There are many reasons that make Città Studi a special neighborhood in Milan, with a relatively recent history but full of meaning. Since it was set up, continuous expansion and intensification of the institutions of the university have represented in the time field of design experimentation for different architects, materializing in a sort of itinerary of architecture and its architects. The protective action that led to the “Riconoscimento dell’importante carattere artistico” of the Dipartimento di Biologia of Vico Magistretti and Francesco Soro and, more recently, of the Dipartimento di Fisica e Chimica, opens important reflections not only on the future vision of this part of the city but also on the theme about architectural heritage conservation, exceptional in quantity and artistic quality, but also breakable about durability. The architectural heritage of the second half of the Twentieth century is in fact constantly threatened by time and by all forms of degradation, neglect and abandonment, possibilities that are even more pressing for the architectures made by reinforced concrete, exposed to the extreme perishability of their materials. These observations led to consider the Dipartimento di Biologia with a particular attention, dictated above all by the intention to analyze a real, concrete and current situation, in order to be able to measure with precise questions. Secondly from the belief that the building complex and his location can significantly open reflections on the issue of protection of the recent architecture and scenarios about the relative methods of conservative methods. The fair-faced concrete surfaces of the buildings, of great formal value and aesthetic quality, deserve an approach that respects their materiality and meanings. The evolution of technology is then assumed as an essential component for the testing of high profile methodologies that allow maximum conservation of the materiality.

Sono molti i motivi che fanno di Città Studi un quartiere particolare di Milano, costruito su una storia relativamente recente ma densa di significati. Fin dalla sua fondazione, l’intensificazione per espansione continue delle istituzioni universitarie ha rappresentato nel tempo campo di sperimentazione progettuale per diversi architetti, concretizzandosi in quello che oggi può essere definito un itinerario d’architetture d’Autore. L’azione di tutela che ha portato al riconoscimento dell’importante carattere artistico del Dipartimento di Biologia di Vico Magistretti e Francesco Soro e, più recentemente, del Dipartimento di Fisica e Chimica, apre allora importanti riflessioni non solo sulla visione futura di questa parte di città ma anche sul tema della conservazione del patrimonio architettonico in essa situato, eccezionale per quantità e qualità artistiche, ma anche fragile dal punto di vista della durabilità. Il patrimonio architettonico della seconda metà del Novecento è infatti costantemente minacciato dal tempo e da ogni forma di degrado, incuria e abbandono, eventualità, queste, che incombono in modo ancora più pressante per le architetture in cemento armato, esposte all’estrema deperibilità dei materiali di cui sono costituite. Queste osservazioni hanno portato a considerare il Dipartimento di Biologia con un’attenzione particolare, dettata innanzitutto dalla ferma volontà di confrontarsi con una situazione reale, concreta e attuale in modo da potersi misurare con presupposti e questioni precise. In secondo luogo dalla convinzione che il complesso edilizio e il suo contesto possano aprire in modo significativo riflessioni riguardanti il tema della tutela dell’architettura recente e scenari sulle relative modalità di intervento conservativo. Le superfici faccia vista di questi edifici, di grande valore formale e qualità estetica, meritano, nel momento in cui si rendono necessari interventi di riparazione o pulitura, un approccio rispettoso della materialità e dei significati ad essi attribuiti. L’evoluzione tecnologica è allora assunta come componente essenziale per la sperimentazione di metodologie ad altro profilo che consentano la massima conservazione della materia.

Il dipartimento di biologia alla Città degli Studi di Milano. Tutela e manutenzione dell'architettura del secondo Novecento

BEARZOTTI, CLELIA
2017/2018

Abstract

There are many reasons that make Città Studi a special neighborhood in Milan, with a relatively recent history but full of meaning. Since it was set up, continuous expansion and intensification of the institutions of the university have represented in the time field of design experimentation for different architects, materializing in a sort of itinerary of architecture and its architects. The protective action that led to the “Riconoscimento dell’importante carattere artistico” of the Dipartimento di Biologia of Vico Magistretti and Francesco Soro and, more recently, of the Dipartimento di Fisica e Chimica, opens important reflections not only on the future vision of this part of the city but also on the theme about architectural heritage conservation, exceptional in quantity and artistic quality, but also breakable about durability. The architectural heritage of the second half of the Twentieth century is in fact constantly threatened by time and by all forms of degradation, neglect and abandonment, possibilities that are even more pressing for the architectures made by reinforced concrete, exposed to the extreme perishability of their materials. These observations led to consider the Dipartimento di Biologia with a particular attention, dictated above all by the intention to analyze a real, concrete and current situation, in order to be able to measure with precise questions. Secondly from the belief that the building complex and his location can significantly open reflections on the issue of protection of the recent architecture and scenarios about the relative methods of conservative methods. The fair-faced concrete surfaces of the buildings, of great formal value and aesthetic quality, deserve an approach that respects their materiality and meanings. The evolution of technology is then assumed as an essential component for the testing of high profile methodologies that allow maximum conservation of the materiality.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
Sono molti i motivi che fanno di Città Studi un quartiere particolare di Milano, costruito su una storia relativamente recente ma densa di significati. Fin dalla sua fondazione, l’intensificazione per espansione continue delle istituzioni universitarie ha rappresentato nel tempo campo di sperimentazione progettuale per diversi architetti, concretizzandosi in quello che oggi può essere definito un itinerario d’architetture d’Autore. L’azione di tutela che ha portato al riconoscimento dell’importante carattere artistico del Dipartimento di Biologia di Vico Magistretti e Francesco Soro e, più recentemente, del Dipartimento di Fisica e Chimica, apre allora importanti riflessioni non solo sulla visione futura di questa parte di città ma anche sul tema della conservazione del patrimonio architettonico in essa situato, eccezionale per quantità e qualità artistiche, ma anche fragile dal punto di vista della durabilità. Il patrimonio architettonico della seconda metà del Novecento è infatti costantemente minacciato dal tempo e da ogni forma di degrado, incuria e abbandono, eventualità, queste, che incombono in modo ancora più pressante per le architetture in cemento armato, esposte all’estrema deperibilità dei materiali di cui sono costituite. Queste osservazioni hanno portato a considerare il Dipartimento di Biologia con un’attenzione particolare, dettata innanzitutto dalla ferma volontà di confrontarsi con una situazione reale, concreta e attuale in modo da potersi misurare con presupposti e questioni precise. In secondo luogo dalla convinzione che il complesso edilizio e il suo contesto possano aprire in modo significativo riflessioni riguardanti il tema della tutela dell’architettura recente e scenari sulle relative modalità di intervento conservativo. Le superfici faccia vista di questi edifici, di grande valore formale e qualità estetica, meritano, nel momento in cui si rendono necessari interventi di riparazione o pulitura, un approccio rispettoso della materialità e dei significati ad essi attribuiti. L’evoluzione tecnologica è allora assunta come componente essenziale per la sperimentazione di metodologie ad altro profilo che consentano la massima conservazione della materia.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147466