Interacting with an archaeological site of such unique and extraordinarily fascinating entity, such as that of Villa Adriana, is undoubtedly an unrepeatable opportunity to try and rediscover the true value of "making architecture". At the same time, this is a design challenge that is not easy: in this work, I decided to superimpose the archaeological and architectural and landscape components, with particular attention to the landscape and vegetation culture. The natural element in Villa Adriana, in fact, is not a simple accessory, but has the same historical value as the archaeological element. Along this site, the constant presence of tree species that identify the different pavilions is immediately evident. Rows of cypresses, ancient olive trees, holm oaks, Judas trees and maritime pines are nothing but co-protagonists of a journey, or rather of a journey, in what used to be the territory of one of the most learned entrants of the ancient Rome. This trip, as envisaged in the thesis in question, wants to be told precisely by the non-architectural component, for the redevelopment of a part of the Unesco Buffer Zone, located between the archaeological site and the Aniene river. Each hectare of this project area traces the journeys undertaken by the emperor from an exquisitely botanical point of view; here, contrary to what usually happens, architecture becomes almost ancilla of the landscape: it becomes an isolated element, but at the same time it is an element integrated with its "negative", since, for anthontamy, the concept of nature is opposed to that of architecture. In fact, it is known that the etymology of the same term "architecture" derives from two Greek concepts: ἀρχή - principle, origin, that is the primordial force that dominates the world, from which everything comes and to which everything will return) - and τέχνη (ability to invent, create, build). Therefore, it is evident how the term, in its substantial meaning, synthetically explains all that is the exclusive work of man; however, my thesis intends to transform the figure of the plant landscape from "negative" to "positive", demonstrating how it is possible that to do architecture, in this specific case, is nature: the first actor of this project of mine .

Interagire con un sito archeologico di entità così unica e straordinariamente affascinante, come quello di Villa Adriana, è senz’altro un’occasione irripetibile per tentare di ritrovare il vero valore del “fare architettura”. Al contempo, si tratta di una sfida progettuale che facile non è: in questo lavoro, ho deciso di sovrapporre la componente archeologica e archi- tettonica a quella paesaggistica, con un’attenzio- ne particolare rivolta alla cultura del paesaggio e della vegetazione. L’elemento naturale a Villa Adriana, infatti, non è un semplice accessorio, ma possiede lo stesso valore storico dell’elemento archeologico. Percorrendo tale sito, è immediatamente evidente la costante presenza di specie arboree che identi- ficano i diversi padiglioni. Filari di cipressi, ulivi secolari, lecci, alberi di Giuda e pini marittimi non sono altro che co-pro- tagonisti di un percorso, anzi di un viaggio, in quello che era il territorio di uno dei più colti im- peratori dell’antica Roma. Questo viaggio, per quanto prospettato nella tesi in oggetto, vuole esser raccontato proprio dalla componente non architettonica, per la riqualifi- cazione di una parte della Buffer Zone Unesco, posta tra il sito archeologico e il fiume Aniene.Ciascun ettaro di quest’area di progetto ripercorre i viaggi che l’imperatore intraprese da un punto di vista squisitamente botanico; qui, al contrario di quanto avviene solitamente, l’architettura si fa quasi ancilla del paesaggio: diventa elemento isolato, ma allo stesso tempo elemento integrato con il suo “negativo”, dal momento che, per anto- nomasia, il concetto di natura si oppone a quello di architettura. É noto, infatti, che l’etimologia dello stesso ter- mine “architettura” deriva da due concetti greci: ἀρχή - principio, origine, ossia la forza primige- nia che domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà) - e τέχνη (capacità di inven- tare, creare, costruire). Pertanto, è evidente come il termine, nella sua accezione sostanziale, espri- ma sinteticamente tutto ciò che è opera esclusiva dell’uomo; tuttavia, la mia tesi intende proprio tramutare la figura del paesaggio vegetale da “ne- gativo” a “positivo”, dimostrando come sia pos- sibile che a fare architettura, nel caso specifico, sia proprio la natura: primo attore di questo mio progetto.

