Architecture can be identified in relation to built boundaries: it presents itself as a space gathered within its perimeter. The space that characterizes architecture can’t be considered as a “closed “ one: it is rather a “circumscribed-open”, delimited but at the same time open, open to acceptance, to settlement and to the human gesture. The project starts from the analysis of the studies conducted on the south-eastern area of ​​the Palatine that concern the evolution of the city and the developments that have lead to it as we know it today. In particular, we investigated the buildings belonging to the Domus Severiana: the Arcate Severiane, one of the most significant scenarios in Rome. The new grafting tries to give an ordered solution to the space. Preserving and improving are the objectives of the project that undertakes a comparison with the historical heritage, creating a dialogue between past and present. The aim of the project was to bring the South-East Palatine back to a possible reconfiguration, intervening on existing substructures and reconstructing the facade that they could have in the historical Massenziana phase. Part of the original volume of ancient architecture has been revived to allow a cleared understanding and a complete fruition. The studies, based on different reconstructive hypotheses, become a redefinition of a dissolved margin towards the area once occupied by the Settizodio, of which today remains a faded trace. The project is grafted onto the existing ruin by continuing and highlighting its proportions.

L’architettura viene individuata in relazione a dei margini costruiti: si presenta come spazio raccolto all’interno del suo perimetro. Lo spazio di cui si compone l’architettura non è un “chiuso”: è piuttosto un “circoscritto-aperto”, delimitato ma al tempo stesso aperto, aperto all’accoglienza, all’insediamento e al gesto umano. Il progetto parte dalla considerazione ed analisi degli studi condotti sull’area sud-orientale del Palatino che riguardano l’evoluzione della città e gli sviluppi che l’hanno resa tale. In particolare si è indagato sulle sostruzioni appartenenti alla Domus Severiana: le Arcate Severiane, uno degli scenari più significativi di Roma. Il nuovo innesto cerca di dare una soluzione ordinata allo spazio. Conservare e migliorare sono gli obbiettivi del progetto che intraprende un confronto con il patrimonio storico, creando un dialogo tra passato e presente. Il progetto ha assunto come scopo quello di riportare il Palatino sud-orientale ad una possibile riconfigurazione, intervenendo sulle sostruzioni esistenti e ricostruendone il completamento che esse potevano assumere nella fase storica Massenziana. E’ stata riproposta parte della volumetria originaria delle architetture antiche per permetterne una comprensione rievocativa ed una completa fruizione. Gli studi, basati su differenti ipotesi ricostruttive, si sono concretizzati nella ridefinizione di un margine che va dissolvendosi verso l’area un tempo occupata dal Settizodio, di cui oggi ne resta una sbiadita traccia. Il progetto si innesta sulla rovina esistente continuandone e rimarcandone le sue proporzioni.

Immanes substructiones. Ridefinizione dell'angolo sud orientale del Palatino e ricostruzione del fronte delle Arcate Severiane

MONDINO, SOFIA
2017/2018

Abstract

Architecture can be identified in relation to built boundaries: it presents itself as a space gathered within its perimeter. The space that characterizes architecture can’t be considered as a “closed “ one: it is rather a “circumscribed-open”, delimited but at the same time open, open to acceptance, to settlement and to the human gesture. The project starts from the analysis of the studies conducted on the south-eastern area of ​​the Palatine that concern the evolution of the city and the developments that have lead to it as we know it today. In particular, we investigated the buildings belonging to the Domus Severiana: the Arcate Severiane, one of the most significant scenarios in Rome. The new grafting tries to give an ordered solution to the space. Preserving and improving are the objectives of the project that undertakes a comparison with the historical heritage, creating a dialogue between past and present. The aim of the project was to bring the South-East Palatine back to a possible reconfiguration, intervening on existing substructures and reconstructing the facade that they could have in the historical Massenziana phase. Part of the original volume of ancient architecture has been revived to allow a cleared understanding and a complete fruition. The studies, based on different reconstructive hypotheses, become a redefinition of a dissolved margin towards the area once occupied by the Settizodio, of which today remains a faded trace. The project is grafted onto the existing ruin by continuing and highlighting its proportions.
OSSOLA, SAMUELE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2018
2017/2018
L’architettura viene individuata in relazione a dei margini costruiti: si presenta come spazio raccolto all’interno del suo perimetro. Lo spazio di cui si compone l’architettura non è un “chiuso”: è piuttosto un “circoscritto-aperto”, delimitato ma al tempo stesso aperto, aperto all’accoglienza, all’insediamento e al gesto umano. Il progetto parte dalla considerazione ed analisi degli studi condotti sull’area sud-orientale del Palatino che riguardano l’evoluzione della città e gli sviluppi che l’hanno resa tale. In particolare si è indagato sulle sostruzioni appartenenti alla Domus Severiana: le Arcate Severiane, uno degli scenari più significativi di Roma. Il nuovo innesto cerca di dare una soluzione ordinata allo spazio. Conservare e migliorare sono gli obbiettivi del progetto che intraprende un confronto con il patrimonio storico, creando un dialogo tra passato e presente. Il progetto ha assunto come scopo quello di riportare il Palatino sud-orientale ad una possibile riconfigurazione, intervenendo sulle sostruzioni esistenti e ricostruendone il completamento che esse potevano assumere nella fase storica Massenziana. E’ stata riproposta parte della volumetria originaria delle architetture antiche per permetterne una comprensione rievocativa ed una completa fruizione. Gli studi, basati su differenti ipotesi ricostruttive, si sono concretizzati nella ridefinizione di un margine che va dissolvendosi verso l’area un tempo occupata dal Settizodio, di cui oggi ne resta una sbiadita traccia. Il progetto si innesta sulla rovina esistente continuandone e rimarcandone le sue proporzioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/144726