Within an oversaturated landscape, by information, stimuli and wireless connections, reality splitted due to Internet. First as simulation and then as simulacrum, the mediascape - overlapping the landscape, replaced the physical dimension of things, objects, relationships and spaces, generating a synthetic palimpsest. Virtual world, simultaneous, always high-def, in a continuous streaming, ready for everything and everyone, is replacing the physical space, which is sequential, faded in the background. It become lo-fi, inaccessible, rigid and too expensive to be competitive. The Surface accepts the paradigm-shift by short-circuiting it, through the acceleration of the real at the speed of the virtual. This process is made through a machinic cocktail of analysis on the concept of digital, of celebration, the last ruin of public space, and desiring machine. Induced, then - lubricated the authorization machine - as a pharmacological cure for public space, methadone for homo videns, The Surface is a device that restores the physical space and the body primacy, regenerating the urban fabric through a process of resilience as a collateral effect. The Surface is a stage, a slice of decontextualized urban landscape, made by topographies, people, events and physical space. The Surface is a hyper-real carousel.

All’interno di un paesaggio ipersaturato da informazioni, stimoli e connessioni senza fili, la realtà ha subito una biforcazione per mezzo di Internet. Dapprima simulazione e poi simulacro, il mediascape, sovrapponendosi al landscape, si è sostituito alla dimensione fisica delle cose, degli oggetti, delle relazioni e degli spazi, generando un palinsesto sintetico ed edulcorato. Il mondo virtuale, simultaneo, sempre in alta definizione, in continuo streaming, pronto a tutto e alla portata di tutti sta soppiantando lo spazio fisico, per sua natura sequenziale, sbiadito in background, divenuto lo-fi, inaccessibile, rigido e troppo costoso per essere competitivo. The Surface accetta il cambiamento del paradigma corticircuitandolo per accelerare il reale alla velocità del virtuale attraverso un cocktail macchinico di analisi sul concetto di digitale, di festa, ultimo baluardo dello spazio pubblico, e macchina desiderante. Indotto, poi - lubrificata la macchina autorizzativa - come cura farmacologica per lo spazio pubblico, metadone per l’homo videns, The Surface è un dispositivo che restituisce allo spazio fisico e al corpo il primato, rigenerando il tessuto urbano attraverso un processo di resilienza come effetto collaterale. The Surface è un palcoscenico, una fetta di paesaggio urbano decontestualizzato, composto da topografie, persone, eventi e spazio fisico. The Surface è una giostra iper-reale.

The surface. A contemporay landscape

RICCIARDI, DANIELE
2017/2018

Abstract

Within an oversaturated landscape, by information, stimuli and wireless connections, reality splitted due to Internet. First as simulation and then as simulacrum, the mediascape - overlapping the landscape, replaced the physical dimension of things, objects, relationships and spaces, generating a synthetic palimpsest. Virtual world, simultaneous, always high-def, in a continuous streaming, ready for everything and everyone, is replacing the physical space, which is sequential, faded in the background. It become lo-fi, inaccessible, rigid and too expensive to be competitive. The Surface accepts the paradigm-shift by short-circuiting it, through the acceleration of the real at the speed of the virtual. This process is made through a machinic cocktail of analysis on the concept of digital, of celebration, the last ruin of public space, and desiring machine. Induced, then - lubricated the authorization machine - as a pharmacological cure for public space, methadone for homo videns, The Surface is a device that restores the physical space and the body primacy, regenerating the urban fabric through a process of resilience as a collateral effect. The Surface is a stage, a slice of decontextualized urban landscape, made by topographies, people, events and physical space. The Surface is a hyper-real carousel.
ARMAO, FABIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
All’interno di un paesaggio ipersaturato da informazioni, stimoli e connessioni senza fili, la realtà ha subito una biforcazione per mezzo di Internet. Dapprima simulazione e poi simulacro, il mediascape, sovrapponendosi al landscape, si è sostituito alla dimensione fisica delle cose, degli oggetti, delle relazioni e degli spazi, generando un palinsesto sintetico ed edulcorato. Il mondo virtuale, simultaneo, sempre in alta definizione, in continuo streaming, pronto a tutto e alla portata di tutti sta soppiantando lo spazio fisico, per sua natura sequenziale, sbiadito in background, divenuto lo-fi, inaccessibile, rigido e troppo costoso per essere competitivo. The Surface accetta il cambiamento del paradigma corticircuitandolo per accelerare il reale alla velocità del virtuale attraverso un cocktail macchinico di analisi sul concetto di digitale, di festa, ultimo baluardo dello spazio pubblico, e macchina desiderante. Indotto, poi - lubrificata la macchina autorizzativa - come cura farmacologica per lo spazio pubblico, metadone per l’homo videns, The Surface è un dispositivo che restituisce allo spazio fisico e al corpo il primato, rigenerando il tessuto urbano attraverso un processo di resilienza come effetto collaterale. The Surface è un palcoscenico, una fetta di paesaggio urbano decontestualizzato, composto da topografie, persone, eventi e spazio fisico. The Surface è una giostra iper-reale.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147707