Progetto di riuso dell'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza

The thesis project aims to develop the Reuse of the ex convent of San Sepolcro, located in Piacenza. This building is currently included into the Guglielmo da Saliceto hospital complex. The ex convent, along with the whole area, are now in the cradle of an important debate on the prospectives of buildings and urban spaces hosting the hospital function, since it appears now to be about to be relocated on the municipal area. The topical theme seems to have started different debates up and to have launched the partecipation of public and private local istitutions. The decision to move the Hospital is now generating interest from and architectural and urban viewpoint: it could create a huge void in the historical centre as well as it could launch a process of reshaping of different areas around, representing a significant opportunity for the future develpoment of the city. This is the scenario in which the thesis has been worked out. The dissertation is structured in four parts. The first part introduces the Reuse topic and it clarifies the interpretation given to it. The following parts concern the project ideas and each one describes a different scale of intervention. The second part describes the role of the area on an urban scale and it investigates on possible relations with other strategic areas from a Reuse viewpoint. The third part deals with the district scale: while proposing a critical review of the district, a suggestion of re-functionalizing existing buildings and re-defining open spaces is given. The fourth and last part deals with the architectural scale. It describes the Reuse project of the ex convent of the Olivetani order suggesting the expansion of the Faculty of Nursing, active in the next Collegio Morigi since 2015. The architectural project is the main focus of the dissertation; it deals with the Reuse of an existing building which is, in this case, historically relevant. The project approach is mostly orientated on a critical reuse more than conservation and restoration. For this reason, imposed architectural constraints have been as considered and respected as sometimes suspended for a freer morphological reinterpretation of the old building.

La tesi propone un progetto di riuso dell’edificio dell’ex convento di San Sepolcro di Piacenza, attualmente incluso nel complesso ospedaliero Guglielmo da Saliceto. L'edificio, così come l'intero comparto, si trova oggi al centro di un importante dibattito riguardante il futuro dei fabbricati e degli spazi urbani che ospitato la funzione ospedaliera, apparentemente prossima a una ricollocazione sul territorio comunale. Il tema appare di grande attualità e ha attivato dibattiti e partecipazioni di enti pubblici e privati. La scelta di delocalizzare l'ospedale risulta di grande interesse: oltre a liberare un vasto frammento di città all’interno del centro storico, essa può innescare una serie di dinamiche di trasformazione di altre aree che rappresentano una grande opportunità per lo sviluppo urbano futuro. In questo scenario si colloca la proposta di tesi. L’elaborato si articola in quattro parti. La prima parte introduce il tema del riuso e specifica l’interpretazione data nello sviluppo della tesi. Le successive parti riguardano invece le proposte progettuali e ognuna descrive una diversa scala d’intervento. La seconda parte descrive il ruolo del complesso a scala urbana e indaga possibili relazioni con altre aree strategiche in una visione di riuso. La terza parte tratta la scala del quartiere: si propone la lettura critica del comparto e una proposta di rifunzionalizzazione degli edifici esistenti e di ridisegno degli spazi aperti. La quarta ed ultima parte riguarda la scala architettonica. Descrive il progetto di riuso dell’ex convento dei monaci Olivetani, proposta di espansione della Facoltà di Infermieristica, attiva dal 2015 all'interno del vicino Collegio Morigi. Il progetto architettonico, principale focus della tesi, affronta il tema del riuso del costruito, in questo caso di grande valore storico, seguendo un approccio mirato al riuso critico più che alla conservazione o al restauro. Per questo i vincoli imposti, seppur considerati e quasi sempre rispettati, sono stati talvolta accantonati a favore di una maggiore libertà di reinterpretazione morfologica e funzionale del manufatto architettonico.