Parchiamo ! Nuove azioni per la Innocenti tra parco, fabbrica e residenza

We don't live here, we don't work in a factory and we don't enjoy the park. Not only, not so easily. "Parchiamo": from the verb "parcare", a new powerful action that includes staying in a different place, where the boundaries between park, factory and residence fade away. A place that weaves colors, scents, sensations and possibilities of actions. A place where the elements of the city want to rediscover themselves through nature. A place where nature is renamed, becomes denser by coming in contact with spaces that it is used to invade, without rules, to take possession of them again. It invades, makes its way and changes itself. But necessarily it also changes what exists, the concept and the result. So it is different for those who get in, stimulated by a hybrid, nuanced space: he could not simply live, work, live the park. "Parcare" contains a new concept of production, which is no longer just that of the factory, as the workers of Innocenti have handed down. It is also an agricultural production of fields, a production of meetings thanks to public spaces, a production of work thanks to other self-managed spaces, an endless production of actions and possibilities through the available space. And then the regular grid already set stretches to hold the whole system together, letting itself be permeated by a green that knows how to be the protagonist.

Qui non abitiamo, non lavoriamo in fabbrica e non viviamo il parco. Non solo, non così semplicemente. Qui parchiamo: voce del verbo parcare, una nuova azione coinvolgente che comprende lo stare in un luogo diverso, dove i confini tra parco, fabbrica e residenza sfumano. Un luogo che intreccia colori, profumi, sensazioni e possibilità di azioni. Un luogo in cui gli elementi della città vogliono ridescriversi attraverso la natura. Un luogo in cui la natura si rinomina, si densifica entrando in contatto con spazi che è abituata ad invadere di diritto, senza regole, per impossessarsene di nuovo. Essa penetra, si fa largo e cambia se stessa. Ma inevitabilmente cambia anche ciò che esiste, il concetto e il risultato. Così è diverso chi vi entra, stimolato da un ambiente ibrido, sfumato: egli non potrebbe semplicemente abitare, lavorare, vivere il parco. “Parcare” contiene in sè un nuovo concetto di produzione, che non è più solo quello della fabbrica, come gli operai della Innocenti hanno tramandato. E’ anche una produzione agricola dei campi, una produzione di incontri grazie agli spazi pubblici, una produzione del lavoro grazie ad altri spazi autogestiti, una produzione di azioni e di possibilità infinite attraverso lo spazio a disposizione. E poi quella griglia regolare già impostata si allunga a tenere insieme tutto il sistema, lasciandosi permeare da un verde che sa essere protagonista.