Fabula. Percorsi narrativi della moda nella città contemporanea

The contemporary city doesn’t have a definite image, it lies between a past that is still current and a future that seeks to make space for itself. As Nouvel states in dialogue with the philosopher Baudrillard (2003, pp.59-60) "Urbanity is no longer that of a city, but rather of its infinite possibilities. A virtual urbanity”. Even the idea of Smart City is an evolving concept. A multitude of contrasting models try to outline new metropolitan scenarios, while the only certainty remains the inexorable technological development. Digitization has already changed the way in which contemporary man relates with his own kind and with the space in which he lives. And today, that the phenomenon begins to have manifest effects, it becomes necessary to ask in which direction to go, to what end. The digital revolution has invested all sectors of the urban economy and also the Fashion system is called to welcome new design opportunities: occasions to experiment and generate innovation. Not only through its products, Fashion manages to penetrate every inhabited space, but as a cultural phenomenon it influences metropolitan dynamics generating atmospheres and scenarios that guide the interpretation of the city itself. Creativity that covers the body, fashion today becomes the mouthpiece of experiential content. This is the central theme of a discussion that investigates the possibility of using the cultural and intangible dimension of fashion to create new hybrid narrative paths within the public space. The encounter between brand and user therefore takes place in a neutral space, that is not the shop, not the house, not everywhere. It is the city, as an exchange platform, place of transit. In selected points different trajectories meet, overlap, participating together in the creation of a shared value that is fulfilled in the act of living the experience of the place.

La città contemporanea non ha un’immagine definita, essa si trova a cavallo tra un passato ancora attuale e un futuro che cerca di farsi spazio. Come afferma Nouvel nel dialogo con il filosofo Baudrillard (2003, pp.59-60) “L’urbanità non è più quella di una città, bensì quella delle sue infinite possibilità. Un urbanità virtuale”. L’idea stessa di Smart City è un concetto in evoluzione. Una moltitudine di modelli contrastanti si affollano a delineare nuovi scenari metropolitani, mentre l’unica certezza resta l’inesorabile sviluppo tecnologico. La digitalizzazione ha già cambiato il modo in cui l’uomo contemporaneo si confronta con i propri simili e con lo spazio in cui vive. E oggi che il fenomeno inizia ad avere effetti manifesti diventa necessario chiedersi in che direzione andare, a quale fine. La rivoluzione digitale ha investito tutti i settori dell’economia urbana e anche il sistema Moda è chiamato ad accogliere nuove opportunità progettuali: occasioni per sperimentare e generare innovazione. Non solo mediante i suoi prodotti, la Moda riesce a penetrare in ogni spazio abitato, ma in quanto fenomeno culturale influenza le dinamiche metropolitane generando atmosfere e scenari che guidano all’interpretazione della città stessa. Creatività che riveste il corpo, la moda oggi si fa portavoce di contenuti esperenziali. E’ questo il tema centrale di una trattazione che indaga la possibilità di servirsi della dimensione culturale e intangibile della moda per creare nuovi percorsi narrativi ibridi all’interno dello spazio pubblico. L’incontro fra brand e utente avviene pertanto in un spazio neutro, non è il negozio, non è la casa, non è ovunque. E’ la città, come piattaforma di scambio, luogo di transiti. In punt i scelti traiettorie diverse si incontrano, si sovrappongono, partecipando insieme alla creazione di un valore condiviso che si compie nell’atto stesso di vivere l’esperienza del luogo.