on the streets, we notice that people tends to socialize and talk to strangers when they find themselves waiting: during the queue at the post office, at the lights, while waiting for a bus that does not arrive and so on. In an urban context in which there will be no more expectations, in which everything will be in constant motion, in an even more dynamic society than the one we are used to today and in which people will be even more connected and who will no longer need communication physics to relate to others, how will we preserve our communication skills? The study of some projects that we will see described in the artistic references have been developed following the concept of the machine that helps man to express himself. In a future dominated by the presence of machines, artificial intelligence, a society that never stops, will change the balance within society, the understanding of itself and of the other, will redefine the boundaries of the spaces of the individual within of the urban context and its roles within the society. The gender differences will be overwhelmed by differences of a larger nature: man or machine? Spike Jonze’s “her” film analyzes this concept, highlighting the relational difficulties of the future due to technological advancement. This type of research, attached to a study of psychology focused on the basic elements of human relationships, more specifically on the archetypes by Jung and on the transitional objects by Winnicott, has served to elaborate the following thought: considering the factors explained, in a few years we will find ourselves living in a society in which there will be no more space for the expansion of human communication ability, dominated by technological progress in terms of connections, Ai, transport, urban context. This leads to the underlining of the ambivalence of technological advancement: on one hand this advancement will bring human questions beyond the limits of imagination, but on the other there is a regression from the human point of view, we will get to the point of needing something that will help us to physically relate to people, as we will no longer be used to doing it, and gradually we will lose its capacity. The result of this reasoning will therefore be a product of Critical Design, a project that stimulates reflection on the social progress of our present and future, an object that makes us feel the need for the return of physicality before it disappears. The “virtual” relationships are characterized by the depersonalization of the relationship: today we can communicate by voice, through phone calls and voice messages, even see the other person in a video call, and then have a valid simulation of his presence. In the future these connections will certainly be more evolved, but it will not be possible to recreate the true human warmth, since a simulation is always a simulation, and as realistic as it is, we are aware that it is not real, and therefore has no intrinsic value.

Questo elaborato si propone di svolgere un’attenta ricerca sull’impatto della tecnologia sulla società; in particolare su come essa stia modificando e modificherà le relazioni umane nello scenario asiatico del 2030. Come vedremo nel corso della tesi, lo spazio della persona verrà completamente stravolto dall’avvento delle self-driving cars, che si aggiungono all’avanzamento tecnologico della rivoluzione industriale 4.0, che di certo non lascerà inalterata la socialità urbana. Ho considerato come scenario primo di riferimento quello degli ultimi quindici anni e sono partita dal presupposto che l’essere umano ha bisogno di comunicare con i suoi simili e di esprimersi, l’influenza della tecnologia ha portato alla creazione del concetto di subordinazione dei nostri rapporti alla connessione: la tendenza è quella di comunicare sempre meno a livello fisico, avvalendosi piuttosto di media digitali (telefono, chat, social network ecc). Lo scenario 2030 vedrà inoltre il consolidarsi della self-driving society, una società influenzata dall’arrivo dei veicoli autonomi che cambieranno radicalmente il contesto urbano. Questo avrà delle ripercussioni sugli spazi dell’individuo all’interno della collettività, del contesto urbano e del suo rapporto con gli altri. L’aspetto che approfondirò sarà quello del cambiamento delle relazioni umane, che potrà avere una struttura sempre più labile: l’avanzamento tecnologico e l’assenza di spazi fisici di relazione nel contesto urbano porteranno ad una netta diminuzione di occasioni di socializzazione. Osservando oggi i comportamenti comuni per le strade, si nota che le persone tendono a socializzare e a parlare con sconosciuti quando si trovano a vivere delle attese: in fila alla posta, al semaforo, alla fermata di un autobus che ritarda, alla cassa di un supermercato. In un contesto urbano in cui non saranno più presenti le attese, in cui tutto sarà in perenne movimento, in una società ancora più dinamica di quella a cui siamo abituati oggi ed in cui le persone saranno ancora più connesse e che non avranno più bisogno della comunicazione fisica per relazionarsi con gli altri, come faremo a preservare la nostra capacità comunicativa? Lo studio di alcuni progetti che vedremo descritti nel capitolo dei riferimenti artistici sono stati sviluppati seguendo il concetto della macchina che aiuta l’uomo ad esprimersi. In un futuro dominato dalla presenza di macchine e dell’intelligenza artificiale, cambieranno gli equilibri all’interno della società, la comprensione di sè e dell’altro. In altre parole, si ridefiniranno i confini degli spazi del singolo all’interno del contesto urbano ed i suoi ruoli all’interno del tessuto sociale. Le differenze di genere verranno superate da differenze di natura più grande: uomo o macchina? Il film Her di Spike Jonze descritto in un capitolo successivo, analizza proprio questo concetto, evidenziando le difficoltà relazionali del futuro dovute all’avanzamento tecnologico. Questo tipo di ricerca, unito ad uno studio di psicologia focalizzato sugli elementi base delle relazioni umane (più specificatamente sugli archetipi di Jung e sugli oggetti transizionali di Winnicott) sono serviti ad elaborare un’ipotesi previsionale riguardo la società futura. Sulla base dei fattori finora citati, tra pochi anni potremmo trovarci a vivere in una società nella quale non vi sarà più spazio per l’espansione della capacità comunicativa umana, sovrastata dall’avanzamento tecnologico (in termini di connessioni, (intelligenza artificiale (Ai), trasporti, contesto urbano). Tutto ciò induce a sottolineare l’ambivalenza dell’avanzamento tecnologico: da un lato potrebbe portare le questioni umane oltre i limiti dell’immaginazione, ma dall’altro si potrebbe verificare una regressione dal punto di vista umano. Potremmo arrivare al punto di aver bisogno di qualcosa che ci aiuti a relazionarci fisicamente con le persone poiché, a causa della disabitudine a farlo, ne staremo perdendo gradualmente la capacità. Il risultato di questo ragionamento è dunque una famiglia di prodotti di Critical Design, un progetto che stimoli la riflessione sull’andamento sociale protagonista del nostro presente e futuro: un oggetto che faccia sentire il bisogno del ritorno della fisicità prima che essa scompaia del tutto. Le relazioni virtuali sono caratterizzate dalla spersonalizzazione del rapporto: oggi si può comunicare a voce, tramite telefonate e messaggi vocali, persino vedere in videochiamata l’altra persona. In conclusione si può avere una valida simulazione della sua presenza. In futuro queste connessioni saranno di certo più evolute, ma non sarà comunque possibile ricreare il vero calore umano. D’altronde una simulazione è pur sempre una simulazione e, per quanto sia realistica, saremo sempre coscienti della sua irrealtà.

