The thesis deals with two main topic of our time: Neurosciences and the contemporary "smart" office. The intention here is to show the possible relationships and intersections between them. Both of them will be presented through the filter of Architecture. Neurosciences become a real tools for the architect, in particular, to deeply and better understand the experience of the space itself. The research investigates the intimate connection between our brain, mind, body and space.
Questa tesi affronterà due macrotemi che ritengo di profonda attualità ed importanza: le Neuroscienze e lo Smart Working. Tra le righe che seguiranno si cercherà di mettere in evidenza le possibili implicazioni tra questi due fattori che sembrano caratterizzare la nostra contemporaneità. Non dimentichiamo il filtro attraverso il quale le nozione seguenti verranno esposte, l’Architettura. La ricerca verterà e rifletterà sulle implicazioni che una “filosofia” lavorativa come quella del “lavoro agile” abbia caratterizzato e influenzato fortemente la definizione dello spazio lavoro, nello specifico quello terziario, il settore che maggiormente si trova ad essere coinvolto in questo processo. L’applicazione di quello che oggi viene definito “smart working” non rappresenta unicamente un trend che sembra essersi posto in vetta alla direzione delle aziende dei maggiori brand conosciuti, ma è un fenomeno che per la sua propria capillare estensione ha reso necessaria una normativa, una vera e propria legge che andasse a definirne i margini. Secondo l’ art. 18 L. 81/2017 per lavoro agile o “Smart Working” s’intende una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, stabilita mediante un accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa.” Questa definizione ha dato luogo, in risposta a tale meccanismo, ad una profonda rivoluzione degli spazi atti ad accogliere quei processi “fluidi” propri della “grande impresa”. Ciò che risulta essere manifesto è la progressiva smaterializzazione dello spazio fisico dell’ufficio, il quale diviene un involucro vuoto, colmato unicamente da una serie di complementi d’arredo, personificazioni delle pregresse partizioni interne. In questo decisivo cambiamento quale ruolo ricopre oggi la figura dell’architetto, personilatà la quale dialoga in termini spaziali? Sembra che egli sia stato confinato alla progettazione di un involucro esterno, senza avere la possibilità di addentrarsi nella definizione di una spazialità più “intima” ed interna. Più che definire qualità spaziali egli sembra essere giunto alla definizione di allestimenti di interni i quali si mostrano debolmente radicati allo spazio stesso. Nonostante questa tendenza dell’open space, tramite l’analisi di casi studio che verranno mostrati in seguito, sembra essere emersa la necessità da parte degli “abitanti “ di questi spazi di chiudersi all’interno di “dispositivi” atti a tutelare la privacy e la concentrazione dell’individuo o di una serie di essi. L’insediamento di queste “capsule” high-tech lascia spazio alla creazione di micro spazi all’intreno dello spazio stesso, denotando, in un certo senso, una sorta di latente critica a quest’ultimo. Parallelamente a questo decisivo mutamento si è venuto a delineare un crescente interesse per lo studio del nostro cervello e delle correlazioni che quest’ultimo ha con il nostro corpo e lo spazio che lo circonda. La definizione di un’intima connessione tra il nostro cervello, e quindi, del nostro corpo con lo spazio risulterà essere di fondamentale importanza per la codificazione di una riflessione sulla “contraddizione” appena enunciata. Le Neuroscienze giungono dunque come un possibile strumento nelle mani dell’archittetto, che grazie ad una maggiore comprensione ed intima lettura dello spazio, sia in grado di offrire maggiori “stimoli” alla progettazione spaziale, restituendo ad uno spazio quanto mai destrutturato, una propria concretezza.
Cervello, mente e corpo incontrano lo spazio dell'ufficio contemporaneo : coesistenza di neuroscienza ed architettura
GHIDINI, DAVIDE
2017/2018
Abstract
The thesis deals with two main topic of our time: Neurosciences and the contemporary "smart" office. The intention here is to show the possible relationships and intersections between them. Both of them will be presented through the filter of Architecture. Neurosciences become a real tools for the architect, in particular, to deeply and better understand the experience of the space itself. The research investigates the intimate connection between our brain, mind, body and space.File | Dimensione | Formato | |
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