Horti Hadrianei e riqualificazione della buffer zone Unesco di Villa Adriana

VISENTIN, SILVIA REBECCA
2017/2018

Abstract

Interacting with an archaeological site of such unique and extraordinarily fascinating entity, such as that of Villa Adriana, is undoubtedly an unrepeatable opportunity to try and rediscover the true value of "making architecture". At the same time, this is a design challenge that is not easy: in this work, I decided to superimpose the archaeological and architectural and landscape components, with particular attention to the landscape and vegetation culture. The natural element in Villa Adriana, in fact, is not a simple accessory, but has the same historical value as the archaeological element. Along this site, the constant presence of tree species that identify the different pavilions is immediately evident. Rows of cypresses, ancient olive trees, holm oaks, Judas trees and maritime pines are nothing but co-protagonists of a journey, or rather of a journey, in what used to be the territory of one of the most learned entrants of the ancient Rome. This trip, as envisaged in the thesis in question, wants to be told precisely by the non-architectural component, for the redevelopment of a part of the Unesco Buffer Zone, located between the archaeological site and the Aniene river. Each hectare of this project area traces the journeys undertaken by the emperor from an exquisitely botanical point of view; here, contrary to what usually happens, architecture becomes almost ancilla of the landscape: it becomes an isolated element, but at the same time it is an element integrated with its "negative", since, for anthontamy, the concept of nature is opposed to that of architecture. In fact, it is known that the etymology of the same term "architecture" derives from two Greek concepts: ἀρχή - principle, origin, that is the primordial force that dominates the world, from which everything comes and to which everything will return) - and τέχνη (ability to invent, create, build). Therefore, it is evident how the term, in its substantial meaning, synthetically explains all that is the exclusive work of man; however, my thesis intends to transform the figure of the plant landscape from "negative" to "positive", demonstrating how it is possible that to do architecture, in this specific case, is nature: the first actor of this project of mine .
OSSOLA, SAMUELE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2018
2017/2018
Interagire con un sito archeologico di entità così unica e straordinariamente affascinante, come quello di Villa Adriana, è senz’altro un’occasione irripetibile per tentare di ritrovare il vero valore del “fare architettura”. Al contempo, si tratta di una sfida progettuale che facile non è: in questo lavoro, ho deciso di sovrapporre la componente archeologica e archi- tettonica a quella paesaggistica, con un’attenzio- ne particolare rivolta alla cultura del paesaggio e della vegetazione. L’elemento naturale a Villa Adriana, infatti, non è un semplice accessorio, ma possiede lo stesso valore storico dell’elemento archeologico. Percorrendo tale sito, è immediatamente evidente la costante presenza di specie arboree che identi- ficano i diversi padiglioni. Filari di cipressi, ulivi secolari, lecci, alberi di Giuda e pini marittimi non sono altro che co-pro- tagonisti di un percorso, anzi di un viaggio, in quello che era il territorio di uno dei più colti im- peratori dell’antica Roma. Questo viaggio, per quanto prospettato nella tesi in oggetto, vuole esser raccontato proprio dalla componente non architettonica, per la riqualifi- cazione di una parte della Buffer Zone Unesco, posta tra il sito archeologico e il fiume Aniene.Ciascun ettaro di quest’area di progetto ripercorre i viaggi che l’imperatore intraprese da un punto di vista squisitamente botanico; qui, al contrario di quanto avviene solitamente, l’architettura si fa quasi ancilla del paesaggio: diventa elemento isolato, ma allo stesso tempo elemento integrato con il suo “negativo”, dal momento che, per anto- nomasia, il concetto di natura si oppone a quello di architettura. É noto, infatti, che l’etimologia dello stesso ter- mine “architettura” deriva da due concetti greci: ἀρχή - principio, origine, ossia la forza primige- nia che domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà) - e τέχνη (capacità di inven- tare, creare, costruire). Pertanto, è evidente come il termine, nella sua accezione sostanziale, espri- ma sinteticamente tutto ciò che è opera esclusiva dell’uomo; tuttavia, la mia tesi intende proprio tramutare la figura del paesaggio vegetale da “ne- gativo” a “positivo”, dimostrando come sia pos- sibile che a fare architettura, nel caso specifico, sia proprio la natura: primo attore di questo mio progetto.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/144733