Specificity and ideas. Urban scenography of a multipurpose architecture

Our design approach springs from a personal attitude towards a non generic architecture. As Peter Zumthor suggested in his book Thinking Architecture, an architect have to plumb the depths of a site, its form, its history and its sensuous qualities. If this architect will be capable to make a sensitive architecture it will assume a real specificity. The topic of designing a theatre moved us to investigate the issue of specificity in relation with the contemporary requirement of a high level of flexibility. All the contemporary theatres are designed to have a series of variable configurations. Usually the character of these contemporary theatres looks more like a machine then a building. Due to that the nature of these buildings hardly assumes an adequate degree of sensibility to revoke a specific memory. Starting from this we wondered if there may be a form of architectural dichotomy between the contemporary requirement of flexibility and a specific and sensible architecture as Peter Zumthor means. We try to experiment how a specific architectural project could be flexible without expiring in the contemporary black box. What are the elements that define a specific architecture, and which define its flexibility? How can we avoid designing buildings that interpret flexibility as an ephemeral condition not firmly rooted in the values of which architecture is made by? Why the word flexibility is usually associated with: temporariness, dynamicity and generic? Probably doesn’t exist an unequivocal and universal answer to this problem but, as previously said, we must concentrate on a specific site and try to plumb its depths. In this project we concentrate our attention on a competition notice that requires to design a flexible contemporary theatre in the German historical city of Ingolstadt. The intent of this project is to deal with these issues by proposing a specific building that treats the theme of flexibility as generative of a solid architecture that lasts in the memory of those who live it.

L’approccio progettuale utilizzato scaturisce da un atteggiamento personale verso un’architettura non generica. Come suggerisce Peter Zumthor nel suo libro Thinking Architecture, un architetto deve scandagliare le profondità di un sito, la sua forma, la sua storia e le sue qualità sensoriali. Se questo architetto sarà in grado di realizzare un’architettura sensibile essa assumerà una specificità concreta. Il tema di progettare un teatro ci ha spinto a indagare la problematica della specificità in relazione all’esigenza contemporanea di salvaguardare un elevato grado di flessibilità. Tutti i teatri contemporanei vengono progettati per avere una serie di configurazioni variabili. Solitamente il carattere di questi teatri contemporanei somiglia più a una macchina che a un edificio. A causa di ciò, la natura di questi edifici raramente assume un livello di sensibilità sufficiente per richiamare ad una memoria specifica. A partire da questo ci siamo chiesti se possa esistere una dicotomia architettonica tra il requisito contemporaneo di flessibilità e un’architettura specifica e ragionevole come intende Peter Zumthor. Si è cercato di sperimentare come un progetto architettonico specifico possa essere flessibile senza scadere nella tipica Black Box contemporanea. Quali sono gli elementi che definiscono un’architettura specifica e quali ne definiscono la flessibilità? Come si può evitare di progettare edifici che interpretano la flessibilità solo come una condizione effimera? Perché solitamente la parola flessibilità viene associata a: temporaneità, dinamicità e genericità? Probabilmente non esiste una risposta univoca e universale a questo problema ma, come citato in precedenza, è necessario concentrarsi su un sito specifico e provare a sondarne le profondità. In questo progetto si è concentrata l’attenzione sulle richieste di un bando di concorso per progettare un teatro flessibile nella città storica di Ingolstadt in Germania. L’intento di questo progetto è quello di affrontare queste richieste proponendo un edificio specifico che tratta il tema della flessibilità come generativo di un’architettura solida che perduri nella memoria di chi lo abita.