The cities, and the metropolis where we live in are constantly changing and developing. For this reason new needs of the human beings are generated. Quoting Oscar Wilde “if nature had been comfortable, human kind would never have invented architecture”. Starting from this concept the architect has to investigate what the current needs are in order to meet them. Considering this from a wider point of view, the role of the architect is to consider all the aspects concerning the area he operates in: “like a room in a house, a house within a city project”. Nowadays one of the emerging needs is making cities a “greener” place to be, where it is possible to be in harmony with the surrounding environment. This integration between nature and architecture dates back to the VIII century BC with the Babylon’s Garden, apart from this example there have been many different examples over the time where architecture and nature were separated. Over the last years thanks to the modern movement, CIAM, Emilio Ambasz, Lina Bo Bardi, SITE and to many others the presence of the “green” in the architecture has become more and more important. Moreover, these premises have been internationally supported by the governments, with incentives and laws. The following project focuses on the case study of the Hong Kong metropolis. Considering its history, its constant development, its culture and its contradictions the common aspects have always been simplicity, precision and order. The project area is based at the Victoria Harbour, in the North of the Hong Kong Island, in front of Kowloon. This area is a very important place from the commercial and historical point of view and it originally covered a even smaller surface, after increased thanks to the reclaimed land. In particular, the project deals with the piers 4,5,6 reconstruction, sticking to the CEDD (Civil Engineering and Development Department) requirements. This project aims to portray a new vision of the contemporary architecture well integrated with nature reflecting and adhering to the cultural, physical and typological environment where it is based.

Le città, le metropoli in cui viviamo sono in costante evoluzione e cambiamento. Seguono lo sviluppo delle necessità dell’uomo contemporaneo. Come affermava Wilde “Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura”, dunque occorre interrogarsi riguardo quali siano le necessità attuali alle quali l’architettura possa dare risposta, considerandola nel suo più grande contesto, una stanza in una casa, una casa nel progetto di una città. Al giorno d’oggi uno di questi bisogni è di rendere le città un luogo più verde e maggiormente in relazione con la natura. Il rapporto di stretta integrazione tra natura e architettura risale almeno al VIII secolo a.C. con i Giardini Babilonesi di Nabucodonosor, tuttavia nel corso del tempo vi sono stati anche momenti di separazione tra ciò che era artificio e ciò che era natura. Negli ultimi anni, grazie anche al Movimento Moderno, al CIAM, ad Emilio Ambasz, a Lina Bo Bardi, ai SITE e molti altri, la presenza del verde nell’architettura si è fatta sempre più forte. Queste premesse, inoltre, sono sostenute dalla politica attuale a livello internazionale, grazie a incentivi e leggi. Il progetto, in particolare, prende come caso studio la città metropolitana di Hong Kong. Partendo dallo studio della sua storia, dello sviluppo, della sua cultura e delle contraddizioni, fili di Arianna sono stati la semplicità, la precisione e l’ordine. L’area di progetto è situata nel porto di Victoria, in affaccio della penisola di Kowloon, a nord dell’isola di Hong Kong. Luogo nevralgico e storico della città, il quale in origine ricopriva una superficie notevolmente inferiore, aumentata attraverso le terre sottratte al mare. In particolare, il progetto si occupa della ricostruzione dei moli 4,5,6, seguendo le richieste del piano del CEDD (Civil Engineering and Development Department). Il progetto vuole dunque essere visione di un’architettura contemporanea fortemente integrata con la natura, ma allo stesso tempo frutto del contesto fisico, tipologico e culturale in cui si inserisce.

Nature and nostalgia. The empowerment of aesthetic in building resilience

MURARI, LAURA
2017/2018

Abstract

The cities, and the metropolis where we live in are constantly changing and developing. For this reason new needs of the human beings are generated. Quoting Oscar Wilde “if nature had been comfortable, human kind would never have invented architecture”. Starting from this concept the architect has to investigate what the current needs are in order to meet them. Considering this from a wider point of view, the role of the architect is to consider all the aspects concerning the area he operates in: “like a room in a house, a house within a city project”. Nowadays one of the emerging needs is making cities a “greener” place to be, where it is possible to be in harmony with the surrounding environment. This integration between nature and architecture dates back to the VIII century BC with the Babylon’s Garden, apart from this example there have been many different examples over the time where architecture and nature were separated. Over the last years thanks to the modern movement, CIAM, Emilio Ambasz, Lina Bo Bardi, SITE and to many others the presence of the “green” in the architecture has become more and more important. Moreover, these premises have been internationally supported by the governments, with incentives and laws. The following project focuses on the case study of the Hong Kong metropolis. Considering its history, its constant development, its culture and its contradictions the common aspects have always been simplicity, precision and order. The project area is based at the Victoria Harbour, in the North of the Hong Kong Island, in front of Kowloon. This area is a very important place from the commercial and historical point of view and it originally covered a even smaller surface, after increased thanks to the reclaimed land. In particular, the project deals with the piers 4,5,6 reconstruction, sticking to the CEDD (Civil Engineering and Development Department) requirements. This project aims to portray a new vision of the contemporary architecture well integrated with nature reflecting and adhering to the cultural, physical and typological environment where it is based.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2018
2017/2018
Le città, le metropoli in cui viviamo sono in costante evoluzione e cambiamento. Seguono lo sviluppo delle necessità dell’uomo contemporaneo. Come affermava Wilde “Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura”, dunque occorre interrogarsi riguardo quali siano le necessità attuali alle quali l’architettura possa dare risposta, considerandola nel suo più grande contesto, una stanza in una casa, una casa nel progetto di una città. Al giorno d’oggi uno di questi bisogni è di rendere le città un luogo più verde e maggiormente in relazione con la natura. Il rapporto di stretta integrazione tra natura e architettura risale almeno al VIII secolo a.C. con i Giardini Babilonesi di Nabucodonosor, tuttavia nel corso del tempo vi sono stati anche momenti di separazione tra ciò che era artificio e ciò che era natura. Negli ultimi anni, grazie anche al Movimento Moderno, al CIAM, ad Emilio Ambasz, a Lina Bo Bardi, ai SITE e molti altri, la presenza del verde nell’architettura si è fatta sempre più forte. Queste premesse, inoltre, sono sostenute dalla politica attuale a livello internazionale, grazie a incentivi e leggi. Il progetto, in particolare, prende come caso studio la città metropolitana di Hong Kong. Partendo dallo studio della sua storia, dello sviluppo, della sua cultura e delle contraddizioni, fili di Arianna sono stati la semplicità, la precisione e l’ordine. L’area di progetto è situata nel porto di Victoria, in affaccio della penisola di Kowloon, a nord dell’isola di Hong Kong. Luogo nevralgico e storico della città, il quale in origine ricopriva una superficie notevolmente inferiore, aumentata attraverso le terre sottratte al mare. In particolare, il progetto si occupa della ricostruzione dei moli 4,5,6, seguendo le richieste del piano del CEDD (Civil Engineering and Development Department). Il progetto vuole dunque essere visione di un’architettura contemporanea fortemente integrata con la natura, ma allo stesso tempo frutto del contesto fisico, tipologico e culturale in cui si inserisce.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/144915