We are in a historical moment in which we entrust the last word to data. However, it is important to remember that data is a technical artifact created by man, an abstraction of reality. The implementation of an empathic component in data visualization can make us feel closer to the story that we are trying to tell, while still generating analytical knowledge. Historically, the literature on the subject has focused mainly on interaction and not on movement as a form of data-mapping. Bertin had already identified the movement as promising, although he claims to exclude it from his work due to a lack of scientific support for cognitive psychology. Today, we design for interactive interfaces and dynamic systems; these limitations are no longer present and offer exploration opportunities. What are the possibilities for data encoding on the visual channel dedicated to kineticism? How can these constitute the empathic component of data-representation? A bibliographic survey has revealed the interest of different authors in the topic but with very fragmentary and often disconnected studies. In this thesis I analyzed and reorganized the material in a taxonomy to understand how motion variables can be used in visualizing data to create empathy. In parallel, I had the opportunity to test, refine and test this taxonomy with a real case study, Building Hopes, in which kineticism was used to visualize the data of Google searches, which I designed in the information design firm Accurat, in collaboration with Google News Initiative. The thesis is a first step towards a tool for communication designers, supporting the design process through guidelines for the controlled implementation of kinetic variables. New audit are needed to better identify the limits of kineticism in data visualization and extend the research to other non-visual variables.

Ci troviamo in un momento storico in cui affidiamo l’ultima parola ai dati. Tuttavia è importante ricordare che i dati sono un artefatto tecnico creato dall’uomo, un’astrazione della realtà. L’implementazione di una componente empatica nella visualizzazione dei dati ci può far sentire più vicini alla storia raccontata, pur generando conoscenza analitica. Storicamente la letteratura in materia si è concentrata principalmente sull’interazione e non sul movimento come forma di mappatura. Già Bertin aveva identificato il movimento come promettente, anche se dichiara di escluderlo dalla sua opera per mancanza di supporto scientifico di percezione cognitiva. Oggi la progettazione riguarda interfacce interattive e sistemi dinamici; queste limitazioni non sono più attuali ed offrono opportunità di esplorazione. Quali sono le possibilità di codifica del dato
 sul canale visivo dedicato al cinetismo? 
Come queste possono costituire 
la componente empatica della rappresentazione? Un’indagine bibliografica ha rivelato l’interesse di diversi autori al tema ma con studi molto frammentari e spesso sconnessi tra loro. In questa tesi ho analizzato e riorganizzato il materiale in una tassonomia per capire come le variabili cinetiche possono essere usate nella visualizzazione dei dati per creare empatia. In parallelo ho avuto l’occasione di testare, affinare e collaudare tale tassonomia con un caso di studio reale, Building Hopes, in cui il cinetismo è stato utilizzato per visualizzare i dati delle ricerche su Google, che ho progettato nello studio di design dell’informazione Accurat, in collaborazione con Google News Initiative. La tesi risulta essere un primo passo verso uno strumento per i designer della comunicazione, di supporto alla progettazione attraverso linee guida per l’implementazione controllata delle variabili cinetiche. Nuove verifiche sono necessarie per meglio identificare i limiti del cinetismo nella visualizzazione dei dati ed estendere la ricerca ad altre variabili non visive.

La comunicazione empatica dei dati. Studio delle variabili cinetiche per il coinvolgimento emotivo del lettore nella rappresentazione dei dati

ZOTTA, ALESSANDRO
2017/2018

Abstract

We are in a historical moment in which we entrust the last word to data. However, it is important to remember that data is a technical artifact created by man, an abstraction of reality. The implementation of an empathic component in data visualization can make us feel closer to the story that we are trying to tell, while still generating analytical knowledge. Historically, the literature on the subject has focused mainly on interaction and not on movement as a form of data-mapping. Bertin had already identified the movement as promising, although he claims to exclude it from his work due to a lack of scientific support for cognitive psychology. Today, we design for interactive interfaces and dynamic systems; these limitations are no longer present and offer exploration opportunities. What are the possibilities for data encoding on the visual channel dedicated to kineticism? How can these constitute the empathic component of data-representation? A bibliographic survey has revealed the interest of different authors in the topic but with very fragmentary and often disconnected studies. In this thesis I analyzed and reorganized the material in a taxonomy to understand how motion variables can be used in visualizing data to create empathy. In parallel, I had the opportunity to test, refine and test this taxonomy with a real case study, Building Hopes, in which kineticism was used to visualize the data of Google searches, which I designed in the information design firm Accurat, in collaboration with Google News Initiative. The thesis is a first step towards a tool for communication designers, supporting the design process through guidelines for the controlled implementation of kinetic variables. New audit are needed to better identify the limits of kineticism in data visualization and extend the research to other non-visual variables.
LUPI, GIORGIA
ARC III - Scuola del Design
16-apr-2019
2017/2018
Ci troviamo in un momento storico in cui affidiamo l’ultima parola ai dati. Tuttavia è importante ricordare che i dati sono un artefatto tecnico creato dall’uomo, un’astrazione della realtà. L’implementazione di una componente empatica nella visualizzazione dei dati ci può far sentire più vicini alla storia raccontata, pur generando conoscenza analitica. Storicamente la letteratura in materia si è concentrata principalmente sull’interazione e non sul movimento come forma di mappatura. Già Bertin aveva identificato il movimento come promettente, anche se dichiara di escluderlo dalla sua opera per mancanza di supporto scientifico di percezione cognitiva. Oggi la progettazione riguarda interfacce interattive e sistemi dinamici; queste limitazioni non sono più attuali ed offrono opportunità di esplorazione. Quali sono le possibilità di codifica del dato
 sul canale visivo dedicato al cinetismo? 
Come queste possono costituire 
la componente empatica della rappresentazione? Un’indagine bibliografica ha rivelato l’interesse di diversi autori al tema ma con studi molto frammentari e spesso sconnessi tra loro. In questa tesi ho analizzato e riorganizzato il materiale in una tassonomia per capire come le variabili cinetiche possono essere usate nella visualizzazione dei dati per creare empatia. In parallelo ho avuto l’occasione di testare, affinare e collaudare tale tassonomia con un caso di studio reale, Building Hopes, in cui il cinetismo è stato utilizzato per visualizzare i dati delle ricerche su Google, che ho progettato nello studio di design dell’informazione Accurat, in collaborazione con Google News Initiative. La tesi risulta essere un primo passo verso uno strumento per i designer della comunicazione, di supporto alla progettazione attraverso linee guida per l’implementazione controllata delle variabili cinetiche. Nuove verifiche sono necessarie per meglio identificare i limiti del cinetismo nella visualizzazione dei dati ed estendere la ricerca ad altre variabili non visive.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147454