Even though start-ups are commonly considered as the engine of the national economic development and employment, they lack, especially in their early years, the necessary resources to exploit their entrepreneurial activity. In line with previous research, we identify five Resource-classes that incubators may supply (Infrastructure, Financial, Knowledge, Social Capital and Legitimacy). Specifically, we argue that incubators act as an effective tool in filling start-ups’ Social Capital and Legitimacy gaps, by relying on their network of prominent partners and by introducing them to the market. In our hypothesis, we propose that incubator mediation increases the likelihood to close formal R&D or commercialization agreements with third parties (mature companies; universities). The hypothesis is tested through a dataset of 2275 young innovative companies, which were surveyed contextually to the first monitoring survey on innovative Italian start-ups, organized in 2016 by the Ministry of Economic Development (MISE) and by the National Institute of Statistics (ISTAT). By performing our analysis on this sample, we are able to point out start-ups within a single institutional context and thus evaluate the Italian Legislation, “Start-up Act”, on young innovative companies. Results from econometric models suggest that incubators fully accomplish their bridging role, connecting start-ups with third parties and thus stimulating the formation of R&D and commercial alliances. Findings of this study are used to infer implications for both theory and policymakers.

Nonostante le start-up siano comunemente considerate il motore dello sviluppo economico di una nazione, spesso, nei primi anni di vita, esse mancano delle risorse necessarie per lanciare la propria attività o per perseguire diverse opportunità di business. In linea con le ricerche pregresse nel settore, identifichiamo cinque classi di risorse a cui l’incubatore può far fronte (Infrastructure, Financial Capital, Knowledge, Social Capital e Legitimacy). In questo elaborato, supportiamo la tesi secondo cui le start-up possano sopperire alla mancanza di Social Capital e Legitimacy facendo leva sulla rete di partner e contatti messe a disposizione dall’incubatore. In particolare, nell’ipotesi principale, sosteniamo che l’intermediazione dell’incubatore contribuisca positivamente alla probabilità, per una start-up, di stringere accordi di cooperazione con università od altre aziende. Tali accordi riguardano la collaborazione per progetti di Ricerca e Sviluppo o accordi di produzione-commercializzazione dei beni/servizi offerti dalla start- up. Le analisi si basano su un Dataset di 2275 Young Innovative Companies intervistate attraverso un questionario, contestualmente alla prima valutazione dello Start-up Act, promossa nel 2016 dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico (MISE) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Il vantaggio nell’utilizzare tale set di informazioni risiede nella possibilità di evidenziare le caratteristiche delle start-up appartenenti ad uno stesso contesto legislativo-istituzionale. I risultati del modello econometrico confermano le nostre ipotesi riguardo l’efficacia dell’incubatore nel collegare le start-up all’ambiente esterno e nello stimolare la creazione di accordi formali con terze parti. Tali risultati concorrono alla valutazione del decreto-legge, nonché a suggerire eventuali direzioni di miglioramento da parte dei policy-maker. Inoltre, essi aspirano ad avere un impatto a livello manageriale per l’incubatore.

Start-ups' access to resources : the role of incubators in helping young innovative companies' establish external links for R&D and commercialization purposes

MARTELLO, FRANCESCO
2018/2019

Abstract

Even though start-ups are commonly considered as the engine of the national economic development and employment, they lack, especially in their early years, the necessary resources to exploit their entrepreneurial activity. In line with previous research, we identify five Resource-classes that incubators may supply (Infrastructure, Financial, Knowledge, Social Capital and Legitimacy). Specifically, we argue that incubators act as an effective tool in filling start-ups’ Social Capital and Legitimacy gaps, by relying on their network of prominent partners and by introducing them to the market. In our hypothesis, we propose that incubator mediation increases the likelihood to close formal R&D or commercialization agreements with third parties (mature companies; universities). The hypothesis is tested through a dataset of 2275 young innovative companies, which were surveyed contextually to the first monitoring survey on innovative Italian start-ups, organized in 2016 by the Ministry of Economic Development (MISE) and by the National Institute of Statistics (ISTAT). By performing our analysis on this sample, we are able to point out start-ups within a single institutional context and thus evaluate the Italian Legislation, “Start-up Act”, on young innovative companies. Results from econometric models suggest that incubators fully accomplish their bridging role, connecting start-ups with third parties and thus stimulating the formation of R&D and commercial alliances. Findings of this study are used to infer implications for both theory and policymakers.
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
16-apr-2019
2018/2019
Nonostante le start-up siano comunemente considerate il motore dello sviluppo economico di una nazione, spesso, nei primi anni di vita, esse mancano delle risorse necessarie per lanciare la propria attività o per perseguire diverse opportunità di business. In linea con le ricerche pregresse nel settore, identifichiamo cinque classi di risorse a cui l’incubatore può far fronte (Infrastructure, Financial Capital, Knowledge, Social Capital e Legitimacy). In questo elaborato, supportiamo la tesi secondo cui le start-up possano sopperire alla mancanza di Social Capital e Legitimacy facendo leva sulla rete di partner e contatti messe a disposizione dall’incubatore. In particolare, nell’ipotesi principale, sosteniamo che l’intermediazione dell’incubatore contribuisca positivamente alla probabilità, per una start-up, di stringere accordi di cooperazione con università od altre aziende. Tali accordi riguardano la collaborazione per progetti di Ricerca e Sviluppo o accordi di produzione-commercializzazione dei beni/servizi offerti dalla start- up. Le analisi si basano su un Dataset di 2275 Young Innovative Companies intervistate attraverso un questionario, contestualmente alla prima valutazione dello Start-up Act, promossa nel 2016 dal Ministero Italiano dello Sviluppo Economico (MISE) e dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Il vantaggio nell’utilizzare tale set di informazioni risiede nella possibilità di evidenziare le caratteristiche delle start-up appartenenti ad uno stesso contesto legislativo-istituzionale. I risultati del modello econometrico confermano le nostre ipotesi riguardo l’efficacia dell’incubatore nel collegare le start-up all’ambiente esterno e nello stimolare la creazione di accordi formali con terze parti. Tali risultati concorrono alla valutazione del decreto-legge, nonché a suggerire eventuali direzioni di miglioramento da parte dei policy-maker. Inoltre, essi aspirano ad avere un impatto a livello manageriale per l’incubatore.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/145864