The topic of the paper is the Marxer Institute in Loranzè, a village in the metropolitan city of Turin which rises 5 km from Ivrea. The complex was designed by Arch. Alberto Galardi between 1959, the year in which Adriano Olivetti commissioned the work, and 1962, the year of its inauguration. The building hosted for about twenty years the production and research in the pharmacological field of the Italian Company Marxer Products. Historical events and economic motivations have led to numerous changes of ownership since 1978, which have led to a gradual abandonment of the structure in 1990. What we found is a complex that involves a state of negliglence and degradation, attacked for years both by the inevitable action of time and by the action of man and vandals. The paper is based on the recognition of a historical, documentary, artistic and cultural value of the Marxer Institute, which is configured as a material testimony, nowadays forgotten in silence, of an architectural and industrial culture that we want to protect and transmit to future generations. This recognition was made possible through dialogue with the designer and with a historical contextualization of his work, focusing on the study of brutalist architecture in concrete abroad and in Italy, then focusing on the use of this material, its properties and characteristics. Furthermore, it was very important to relate the Marxer Institute's project to Olivetti's corporate philosophy, focusing on the relationship that the latter established with architecture and urban planning in the many phases of its corporate history. This was followed by an analysis of the degradation pathologies and the state of conservation of the concrete, as well as the causes that led to the progressive manifestation of the phenomena detected. The paper therefore aims to protect this building with historical, artistic and documentary value, proposing the preservation of the concrete on the fronts and the re-use of its spaces.

L’elaborato ha come oggetto l’Istituto Marxer a Loranzè, comune della città metropolitana di Torino che sorge a 5 Km da Ivrea. Il complesso fu progettato dall’Arch. Alberto Galardi tra il 1959, anno in cui Adriano Olivetti commissionò l’opera, e il 1962, anno della sua inaugurazione. L’edificio ospitò per circa venti anni la produzione e la ricerca in campo farmacologico della Società Italiana Prodotti Marxer. Vicende storiche e motivazioni economiche hanno determinato numerosi cambi di proprietà già a partire dal 1978, i quali hanno portato a un abbandono progressivo della struttura a partire dal 1990. Ciò con cui ci si è relazionati è un complesso che verte in uno stato di abbandono e degrado, attaccato per anni sia dall’inevitabile azione del tempo sia dall’azione dell’uomo e dei vandali. L’elaborato si basa sul riconoscimento di un valore storico, documentario, artistico e culturale proprio dell’Istituto Marxer, che si configura come una testimonianza materiale, oggigiorno dimenticata nel silenzio, di una cultura architettonica e industriale che si vuole tutelare e trasmettere nella totalità dei suoi valori alle generazioni future. Questo riconoscimento è stato possibile tramite il dialogo con il progettista e con una contestualizzazione storica del suo operato, soffermandosi sullo studio dell’architettura brutalista in calcestruzzo armato all’estero e in Italia, concentrandosi poi sull’utilizzo a vista di questo materiale e sulle sue proprietà e caratteristiche. Inoltre, è stato di fondamentale importanza mettere in relazione il progetto dell’Istituto Marxer con la filosofia aziendale della Olivetti, soffermandosi sul rapporto che quest’ultima instaurò con l’architettura e l’urbanistica nelle molte fasi della sua storia aziendale. A ciò è seguita un’analisi delle patologie di degrado e dello stato di conservazione del calcestruzzo, nonché delle cause che hanno comportato il manifestarsi progressivo dei fenomeni rilevati. L’elaborato si è pertanto posto il compito di tutelare questo edificio produttivo con valore storico, artistico e documentario, proponendo la conservazione del calcestruzzo armato a vista e una sua rifunzionalizzazione dei suoi spazi.

Silenzio e memoria. Verso la conservazione dell'Istituto Marxer a Loranzè, Ivrea

MASSARI, GIOVANNI;DELLEDONNE, STEFANIA SHEILA
2017/2018

Abstract

The topic of the paper is the Marxer Institute in Loranzè, a village in the metropolitan city of Turin which rises 5 km from Ivrea. The complex was designed by Arch. Alberto Galardi between 1959, the year in which Adriano Olivetti commissioned the work, and 1962, the year of its inauguration. The building hosted for about twenty years the production and research in the pharmacological field of the Italian Company Marxer Products. Historical events and economic motivations have led to numerous changes of ownership since 1978, which have led to a gradual abandonment of the structure in 1990. What we found is a complex that involves a state of negliglence and degradation, attacked for years both by the inevitable action of time and by the action of man and vandals. The paper is based on the recognition of a historical, documentary, artistic and cultural value of the Marxer Institute, which is configured as a material testimony, nowadays forgotten in silence, of an architectural and industrial culture that we want to protect and transmit to future generations. This recognition was made possible through dialogue with the designer and with a historical contextualization of his work, focusing on the study of brutalist architecture in concrete abroad and in Italy, then focusing on the use of this material, its properties and characteristics. Furthermore, it was very important to relate the Marxer Institute's project to Olivetti's corporate philosophy, focusing on the relationship that the latter established with architecture and urban planning in the many phases of its corporate history. This was followed by an analysis of the degradation pathologies and the state of conservation of the concrete, as well as the causes that led to the progressive manifestation of the phenomena detected. The paper therefore aims to protect this building with historical, artistic and documentary value, proposing the preservation of the concrete on the fronts and the re-use of its spaces.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
L’elaborato ha come oggetto l’Istituto Marxer a Loranzè, comune della città metropolitana di Torino che sorge a 5 Km da Ivrea. Il complesso fu progettato dall’Arch. Alberto Galardi tra il 1959, anno in cui Adriano Olivetti commissionò l’opera, e il 1962, anno della sua inaugurazione. L’edificio ospitò per circa venti anni la produzione e la ricerca in campo farmacologico della Società Italiana Prodotti Marxer. Vicende storiche e motivazioni economiche hanno determinato numerosi cambi di proprietà già a partire dal 1978, i quali hanno portato a un abbandono progressivo della struttura a partire dal 1990. Ciò con cui ci si è relazionati è un complesso che verte in uno stato di abbandono e degrado, attaccato per anni sia dall’inevitabile azione del tempo sia dall’azione dell’uomo e dei vandali. L’elaborato si basa sul riconoscimento di un valore storico, documentario, artistico e culturale proprio dell’Istituto Marxer, che si configura come una testimonianza materiale, oggigiorno dimenticata nel silenzio, di una cultura architettonica e industriale che si vuole tutelare e trasmettere nella totalità dei suoi valori alle generazioni future. Questo riconoscimento è stato possibile tramite il dialogo con il progettista e con una contestualizzazione storica del suo operato, soffermandosi sullo studio dell’architettura brutalista in calcestruzzo armato all’estero e in Italia, concentrandosi poi sull’utilizzo a vista di questo materiale e sulle sue proprietà e caratteristiche. Inoltre, è stato di fondamentale importanza mettere in relazione il progetto dell’Istituto Marxer con la filosofia aziendale della Olivetti, soffermandosi sul rapporto che quest’ultima instaurò con l’architettura e l’urbanistica nelle molte fasi della sua storia aziendale. A ciò è seguita un’analisi delle patologie di degrado e dello stato di conservazione del calcestruzzo, nonché delle cause che hanno comportato il manifestarsi progressivo dei fenomeni rilevati. L’elaborato si è pertanto posto il compito di tutelare questo edificio produttivo con valore storico, artistico e documentario, proponendo la conservazione del calcestruzzo armato a vista e una sua rifunzionalizzazione dei suoi spazi.
Tesi di laurea Magistrale
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