Mixed realities : shared experiences for VR and AR users

Technologies aimed to provide the users with the ability to communicate and collaborate, defying distances and the limitations of the physical world itself, are destined to become more and more common. Virtual Reality Headsets provide incomparable immersive experiences, gathering users from every part of the world in the same virtual room, letting them communicate and interact as if they were truly there. However, the hardware is still immature, displays and lenses are affected by distortions and narrow field of views, while at the same time they are expensive and require similarly expensive computers. On the contrary, Augmented Reality is steadily increasing its own user base as a consequence of being natively embedded within the majority of the recent mobile devices. By blending virtual and real, it brings new communication ways into a world constantly evolving. The combination of these two technologies, so different in terms of hardware requirements yet extremely similar with regards to the communication potential, could lead to a new kind of experiences achievable only with the fusion of two separated worlds. In order to explore the hidden potential lying in mixing Virtual and Augmented realities, the Author partnered with TIM, an Italian company leader in telecommunication technologies, to pursue the common interest in understanding how such practice can enrich the future of communications. To carry on this research, a prototype has been developed by exploiting the versatility of Unreal Engine, a suite of tool to create 3D experiences. An open source multiplayer template for VR users has been accurately analysed and enhanced with support for Apple’s ARKit technology. By means of such tool, destined to be shared with the whole community, it was possible to explore the benefits and limitations originating from sharing a virtual world between VR and AR users, as well as envision a future where such technology might reshape the way we communicate and collaborate.

Le tecnologie mirate a fornire agli utenti l’abilità di comunicare e collaborare, riducendo le distanze e i limiti imposti dalle leggi della fisica, sono destinate a diventare sempre più diffuse. I sistemi di realtà virtuale forniscono esperienze estremamente immersive, riunendo utenti da ogni parte del mondo nella stessa stanza, permettendo loro di comunicare e interagire come se fossero davvero assieme. Tuttavia, l’hardware è ancora immaturo, i display e le lenti sono affetti da distorsione e un campo visivo limitato mentre, allo stesso tempo, sono estremamente costosi tanto quanto i computer di cui necessitano. Al contrario, la realtà aumentata sta ingrandendo costantemente la propria base di utenza in quanto nativamente inclusa nella maggioranza dei recenti dispositivi mobili. Fondendo reale e virtuale introduce nuove forme di comunicazione in un mondo in costante evoluzione. Combinare queste due tecnologie, così differenti in termini di hardware richiesto, ma estremamente simili per quanto riguarda il potenziale comunicativo, potrebbe portare ad un nuovo tipo di esperienze, possibili solo grazie alla fusione di due mondi separati. Al fine di esplorare il potenziale nascosto derivante dall’unione di realtà virtuale e aumentata, l’Autore ha collaborato con TIM, una compagnia italiana leader nelle telecomunicazioni, per perseguire l’intento comune di comprendere come tale pratica possa rivelarsi proficua per il futuro delle comunicazioni. Per perseguire tale ricerca, è stato sviluppato un prototipo sfruttando la versatilità di Unreal Engine, una suite di strumenti per creare esperienze 3D. Un template pubblico per esperienze multigiocatore in realtà virtuale è stato accuratamente analizzato ed integrato con il supporto per la tecnologia ARKit di Apple. Per mezzo di tale strumento, destinato ad essere condiviso con l’intera comunità, è stato possibile esplorare i vantaggi e le limitazioni provenienti dalla condivisione di un mondo virtuale tra utenti in realtà aumentata e utenti in realtà virtuale prospettando un futuro dove l’uso di tale tecnologia potrebbe rivoluzionare il modo in cui comunichiamo e collaboriamo.