In the heart of Milan historic center, right beside the Basilica of San Nazaro in Brolo, and overlooking the ancient building of the Ca’ Granda hospital ( nowadays University of Milan), there is a urban block that got 'broken' during WWII bombardments and was never rebuilt, showing on the leftover a resulting fragmented front. The thesis deals with the theme of the reconstruction of the edge through historical traces. In such prestigious site, the aim of the project is to shape a new urban frontage, bringing back the pre-war block perimeter through the project of a house-archive to exhibit the private collection of archive pieces by Milanese sculptor Alik Cavaliere, now own by his heirs. There are two reasons behind the choice of Alik as the focus artist: the first, of a factual nature, lies in the close relationship between Cavaliere’s family and the city of Milan and especially with the Contrada del Brolo, where the artist's first studio was located; the second, of an artistic nature, is inspired by the sculptor’s multifaceted and always renewed activity, centered on the investigation of the relationship between art, nature and memory. The new edges defined by the intervention are treated with different strategies; while the external façades, which follows the old-block, behave like inhabited walls, the internal fronts are inspired by Alik’s work on Natura Genarans, as they face an inner outdoor court. The interior space is molded in relation to the exhibited works, giving life to an autonomous universe and creating a synergy between the art world and the functions of living, where architecture is a mediator. The art pieces are thus kept in niches, or integrated into the design of internal spatiality, with the aim of making them "architectural molding material". In particular, the internal courtyard on the ground floor becomes a hidden oasis, the heart of the project, which incorporates a physical nature and the "fictitious" nature of the Arbres cycle of works, because, as Alik wrote in his notebooks, "nature creates spaces and indispensable shadows and architecture becomes the direct outcome of the surrounding nature".

Nel cuore del centro storico di Milano, accanto alla basilica di San Nazaro in Brolo, e affacciato sull'antico edificio dell'ospedale maggiore, oggi Università Statale, si trova un frammento urbano, un isolato ‘rotto’ dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e mai ricostruito. La tesi affronta il tema della ricostruzione del bordo attraverso le tracce storiche; obiettivo è contribuire alla riconfigurazione di un fronte urbano in questo sito di pregio con il progetto di una casa-archivio dove allestire la collezione d’archivio dello scultore milanese Alik Cavaliere, oggi in lascito ai suoi eredi. Due sono le ragioni su cui si fonda la scelta dell'artista: la prima, di ordine fattuale, risiede nello stretto legame della famiglia Cavaliere con la città di Milano e con la Contrada del Brolo, dove si trovava primo studio dell’artista; la seconda, di natura artistica, è ispirata alla poetica dello scultore e al tema cardine della sua poliedrica e sempre rinnovata attività, il rapporto tra arte, natura e memoria. Il progetto indaga il tema del 'bordo' sperimentando sui due fronti principali un diverso approccio: mentre il fronte esterno dell'edificio, seguendo le giaciture, si comporta come un muro abitato, il fronte interno si ispira, a livello concettuale, all’opera di Cavaliere e al suo concetto di Natura Generante. Lo spazio interno si plasma in relazione alle opere esposte, dando vita a un universo autonomo e creando una sinergia tra il mondo dell’arte e le funzioni dell’abitare, dove l’architettura è mediatrice. Le opere d’arte sono così custodite in nicchie, oppure integrate nel disegno delle spazialità interne, con l’obiettivo di renderle “materiale plasmante d’architettura”. In particolare, la corte interna al pian terreno diventa un’oasi nascosta, il cuore del progetto, che ingloba una natura fisica e quella “fittizia” del ciclo delle opere degli Arbres, perché, come scrisse Alik nei suoi taccuini, “la natura crea spazi e ombre indispensabili e frutto diretto della natura circostante diviene l’architettura”.

