Il presente lavoro di tesi si prefigge di studiare la sostenibilità alimentare a causa dell’aumento della popolazione mondiale e del problema della povertà alimentare. Negli ultimi anni si è mostrato interesse al tema delle eccedenze alimentari. Si è percepita una confusione sulla differenza tra ciò che deve essere per forza gettato via all’interno della supply chain alimentare, e ciò che potrebbe essere recuperato per alimentazione umana. Per questo motivo, tra le tre prospettive che affrontano tale tematica (ambientale, economica e sociale), il focus del lavoro è quello sociale. Un primo obiettivo è quello di chiarire le definizioni di surplus alimentare, scarto, eccedenza e spreco. Si è deciso di concentrare l’attenzione sugli stadi della filiera agroalimentare maggiormente fungibili, cioè la relativa semplicità con cui l’eccedenza alimentare può essere recuperata per l’alimentazione umana: le fasi produttiva e distributiva. Ci si è prefissati di attribuire le cause del fenomeno, studiarne le modalità di smaltimento, svilupparne un modello di gestione e analizzare il valore di eccedenza e di spreco. La metodologia seguita si è articolata in una serie di passi. Punto di partenza è stato lo svolgimento dell’analisi di fonti terze. Successivamente si è eseguita l’analisi del valore dell’eccedenza alimentare attraverso lo studio di una ventina di casi esplorativi, grazie alla stesura di questionari ad hoc per gli attori della filiera. Tali risultati si sono generalizzati al settore agroalimentare italiano. I valori ottenuti dai casi di studio hanno permesso di giungere a risultati interessanti arrivando a una definizione delle causali di surplus e di eccedenza, a possibili modalità di gestione definendone una gerarchia sulla base del livello di spreco e alla definizione di un modello comportamentale virtuoso che una azienda può adottare. Si è sviluppata una struttura dei costi delle modalità di smaltimento. È stata fornita una quantificazione dell’eccedenza netta e dell’eccedenza maggiormente fungibile nel nostro Paese. L’ultimo risultato è stato quello di dare un valore in tonnellate allo spreco nelle diverse fasi della filiera agroalimentare.

Sviluppo di una supply chain agroalimentare sostenibile : la gestione delle eccedenze alimentari

FOGLIA, STEFANIA GIOVANNA;RUGGIERO, DANIELA
2009/2010

Abstract

Il presente lavoro di tesi si prefigge di studiare la sostenibilità alimentare a causa dell’aumento della popolazione mondiale e del problema della povertà alimentare. Negli ultimi anni si è mostrato interesse al tema delle eccedenze alimentari. Si è percepita una confusione sulla differenza tra ciò che deve essere per forza gettato via all’interno della supply chain alimentare, e ciò che potrebbe essere recuperato per alimentazione umana. Per questo motivo, tra le tre prospettive che affrontano tale tematica (ambientale, economica e sociale), il focus del lavoro è quello sociale. Un primo obiettivo è quello di chiarire le definizioni di surplus alimentare, scarto, eccedenza e spreco. Si è deciso di concentrare l’attenzione sugli stadi della filiera agroalimentare maggiormente fungibili, cioè la relativa semplicità con cui l’eccedenza alimentare può essere recuperata per l’alimentazione umana: le fasi produttiva e distributiva. Ci si è prefissati di attribuire le cause del fenomeno, studiarne le modalità di smaltimento, svilupparne un modello di gestione e analizzare il valore di eccedenza e di spreco. La metodologia seguita si è articolata in una serie di passi. Punto di partenza è stato lo svolgimento dell’analisi di fonti terze. Successivamente si è eseguita l’analisi del valore dell’eccedenza alimentare attraverso lo studio di una ventina di casi esplorativi, grazie alla stesura di questionari ad hoc per gli attori della filiera. Tali risultati si sono generalizzati al settore agroalimentare italiano. I valori ottenuti dai casi di studio hanno permesso di giungere a risultati interessanti arrivando a una definizione delle causali di surplus e di eccedenza, a possibili modalità di gestione definendone una gerarchia sulla base del livello di spreco e alla definizione di un modello comportamentale virtuoso che una azienda può adottare. Si è sviluppata una struttura dei costi delle modalità di smaltimento. È stata fornita una quantificazione dell’eccedenza netta e dell’eccedenza maggiormente fungibile nel nostro Paese. L’ultimo risultato è stato quello di dare un valore in tonnellate allo spreco nelle diverse fasi della filiera agroalimentare.
ING II - Facolta' di Ingegneria dei Sistemi
1-apr-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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