Upcoming. Itinerant architectural graft for a new rooftop life in Milan. The interior landscape

According to researches, by the end of the 21st century, 70% of the world’s population will be living in cities, and one of the main challenges to be addressed will be the stress that urban life imposes on us. We all feel that the places where we live and work, together with the quality of the time we spend inside them, are often alienating. Fred Scott, in his book “On Altering Architecture”, asks: “Why should interior spaces and architectures remain fixed and unchanged for centuries, when life around them changes, people change, cities grow?”. We need to change; we want to change. Contemporary design deals with a complex system that affects the various aspects of human life: it provides us with new methods to visualize and develop our future. The research is oriented towards a design proposal that wants to trigger the hope of a faster architecture, ready to adapt to the new needs and desires of society and maintains the mental and physical well-being of people as the horizon of references, for a better daily life. In a hectic and continuously evolving city like Milan, “without rivers or hills”, the instinct to emerge from urban chaos and create more direct contact with nature is strong, especially for citizens challenged continuously by a working life that no longer seems to have boundaries with the rest of everyday life. Referring to the utopias of the 1970s and the parasitic architectures of today, we propose an architectural graft that suggests a new life on roofs, a new place in the city that responds to the new habits of an ever-changing society. The investigation was therefore directed towards the introverted, temporary and itinerant character of a space of relations that lies on flat rooftops of Milan, in the buffer zone between city and sky. Upcoming creates a new relationship with the urban landscape, a new community of citizens who carry out those work activities that are increasingly invading our daily lives even outside the office and offers to the city of Milan a new place to contemplate sights no one has never seen before.

Secondo alcune ricerche, entro la fine del ventunesimo secolo il 70% della popolazione mondiale vivrà in città e una delle principali sfide da combattere sarà lo stress che la vita urbana ci impone. Infatti, i luoghi in cui viviamo, abitiamo e lavoriamo, associati alla qualità del tempo che spendiamo al loro interno, spesso risultano essere alienanti. Fred Scott, nel suo libro “On Altering Architecture” si chiede: “Perché gli spazi interni e le architetture dovrebbero rimanere fissi e immutati per secoli, quando la vita intorno a loro cambia, le persone cambiano, le città crescono?”. Abbiamo bisogno di un cambiamento, desideriamo un cambiamento. Il design contemporaneo ha a che fare con un complesso sistema che interessa i vari aspetti della vita degli esseri umani: ci fornisce nuovi metodi per visualizzare e sviluppare il nostro futuro. La ricerca si orienta verso una proposta progettuale che vuole innescare la speranza di un’architettura più rapida e pronta ad adattarsi alle nuove esigenze e desideri della società, che mantenga il benessere mentale e fisico delle persone come punto di riferimento, al fine di migliorare la nostra vita quotidiana. In una città così frenetica e in continua evoluzione come Milano, “senza fiumi e senza colline”, l’istinto di emergere dal caos urbano e creare un contatto più diretto con la natura è forte, soprattutto per cittadini costantemente messi alla prova da una vita lavorativa che sembra non avere più confini con il resto della vita quotidiana. Con riferimento alle utopie degli anni 70 e alle architetture parassite dei giorni nostri, proponiamo un innesto architettonico che suggerisca una nuova vita suoi tetti, un nuovo luogo della città che risponda alle nuove abitudini di una società in continua evoluzione. L’indagine è stata dunque indirizzata verso il carattere introverso, temporaneo ed itinerante di uno spazio di relazioni che adagiandosi sui tetti piani di Milano, nell’area di confine tra città e cielo, crea un nuovo rapporto con il paesaggio urbano, una nuova comunità di cittadini che svolgono quelle attività lavorative che stanno invadendo sempre di più la nostra vita quotidiana -anche fuori dall’ufficio- e offre alla città un nuovo luogo da cui godere panorami mai visti prima.