Iper-in communication tools in a self driven society

PAVANI, ARIANNA
2017/2018

Abstract

This paper aims to carry out a careful research on the impact of technology on society, and therefore on how it modifies now and how it will modifiy human relations in the Asiatic scenario of 2030. As we will see during the course of the work, the space of the person will be completely distorted from the advent of self-driving cars, adding to the technological advance of the industrial revolution 4.0, which certainly will not leave the social aspect of life in the city unaltered. Assuming that human beings need to communicate with each other and express themselves, and considering the first fifteen years as the first reference scenario, the influence of technology has led to the creation of the concept of subordination of our relationships to the connection: the tendency is to communicate less and less at the physical level, but to communicate through telephone, chat, social networks, etc. The 2030 scenario will see the establishment of the self-driving society, a society influenced by the arrival of the autonomous machines that will radically change the urban context and consequently the spaces of the individual within the community, within the urban context and its relationship with each other. The aspect that I will deepen will be that of the change in human relations, which will have an increasingly labile structure: technological progress and the absence of expectations in the urban context will lead to a sharp decline in terms of socialization opportunities. Observing the common behaviors on the streets, we notice that people tends to socialize and talk to strangers when they find themselves waiting: during the queue at the post office, at the lights, while waiting for a bus that does not arrive and so on. In an urban context in which there will be no more expectations, in which everything will be in constant motion, in an even more dynamic society than the one we are used to today and in which people will be even more connected and who will no longer need communication physics to relate to others, how will we preserve our communication skills? The study of some projects that we will see described in the artistic references have been developed following the concept of the machine that helps man to express himself. In a future dominated by the presence of machines, artificial intelligence, a society that never stops, will change the balance within society, the understanding of itself and of the other, will redefine the boundaries of the spaces of the individual within of the urban context and its roles within the society. The gender differences will be overwhelmed by differences of a larger nature: man or machine? Spike Jonze’s “her” film analyzes this concept, highlighting the relational difficulties of the future due to technological advancement. This type of research, attached to a study of psychology focused on the basic elements of human relationships, more specifically on the archetypes by Jung and on the transitional objects by Winnicott, has served to elaborate the following thought: considering the factors explained, in a few years we will find ourselves living in a society in which there will be no more space for the expansion of human communication ability, dominated by technological progress in terms of connections, Ai, transport, urban context. This leads to the underlining of the ambivalence of technological advancement: on one hand this advancement will bring human questions beyond the limits of imagination, but on the other there is a regression from the human point of view, we will get to the point of needing something that will help us to physically relate to people, as we will no longer be used to doing it, and gradually we will lose its capacity. The result of this reasoning will therefore be a product of Critical Design, a project that stimulates reflection on the social progress of our present and future, an object that makes us feel the need for the return of physicality before it disappears. The “virtual” relationships are characterized by the depersonalization of the relationship: today we can communicate by voice, through phone calls and voice messages, even see the other person in a video call, and then have a valid simulation of his presence. In the future these connections will certainly be more evolved, but it will not be possible to recreate the true human warmth, since a simulation is always a simulation, and as realistic as it is, we are aware that it is not real, and therefore has no intrinsic value.
ARC III - Scuola del Design
19-dic-2018
2017/2018
