This paper aims to discuss about the inversely proportional relationship between image and text that has characterized the history of the transmission of architecture, from the treaty of Vitruvius to Renaissance treaties, to the diffusion of the press, to the invention of photography, to the advent of cinematography, up to the modern era and the technological revolution that has generated the culture of the image in which we are living today. How can architecture be communicated? A building obviously has three dimensions, so its representation implies a two-dimensional reduction of the volumes that constitute it. But not only that. Architecture stands out from other artistic activities due to the fact that among all of them it is the only one in which its three-dimensional element includes man. People live architecture, go through its spaces and by doing this they always create new points of view from which to observe spaces; through his own path a person introduces the fourth dimension of time, linked to the succession of images captured by his gaze. For this reason, therefore, the dynamic image, reproducing this path as sequences of shots, manages to provide an optimal representation of the space, configuring itself as the representation that, with obvious limits, is closer to the direct experience. What was the contribution made by the use of the image to the spread of architectural theories? This question then allows the creation of a link between the general argument, ie the effectiveness of the image for the transmission of architecture, and the possibility of analyzing a concrete example, observed during an internship carried out in Brussels, which has inspired the project of this thesis. This is the documentary Palladio: the power of architecture, created by Magnitudo Film, responsible for the production of some of the most popular art documentaries in the world, such as the Vatican Museums 3D, Florence and the Uffizi, and Raphael, the Prince of the Arts. This case study is dedicated to the figure of Palladio, one of the most imitated architects of all time: his works have in fact been able to influence the architecture of entire countries for centuries, thanks to their depictions, images in fact, reported in The Four Books of Architecture. During the following chapters we will therefore try to demonstrate how the image, and especially the dynamic image, represents a particularly effective means of transmission with regard to architecture, responding to a need linked to an intrinsic characteristic of this discipline, which cannot be understood if separated from its visual component.

Il presente elaborato si pone l’obiettivo di ragionare sul rapporto inversamente proporzionale esistente tra immagine e testo che ha caratterizzato la storia della trasmissione dell’architettura, dal trattato di Vitruvio ai trattati rinascimentali, alla diffusione della stampa, all’invenzione della fotografia, all’avvento della cinematografia, fino a giungere all’era moderna e alla rivoluzione tecnologica che ha generato la cultura dell’immagine in cui oggi siamo immersi. Come si può comunicare, infatti, l’architettura? Un edificio presenta, evidentemente, tre dimensioni, pertanto la sua rappresentazione implica una riduzione bidimensionale dei volumi che lo costituiscono. Ma non solo. L’architettura si distingue dalle altre attività artistiche per il fatto che tra tutte essa è l’unica per cui il carattere di tridimensionalità, che da questo punto di vista è proprio, per esempio, anche della scultura, include l’uomo. L’uomo vive l’architettura, percorre i suoi spazi e in questo modo crea sempre nuovi punti di vista dai quali osservarli; attraverso il proprio percorso egli introduce la quarta dimensione del tempo, legato alla successione delle immagini catturate dal suo sguardo. Per questo motivo quindi l’immagine dinamica, riproducendo questo percorso come sequenze di inquadrature, riesce a fornire una raffigurazione ottimale dello spazio, configurandosi come la rappresentazione che, con ovvi limiti, più si avvicina all’esperienza diretta. Quale è stato il contributo apportato dall’utilizzo dell’immagine alla diffusione delle teorie architettoniche? Questo quesito permette poi la creazione di un collegamento tra l’argomento generale, cioè l’efficacia dell’immagine per la trasmissione dell’architettura, e la possibilità di analizzarne un esempio concreto, osservato in occasione di un tirocinio svolto a Bruxelles, che ha ispirato il progetto di questa tesi di Laurea. Si tratta del documentario Palladio: the power of architecture, realizzato da Magnitudo Film, responsabile della produzione di alcuni tra i documentari d’arte più visti al mondo, come Musei Vaticani 3D, Firenze e gli Uffizi, e Raffaello, il Principe delle Arti. Il caso-studio in esame è dedicato alla figura di Palladio, uno tra gli architetti più imitati di tutti i tempi: le sue opere sono state infatti capaci di influenzare l’architettura di interi paesi per secoli, grazie alle loro raffigurazioni, immagini appunto, riportate ne I Quattro Libri dell’Architettura. Nel corso dei seguenti capitoli si cercherà quindi di dimostrare come l’immagine, e in particolar modo l’immagine dinamica, rappresenti un mezzo di trasmissione particolarmente efficace per quanto riguarda l’architettura, rispondendo a una necessità legata a una caratteristica intrinseca di questa disciplina, che non può essere compresa se separata dalla propria componente visiva.

