Sub hub club. Underground contemporaneo

Nowadays Milan has too many buildings: the common trend is to occupy the soil with architectures that find their dimension in height, the city, though, is not solely made of what is visible, but it is the outcome of a stratification process and therefore studded with silent, hypogeum spaces. Forgotten locations, built by history, which have nevertheless lost their purpose over time. This dissertation concerns the preliminary identification of what the underground Milan is, in the perspective that all these areas could be reactivated through the performance of a function dictated by the needs of the space in which they hide. As starting point, a case study, that of the air-raid shelter of Piazza Grandi, is analyzed. The bunker is located in the nearby of Porta Vittoria, which has been at the center of several requalification projects, one of which is currently in progress. Moreover, some socio-cultural districts characterize the site, such as the center for contemporary art named Frigoriferi Milanesi and the building situated within Vittorio Formentano park, which host many different music events: the Palazzina Liberty. Porta Vittoria was one of the most important focal centers for the Milanese club culture, thanks to the presence of the now closed Rolling Stone, Cafè Atlantique and Plastic, the latter moved to a different location. Today, the club culture, which had its peak during the ‘60s-‘70s, is barely considered in Italy and has been recently overwhelmed by a deep social and economic crisis, which has entailed the closing of several clubs and the idea that these are places of perdition not necessary to the city. This research, on the other hand, aims to highlight those mechanisms by which the function of club can still be perceived as a positive factor within the urban and social system. It is nevertheless necessary to restore that idea of club as place where the different languages can convey to conceive a studied place, so that it actively participates to the construction of individual’s identity in the transition phase (also called trance) from adolescence to adulthood. Clubs are also the aggregation spaces par excellence, where diversities fade away and it is possible to activate a process of social integration necessary for the individual. A hidden process with the goal of giving new life to a forgotten place by fully exploiting the potentialities of the hypogeum architecture. Leaving the space on the surface free, so that the square-park bond keeps on functioning, a cut in the ground on the west side of the bunker has been made in order to reveal it to the city. In its rooms the most psychological component of the project takes place through the fitting of six of these, which, during the evening work as entrances to the club and during the day remain open to the public for a sensorial immersion in the themes characterizing the club culture. The architectural composition takes the bunker as matrix, which remains central in the volumetric disposition and defines the dimensions of the project. On the west side, a strip of services for the city is developed, whilst on the east side of the shelter a well is placed (in analogy with the excavation architecture of the city), which conceptually works as threshold of passage from conscious to unconscious and allocates to different shares the remaining hypogeum spaces, organized as a clock around the matrix. The intervention has the goal of creating a haven from the concise everyday and frenetic life entailing social duties, by proposing a place where is possible to unleash the individual freedom of expression. To conclude, Sub Hub Club is a “distraction”, an underground center where culture, art and amusement blend.

Oggi viviamo in una Milano satura di costruzioni: la tendenza è quella dell’occupazione del suolo con architetture che trovano la loro dimensione in altezza. La città però non è composta solamente da ciò che è visibile, ma è frutto di un lungo processo di stratificazione e costellata di spazi silenziosi, ipogei. Luoghi spesso dimenticati, che la storia ha costruito, ma che con il tempo hanno perso la loro funzione. La tesi si compone di un’individuazione preliminare di quella che è Milano sotterranea, così che tutti questi spazi possano essere oggetto di riattivazione, tramite funzioni dettate dalle esigenze del luogo in cui si nascondono. Il punto di partenza è l'analisi di un caso studio: il rifugio antiaereo di Piazza Grandi. Questo bunker si trova nell’area di Porta Vittoria, oggetto di diversi progetti di riqualifica e attualmente caratterizzata da centri di attrazione socio-culturale, quali il centro per l’arte contemporanea chiamato “Frigoriferi Milanesi”, il Macao, centro indipendente per le arti, la cultura e la ricerca ed un edificio che si inserisce nel parco Vittorio Formentano e che ospita una lunga rassegna di eventi musicali: la Palazzina Liberty. Nel recente passato Porta Vittoria è stato uno dei maggiori centri focali della club culture milanese grazie alla presenza degli ormai chiusi Rolling Stone, Cafè Atlantique e Plastic, oggi trasferito in diversa sede. La cultura club, che ha avuto il suo picco negli anni ‘60-’70, è poco considerata in Italia ed è appena stata travolta da una profonda crisi economica e sociale, che ha portato alla chiusura di diversi locali e all’idea che questi siano “luoghi di perdizione” non necessari alla città. La nostra ricerca, ha il fine di mettere in luce quei meccanismi per cui il dispositivo discoteca può ancora essere considerato come un fattore positivo all’interno del sistema urbano e sociale. E’ necessario tornare all'idea di club come un luogo in cui i diversi linguaggi possano convergere per ideare uno spazio che partecipi attivamente alla costruzione dell’identità dell’individuo nella fase di transizione (anche definita di trance) dall’età adolescenziale a quella adulta. I club sono anche luoghi di aggregazione per eccellenza in cui le diversità scompaiono ed è possibile attivare un processo di integrazione sociale necessario all’individuo. Un progetto “nascosto”, che ha il fine di ridare vita ad un luogo dimenticato sfruttando a pieno le potenzialità dell’architettura ipogea. Mantenendo libero lo spazio in superficie, affinché il connubio piazza-parco dell’esistente continui a funzionare, è stato praticato un taglio nel terreno sul lato ovest del bunker, con il fine di scoprirlo agli occhi della città. Nelle sei stanze centrali del bunker prende spazio la componente psicologica del progetto che di giorno rimane aperta al pubblico per un’immersione sensoriale nei temi caratterizzanti la club culture e la sera funziona da ingresso al club. La composizione architettonica prende come matrice il bunker, baricentrico nella disposizione volumetrica. Sul lato ovest si articola una fascia di servizi per la città, mentre sul lato est del rifugio viene accostato un “pozzo”, che funziona concettualmente come “soglia” di passaggio tra conscio e inconscio e distribuisce a diverse quote gli spazi ipogei disposti circolarmente intorno alla matrice. L’intervento ha il fine di creare un rifugio dalla quotidianità serrata e dalla vita frenetica che comportano obblighi sociali, proponendo un luogo dove è possibile dare spazio alla libertà espressiva individuale. In conclusione Sub Hub Club è un “diversivo”, un centro underground dove cultura, arte e svago si fondono.