The thesis follows a trajectory of investigation on the use of the urban environment by vulnerable categories of users. This field of research integrates the social phenomenon of homelessness with small-scale case stories about living on the fringes of the city (socially and physically). The thesis background further focuses on the visibility/invisibility of the homeless. Based on a preliminary investigation on the urban places of homeless life (particularly concerning Milan as a study case), the thesis project outcomes are aimed at exploiting elective spots of the urban environment as hubs for the homeless mobility, identifying preferred paths where it would be beneficial to install small heated spaces as islands of temporary comfort. The proposal outlines a small-scale intervention in the form of a shelter. This is intended to temporarily welcome homeless people in need of rest and warmth, and it is obtained thanks to a modular structure to be assembled when necessary, mainly during cold winters. The system could be easily reproduced and installed along the most common urban paths of homeless people. The project was named “Hygge”, using the word that stands for “feeling good” in the Danish culture. The temporary layout is designed as a microspace, a protected shell for a temporary stop in a heated environment, so as to respond to homeless needs when moving around the city, particularly in the cold season and outside the available timetables of the hospitality offered by assistance centers.

La tesi percorre un filone di studi incardinato sull’uso dello spazio urbano da parte di categorie svantaggiate e vulnerabili. L’ambito di ricerca intreccia il fenomeno sociale dell’homelessness con microstorie dell’abitare ai margini urbani (sociali e fisici) e si condensa nel tema della visibilità/invisibilità dei senzatetto. Sulla base di un’istruttoria preliminare dei modi di vita e dei luoghi (questi in particolare riferiti alla città di Milano) degli homeless, la finalità progettuale della tesi si identifica nell’opportunità di sfruttare punti dello spazio urbano come snodi che intercettano la mobilità degli homeless, identificando traiettorie di percorrenza elettiva dove poter installare piccoli ambienti riscaldati in funzione di isole di sosta temporanea. La proposta progettuale delinea un micro intervento in forma di riparo protetto, destinato ad accogliere temporaneamente i senzatetto bisognosi di sosta e calore, realizzato con struttura modulare da assemblare all’occorrenza, in particolare nei periodi invernali di grande freddo, allestendolo e replicandolo lungo le traiettorie di maggior percorrenza dei senzatetto. Il progetto è stato denominato “Hygge”, dalla parola che nella cultura danese sta per lo “stare bene”. L’allestimento temporaneo è pensato come un microspazio, guscio protetto per una sosta temporanea in un ambiente riscaldato, così da rispondere ai tempi di sosta degli homeless che si muovono nella città, in particolare nella stagione fredda e al di fuori degli orari prestabiliti dell’ospitalità offerta dai centri di assistenza.

Homelessness : percorsi urbani della marginalità e soluzioni progettuali temporanee. Verso una proposta di microspazio di sosta e riparo per senzatetto

LO COCO, FRANCESCA
2017/2018

Abstract

The thesis follows a trajectory of investigation on the use of the urban environment by vulnerable categories of users. This field of research integrates the social phenomenon of homelessness with small-scale case stories about living on the fringes of the city (socially and physically). The thesis background further focuses on the visibility/invisibility of the homeless. Based on a preliminary investigation on the urban places of homeless life (particularly concerning Milan as a study case), the thesis project outcomes are aimed at exploiting elective spots of the urban environment as hubs for the homeless mobility, identifying preferred paths where it would be beneficial to install small heated spaces as islands of temporary comfort. The proposal outlines a small-scale intervention in the form of a shelter. This is intended to temporarily welcome homeless people in need of rest and warmth, and it is obtained thanks to a modular structure to be assembled when necessary, mainly during cold winters. The system could be easily reproduced and installed along the most common urban paths of homeless people. The project was named “Hygge”, using the word that stands for “feeling good” in the Danish culture. The temporary layout is designed as a microspace, a protected shell for a temporary stop in a heated environment, so as to respond to homeless needs when moving around the city, particularly in the cold season and outside the available timetables of the hospitality offered by assistance centers.
ARC III - Scuola del Design
16-apr-2019
2017/2018
La tesi percorre un filone di studi incardinato sull’uso dello spazio urbano da parte di categorie svantaggiate e vulnerabili. L’ambito di ricerca intreccia il fenomeno sociale dell’homelessness con microstorie dell’abitare ai margini urbani (sociali e fisici) e si condensa nel tema della visibilità/invisibilità dei senzatetto. Sulla base di un’istruttoria preliminare dei modi di vita e dei luoghi (questi in particolare riferiti alla città di Milano) degli homeless, la finalità progettuale della tesi si identifica nell’opportunità di sfruttare punti dello spazio urbano come snodi che intercettano la mobilità degli homeless, identificando traiettorie di percorrenza elettiva dove poter installare piccoli ambienti riscaldati in funzione di isole di sosta temporanea. La proposta progettuale delinea un micro intervento in forma di riparo protetto, destinato ad accogliere temporaneamente i senzatetto bisognosi di sosta e calore, realizzato con struttura modulare da assemblare all’occorrenza, in particolare nei periodi invernali di grande freddo, allestendolo e replicandolo lungo le traiettorie di maggior percorrenza dei senzatetto. Il progetto è stato denominato “Hygge”, dalla parola che nella cultura danese sta per lo “stare bene”. L’allestimento temporaneo è pensato come un microspazio, guscio protetto per una sosta temporanea in un ambiente riscaldato, così da rispondere ai tempi di sosta degli homeless che si muovono nella città, in particolare nella stagione fredda e al di fuori degli orari prestabiliti dell’ospitalità offerta dai centri di assistenza.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147032