Questo elaborato si propone di svolgere un’attenta ricerca sull’impatto della tecnologia sulla società; in particolare su come essa stia modificando e modificherà le relazioni umane nello scenario asiatico del 2030. Come vedremo nel corso della tesi, lo spazio della persona verrà completamente stravolto dall’avvento delle self-driving cars, che si aggiungono all’avanzamento tecnologico della rivoluzione industriale 4.0, che di certo non lascerà inalterata la socialità urbana. Ho considerato come scenario primo di riferimento quello degli ultimi quindici anni e sono partita dal presupposto che l’essere umano ha bisogno di comunicare con i suoi simili e di esprimersi, l’influenza della tecnologia ha portato alla creazione del concetto di subordinazione dei nostri rapporti alla connessione: la tendenza è quella di comunicare sempre meno a livello fisico, avvalendosi piuttosto di media digitali (telefono, chat, social network ecc). Lo scenario 2030 vedrà inoltre il consolidarsi della self-driving society, una società influenzata dall’arrivo dei veicoli autonomi che cambieranno radicalmente il contesto urbano. Questo avrà delle ripercussioni sugli spazi dell’individuo all’interno della collettività, del contesto urbano e del suo rapporto con gli altri. L’aspetto che approfondirò sarà quello del cambiamento delle relazioni umane, che potrà avere una struttura sempre più labile: l’avanzamento tecnologico e l’assenza di spazi fisici di relazione nel contesto urbano porteranno ad una netta diminuzione di occasioni di socializzazione. Osservando oggi i comportamenti comuni per le strade, si nota che le persone tendono a socializzare e a parlare con sconosciuti quando si trovano a vivere delle attese: in fila alla posta, al semaforo, alla fermata di un autobus che ritarda, alla cassa di un supermercato. In un contesto urbano in cui non saranno più presenti le attese, in cui tutto sarà in perenne movimento, in una società ancora più dinamica di quella a cui siamo abituati oggi ed in cui le persone saranno ancora più connesse e che non avranno più bisogno della comunicazione fisica per relazionarsi con gli altri, come faremo a preservare la nostra capacità comunicativa? Lo studio di alcuni progetti che vedremo descritti nel capitolo dei riferimenti artistici sono stati sviluppati seguendo il concetto della macchina che aiuta l’uomo ad esprimersi. In un futuro dominato dalla presenza di macchine e dell’intelligenza artificiale, cambieranno gli equilibri all’interno della società, la comprensione di sè e dell’altro. In altre parole, si ridefiniranno i confini degli spazi del singolo all’interno del contesto urbano ed i suoi ruoli all’interno del tessuto sociale. Le differenze di genere verranno superate da differenze di natura più grande: uomo o macchina? Il film Her di Spike Jonze descritto in un capitolo successivo, analizza proprio questo concetto, evidenziando le difficoltà relazionali del futuro dovute all’avanzamento tecnologico. Questo tipo di ricerca, unito ad uno studio di psicologia focalizzato sugli elementi base delle relazioni umane (più specificatamente sugli archetipi di Jung e sugli oggetti transizionali di Winnicott) sono serviti ad elaborare un’ipotesi previsionale riguardo la società futura. Sulla base dei fattori finora citati, tra pochi anni potremmo trovarci a vivere in una società nella quale non vi sarà più spazio per l’espansione della capacità comunicativa umana, sovrastata dall’avanzamento tecnologico (in termini di connessioni, (intelligenza artificiale (Ai), trasporti, contesto urbano). Tutto ciò induce a sottolineare l’ambivalenza dell’avanzamento tecnologico: da un lato potrebbe portare le questioni umane oltre i limiti dell’immaginazione, ma dall’altro si potrebbe verificare una regressione dal punto di vista umano. Potremmo arrivare al punto di aver bisogno di qualcosa che ci aiuti a relazionarci fisicamente con le persone poiché, a causa della disabitudine a farlo, ne staremo perdendo gradualmente la capacità. Il risultato di questo ragionamento è dunque una famiglia di prodotti di Critical Design, un progetto che stimoli la riflessione sull’andamento sociale protagonista del nostro presente e futuro: un oggetto che faccia sentire il bisogno del ritorno della fisicità prima che essa scompaia del tutto. Le relazioni virtuali sono caratterizzate dalla spersonalizzazione del rapporto: oggi si può comunicare a voce, tramite telefonate e messaggi vocali, persino vedere in videochiamata l’altra persona. In conclusione si può avere una valida simulazione della sua presenza. In futuro queste connessioni saranno di certo più evolute, ma non sarà comunque possibile ricreare il vero calore umano. D’altronde una simulazione è pur sempre una simulazione e, per quanto sia realistica, saremo sempre coscienti della sua irrealtà.
Tesi di laurea Magistrale
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