Il giusto mezzo. L’immagine dinamica per la trasmissione della storia e della teoria dell’architettura

BELFANTI, CRISTINA;FRATEA, FABIANA
2017/2018

Abstract

This paper aims to discuss about the inversely proportional relationship between image and text that has characterized the history of the transmission of architecture, from the treaty of Vitruvius to Renaissance treaties, to the diffusion of the press, to the invention of photography, to the advent of cinematography, up to the modern era and the technological revolution that has generated the culture of the image in which we are living today. How can architecture be communicated? A building obviously has three dimensions, so its representation implies a two-dimensional reduction of the volumes that constitute it. But not only that. Architecture stands out from other artistic activities due to the fact that among all of them it is the only one in which its three-dimensional element includes man. People live architecture, go through its spaces and by doing this they always create new points of view from which to observe spaces; through his own path a person introduces the fourth dimension of time, linked to the succession of images captured by his gaze. For this reason, therefore, the dynamic image, reproducing this path as sequences of shots, manages to provide an optimal representation of the space, configuring itself as the representation that, with obvious limits, is closer to the direct experience. What was the contribution made by the use of the image to the spread of architectural theories? This question then allows the creation of a link between the general argument, ie the effectiveness of the image for the transmission of architecture, and the possibility of analyzing a concrete example, observed during an internship carried out in Brussels, which has inspired the project of this thesis. This is the documentary Palladio: the power of architecture, created by Magnitudo Film, responsible for the production of some of the most popular art documentaries in the world, such as the Vatican Museums 3D, Florence and the Uffizi, and Raphael, the Prince of the Arts. This case study is dedicated to the figure of Palladio, one of the most imitated architects of all time: his works have in fact been able to influence the architecture of entire countries for centuries, thanks to their depictions, images in fact, reported in The Four Books of Architecture. During the following chapters we will therefore try to demonstrate how the image, and especially the dynamic image, represents a particularly effective means of transmission with regard to architecture, responding to a need linked to an intrinsic characteristic of this discipline, which cannot be understood if separated from its visual component.
CARBONI MAESTRI, GREGORIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
Il presente elaborato si pone l’obiettivo di ragionare sul rapporto inversamente proporzionale esistente tra immagine e testo che ha caratterizzato la storia della trasmissione dell’architettura, dal trattato di Vitruvio ai trattati rinascimentali, alla diffusione della stampa, all’invenzione della fotografia, all’avvento della cinematografia, fino a giungere all’era moderna e alla rivoluzione tecnologica che ha generato la cultura dell’immagine in cui oggi siamo immersi. Come si può comunicare, infatti, l’architettura? Un edificio presenta, evidentemente, tre dimensioni, pertanto la sua rappresentazione implica una riduzione bidimensionale dei volumi che lo costituiscono. Ma non solo. L’architettura si distingue dalle altre attività artistiche per il fatto che tra tutte essa è l’unica per cui il carattere di tridimensionalità, che da questo punto di vista è proprio, per esempio, anche della scultura, include l’uomo. L’uomo vive l’architettura, percorre i suoi spazi e in questo modo crea sempre nuovi punti di vista dai quali osservarli; attraverso il proprio percorso egli introduce la quarta dimensione del tempo, legato alla successione delle immagini catturate dal suo sguardo. Per questo motivo quindi l’immagine dinamica, riproducendo questo percorso come sequenze di inquadrature, riesce a fornire una raffigurazione ottimale dello spazio, configurandosi come la rappresentazione che, con ovvi limiti, più si avvicina all’esperienza diretta. Quale è stato il contributo apportato dall’utilizzo dell’immagine alla diffusione delle teorie architettoniche? Questo quesito permette poi la creazione di un collegamento tra l’argomento generale, cioè l’efficacia dell’immagine per la trasmissione dell’architettura, e la possibilità di analizzarne un esempio concreto, osservato in occasione di un tirocinio svolto a Bruxelles, che ha ispirato il progetto di questa tesi di Laurea. Si tratta del documentario Palladio: the power of architecture, realizzato da Magnitudo Film, responsabile della produzione di alcuni tra i documentari d’arte più visti al mondo, come Musei Vaticani 3D, Firenze e gli Uffizi, e Raffaello, il Principe delle Arti. Il caso-studio in esame è dedicato alla figura di Palladio, uno tra gli architetti più imitati di tutti i tempi: le sue opere sono state infatti capaci di influenzare l’architettura di interi paesi per secoli, grazie alle loro raffigurazioni, immagini appunto, riportate ne I Quattro Libri dell’Architettura. Nel corso dei seguenti capitoli si cercherà quindi di dimostrare come l’immagine, e in particolar modo l’immagine dinamica, rappresenti un mezzo di trasmissione particolarmente efficace per quanto riguarda l’architettura, rispondendo a una necessità legata a una caratteristica intrinseca di questa disciplina, che non può essere compresa se separata dalla propria componente visiva.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147601