Architettura, arte, memoria. Casa-archivio Alik Cavaliere alla Contrada del Brolo, Milano

CERON, IRENE SOFIA
2017/2018

Abstract

In the heart of Milan historic center, right beside the Basilica of San Nazaro in Brolo, and overlooking the ancient building of the Ca’ Granda hospital ( nowadays University of Milan), there is a urban block that got 'broken' during WWII bombardments and was never rebuilt, showing on the leftover a resulting fragmented front. The thesis deals with the theme of the reconstruction of the edge through historical traces. In such prestigious site, the aim of the project is to shape a new urban frontage, bringing back the pre-war block perimeter through the project of a house-archive to exhibit the private collection of archive pieces by Milanese sculptor Alik Cavaliere, now own by his heirs. There are two reasons behind the choice of Alik as the focus artist: the first, of a factual nature, lies in the close relationship between Cavaliere’s family and the city of Milan and especially with the Contrada del Brolo, where the artist's first studio was located; the second, of an artistic nature, is inspired by the sculptor’s multifaceted and always renewed activity, centered on the investigation of the relationship between art, nature and memory. The new edges defined by the intervention are treated with different strategies; while the external façades, which follows the old-block, behave like inhabited walls, the internal fronts are inspired by Alik’s work on Natura Genarans, as they face an inner outdoor court. The interior space is molded in relation to the exhibited works, giving life to an autonomous universe and creating a synergy between the art world and the functions of living, where architecture is a mediator. The art pieces are thus kept in niches, or integrated into the design of internal spatiality, with the aim of making them "architectural molding material". In particular, the internal courtyard on the ground floor becomes a hidden oasis, the heart of the project, which incorporates a physical nature and the "fictitious" nature of the Arbres cycle of works, because, as Alik wrote in his notebooks, "nature creates spaces and indispensable shadows and architecture becomes the direct outcome of the surrounding nature".
BAROSIO, MICHELA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2018
2017/2018
Nel cuore del centro storico di Milano, accanto alla basilica di San Nazaro in Brolo, e affacciato sull'antico edificio dell'ospedale maggiore, oggi Università Statale, si trova un frammento urbano, un isolato ‘rotto’ dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e mai ricostruito. La tesi affronta il tema della ricostruzione del bordo attraverso le tracce storiche; obiettivo è contribuire alla riconfigurazione di un fronte urbano in questo sito di pregio con il progetto di una casa-archivio dove allestire la collezione d’archivio dello scultore milanese Alik Cavaliere, oggi in lascito ai suoi eredi. Due sono le ragioni su cui si fonda la scelta dell'artista: la prima, di ordine fattuale, risiede nello stretto legame della famiglia Cavaliere con la città di Milano e con la Contrada del Brolo, dove si trovava primo studio dell’artista; la seconda, di natura artistica, è ispirata alla poetica dello scultore e al tema cardine della sua poliedrica e sempre rinnovata attività, il rapporto tra arte, natura e memoria. Il progetto indaga il tema del 'bordo' sperimentando sui due fronti principali un diverso approccio: mentre il fronte esterno dell'edificio, seguendo le giaciture, si comporta come un muro abitato, il fronte interno si ispira, a livello concettuale, all’opera di Cavaliere e al suo concetto di Natura Generante. Lo spazio interno si plasma in relazione alle opere esposte, dando vita a un universo autonomo e creando una sinergia tra il mondo dell’arte e le funzioni dell’abitare, dove l’architettura è mediatrice. Le opere d’arte sono così custodite in nicchie, oppure integrate nel disegno delle spazialità interne, con l’obiettivo di renderle “materiale plasmante d’architettura”. In particolare, la corte interna al pian terreno diventa un’oasi nascosta, il cuore del progetto, che ingloba una natura fisica e quella “fittizia” del ciclo delle opere degli Arbres, perché, come scrisse Alik nei suoi taccuini, “la natura crea spazi e ombre indispensabili e frutto diretto della natura circostante diviene l’architettura”.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/144704