Nuovo paesaggio ischitano. Elementi per una ricostruzione di Casamicciola dopo il sisma del 2017

Last 21 august 2017, an earthquake hit Casamicciola Terme and Lacco Ameno, both municipalities of the island of Ischia. It has produced serious damage in areas which have been historically and for centuries affected by earthquakes and eruptions. Despite the earthquake was classified as “non-destructive” it made serious damages nearby its epicentre, has produced just in the municipality of Casamicciola, hundreds of displaced families. The aim of the thesis is the construction of three alternative hypotheses, which through the analysis of the dynamics that have transformed the island in the last century, interprets its fundamental characteristics to build a vision of possible future. Firstly,this was possible only by analyzing in a cross-cutting and critical way the decision-making phases that accompanied the reconstruction after the earthquakes of 1881 and 1883; the period of blindness and political-administrative negligence of the twentieth century, the entrepreneurial business and the vicious circle that led from the need for a home to the uncontrolled building expansion (abusivismo). Secondly, discussion about reconstruction after earthquake are often “reduced” to building and structural engineering issues, bringing the urban planning debate to the decision where to build the new settlement. Usually, this decision is “crushed” among “build where it was and as it was” or “delocalization”. The purpose of the “project proposals” is to suggest three pragmatic way – set of modalities and tools from national and international study cases – to deal with reconstruction of the red zone of Casamicciola Terme. Moreover, on the basis of the critical issues of the Casamicciola alta settlement, the first out of the three alternatives proposes a variant from “where it was, as it was” to “where it was, but not as it was”. The other two proposals arise from the division of the strategy “delocalization”. On one hand, the second alternative proposes a re-use of an abandoned building in Casamicciola; on the other hand, the last proposal aim to cut as much as possible the consumption of soils in case of new settlements has to be build on free land far from the epicentre.

Il terremoto del 21 agosto 2017 ha colpito Casamicciola Terme e Lacco Ameno, entrambe municipalità dell’isola d’Ischia, e ha prodotto gravi danni in aree storicamente colpite dagli stessi, tragici eventi secoli addietro. Quest’ultimo evento, nel solo comune di Casamicciola Terme, sul quale si concentra questo studio, ha reso inagibili - con danni medio/gravi – all’incirca 1000 edifici residenziali e commerciali ed il 100% degli edifici pubblici, lasciando senza una casa centinaia di famiglie. L’area dove si sono registrati i maggiori danni, la zona rossa, successivamente ristretta e ridefinita, è quella che comprende i quartieri del Maio, la Rita e parte della Sentinella. Nonostante si sia trattato di un evento di bassa/media entità – 4.2 gradi della scala Richter - i danni riportati su questa porzione di territorio sono stati elevati. L’obiettivo della tesi è la costruzione di tre ipotesi alternative che, attraverso l’analisi delle dinamiche che hanno trasformato l’isola nell’ultimo secolo, ne interpreta i caratteri fondamentali per costruire una nuova visione di futuro. Ciò è stato possibile, solo analizzando in modo trasversale e critico le fasi decisionali che hanno accompagnato la ricostruzione in seguito ai sismi del 1881 e del 1883; il periodo di cecità e negligenza politico-amministrativa del XX secolo, l’affarismo imprenditoriale e il circolo vizioso che ha portato dalla necessità di una casa all’espansione (abusivismo) edilizio incontrollato. In altre parole, si è cercato di comprendere tra gli avvenimenti passati, le motivazioni alla base di quell’elevato danneggiamento – per un sisma ritenuto non distruttivo - nella zona di Casamicciola Alta. Lo scopo delle “proposte progettuali” è quello di innestarsi sulla dicotomia del “dov’era, com’era” e “delocalizzazione” proponendo – in modo pragmatico – tre ipotesi alternative per affrontare la ricostruzione della zona rossa di Casamicciola Terme. Le proposte si sviluppano come un insieme di modalità volte a fornire gli elementi per affrontare la ricostruzione, più che come un progetto “fatto e finito” volto a predeterminare la forma finale. Se da un lato, il com’era dov’era intercetta immediatamente la memoria dei terremotati evocando in loro un’immagine di passato distrutto ma riproponibile; dall’altro lato, la rigida applicazione del dov’era, com’era, genera un “falso stilistico” sul quale riflettere e interrogarsi se ne valga la pena rifarne una copia in virtù di una spinta emotiva. Nasce, sulla base di questo interrogativo, la prima proposta che porta all’individuazione delle criticità degli insediamenti di Casamicciola alta e propone la variante del “dov’era, ma non com’era”. Le altre due proposte, invece, nascono dalla divisione della strategia ricostruttiva della “delocalizzazione”. In pratica, nella seconda proposta, una volta riconosciuta l’impossibilità di ricostruzione in zona rossa, si propone il riutilizzo di strutture dismesse per evitare ulteriore consumo di suolo. Nella terza alternativa, nel processo di dimensionamento e individuazione di suoli liberi, si propone una ricostruzione che, per ovviare alla carenza di spazio disponibile, punti alla verticalità invece che all’orizzontalità.