The unifier. Aa art center flanked by Novartis and Basel

Over the past decade, the world has seen a significant boost in the creation of scientific and technological campus. Now- adays, their strategic role, coupled with an interaction between these hubs and the most innovative research enterprises, defines campus and city as two interrelated realities. The Novartis company answers to this new need by remodelling the Basel campus through a masterplan by Vittorio Mag- nago Lampugnani, where the architect expressed his willingness to promote synergy between campus and city: an urban environment where scientific research spaces are integrated with commercial and, perhaps in the future, cultural, leisure and sport facilities to be shared with the local community and the city. In line with this vision, the thesis investigates ways to transform a closed scientific enclave into an authentic city district, from “a city within a city” to “part of the city”. Interpreting the contemporary concept of corporate campus, the research focuses on its spatial, functional and infrastructural relationships with the city and explores contemporary urban design strategies emphasizing on the role of an “urban archi- tecture” in strengthening those links. A new Art Centre which acts as an “urban device”, a filtering element between the city, the post-industrial landscape of the Campus and the Rhine River, redefines strongly the image of the riverfront. Located on the North-eastern edge of the cam- pus, outside its perimeter fence, the building articulates in two volumes generated by the interaction and superimposition between the city’s and campus’ grids. At the same time the complex incorporates the different building heights in the Novartis Campus, with varying reactions at intervals on the façades. The Art Centre, completing the north-eastern edge of the Lampugnani’s urban grid, gives a strong sense of balance and symmetry to the Novartis Campus riverfront and extends its urban structure towards the Rhine through several landscape elements that shuttle between the city’s and campus’ grids. Thus, the new intervention, by creating a strong architectural and urban “corridor” between Novartis Campus and the city of Basel, ends to open the campus, besides reconfigure and greatly improve the quality of the riverfront. The building, a vertical art centre, responds in its massing and different material qualities to the close proximity of the “open landscape” of the river and the city, and employs a linguistic choice of unity and duality that well expresses its complex condition: a façade of stone and glass, an Atrium and courtyard that divides the building into Double and Single height spaces, double system of stone joints, double system of mullions.

Negli ultimi dieci anni, il mondo ha visto un significativo impulso nello sviluppo dei campus scientifici e tecnologici. Oggi, il loro ruolo strategico, unito all’interazione tra questi hub strategici e le imprese più innovative nell’ambito della ricerca scientifica, individua il campus e la città come due realtà interrelate. Il gruppo Novartis risponde a questa nuova esigenza riconfigurando il campus di Basilea attraverso un masterplan disegnato da Vittorio Magnago Lampugnani, che esprime la sua volontà di promuovere la sinergia tra campus e città: un ambiente urbano in cui gli spazi per la ricerca scientifica si integrano con quelli per attività commerciali e, forse in futuro, culturali, ricreative e sportive aperte alla comunità locale e all’intera città. In linea con questa visione, la tesi esplora strategie per trasformare un’”enclave per la ricerca scientifica” in un autentico distretto urbano, da “una città nella città” a una “parte di città”. Interpretando il concetto contemporaneo di coporate campus, la ricerca si concentra sulle sue relazioni spaziali, funzionali e infrastrutturali con la città ed esplora le strategie del disegno urbano contemporaneo enfatizzando il ruolo di una “architettura urbana” nel rafforzare questi legami. Un nuovo Art Center agisce come un “dispositivo urbano”, un “filtro” tra la città, il paesaggio post-industriale del Campus e il fiume Reno, e ridefinisce marcatamente l’immagine del lungofiume. Situato al margine nord-orientale del campus, al di fuori del suo recinto perimetrale, l’edificio si articola in due volumi generati dall’interazione e dalla sovrapposizione tra le griglie della città e quella del campus. Allo stesso tempo, il complesso incorpora le diverse altezze dell’edificio nel Campus Novartis, con diversi contrappunti e inflessioni a intervalli sulle facciate. Il Centro d’Arte, che completa il bordo nord-orientale della griglia urbana di Lampugnani, dà un forte senso di equilibrio e simmetria al lungofiume del Novartis Campus e estende la sua struttura urbana verso il Reno attraverso diversi elementi paesaggistici che fanno trait d'union tra i tracciati della città e del campus. Così, il nuovo intervento, dando vita ad un forte “corridoio” architettonico e urbano tra il Novartis Campus e la città di Basilea, arriva ad “aprire” il campus, oltre a riconfigurare e qualificarne il lungofiume. L’edificio, un centro d’arte “verticale”, sceglie un linguaggio unitario e allo stesso tempo duale: una facciata in pietra e vetro, un atrio e un cortile che divide l’edificio in spazi a doppia altezza e convenzionali, un “doppio” sistema di giunti in pietra e un doppio sistema di montanti. L'edificio, un centro d'arte “verticale”, nella sua “solidità” e nelle differenti qualità materiche risponde alla stretta vicinanza del "paesaggio aperto" del fiume e della città, e sceglie un linguaggio unitario e allo stesso tempo duale che ben esprime la sua condizione complessa: una facciata in pietra e vetro, un atrio e cortile che divide l'edificio in spazi a doppia altezza e più convenzionali, un doppio sistema di giunti in pietra e di montanti.