The research work investigates both the characters of the current forms of disposal and the forms and ways in which abandoned urban fabrics are transformed, as well as the possibility of their reconversion into newly productive spaces. The current divestments are the expression of complex and radical processes, where the city is lacking, contracting, changing and leading to the formation of urban voids. The thesis reflects on the transformative character of the urban landscape and its architecture, considering these unused spaces as an "urban resource" to be transformed. If abandonment constitutes a moment of crisis in the system and, at the same time, a potential value that can be released, the interventions carried out in such situations work on a double ridge that must both transform and free what cannot be reused. In particular, my interest has fallen on an urban void in the city of Milan. It is located in the area of Pagano, on the edge of the historic center, created after the creation of the Park Guido Vergani on the occasion of the decommissioning of the railway belt west and Scalo Sempione. It presents itself as a threshold that is something that arises between two situations, a space of passage and at the same time of demarcation and differentiation. The intention is to define a place of relationship between the historical condition and the current condition, with a strategic mode made of buildings that take up the positions, axes and traces present, defining in their relationships of proximity of open public spaces. Thinking of voids as a space in need of design thinking can be one of the most decisive themes for the future quality of life in our cities. The thesis aims to focus on the need for intervention in a reality of this kind, on the possibility of intervening with the contemporary in relation to the ancient, and on the possibility of designing an open and public space, being able to give value to the void between buildings, making it the protagonist of the city.

Il lavoro di ricerca indaga sia i caratteri delle attuali forme di dismissione, sia le forme e modi con cui si trasformano tessuti urbani dismessi nonché la possibilità di una loro riconversione in spazi nuovamente produttivi. Le dismissioni attuali sono espressione di processi complessi e radicali, in cui è la città stessa che viene a mancare, contraendosi, modificandosi e portando alla formazione di vuoti urbani. La tesi riflette sul carattere trasformativo del paesaggio urbano e delle sue architetture, considerando questi spazi caduti in disuso come “risorsa urbana” da trasformare. Se l’abbandono costituisce un momento di crisi del sistema e, al contempo, valore potenziale che si può liberare, gli interventi condotti in tali situazioni lavorano su un duplice crinale che deve sia trasformare, sia liberare ciò che non può essere riusato. In particolare il mio interesse è ricaduto su un vuoto urbano nella città di Milano. Esso si trova nella zona di Pagano, al limite con il centro storico, creatosi successivamente alla realizzazione del Parco Guido Vergani in occasione della dismissione della cintura ferroviaria ovest e dello Scalo Sempione. Esso si presenta come una soglia, ovvero qualcosa che si pone entro due situazioni, uno spazio di passaggio e allo stesso tempo di demarcazione e differenziazione. L’intento è quello di definire un luogo di relazione tra la condizione storicizzata e la condizione attuale, con una modalità strategica fatta di edifici che riprendano le giaciture, gli assi e le tracce presenti, definendo nelle loro relazioni di prossimità degli spazi aperti pubblici. Pensare ai vuoti, come ad uno spazio che necessita di un pensiero progettuale può essere uno dei temi più decisivi per la futura qualità dello spazio di vita delle nostre città. La tesi vuole mettere a fuoco la necessità di intervento in una realtà di questo tipo, sulla possibilità di intervenire con il contemporaneo in relazione all’antico, e sulla possibilità di disegnare uno spazio aperto e pubblico, potendo dare valore al vuoto tra gli edifici, facendo di esso il protagonista della città.

Costruire il vuoto. Progetto di un centro culturale per l'area di Pagano

BIFFI, CHIARA
2017/2018

Abstract

The research work investigates both the characters of the current forms of disposal and the forms and ways in which abandoned urban fabrics are transformed, as well as the possibility of their reconversion into newly productive spaces. The current divestments are the expression of complex and radical processes, where the city is lacking, contracting, changing and leading to the formation of urban voids. The thesis reflects on the transformative character of the urban landscape and its architecture, considering these unused spaces as an "urban resource" to be transformed. If abandonment constitutes a moment of crisis in the system and, at the same time, a potential value that can be released, the interventions carried out in such situations work on a double ridge that must both transform and free what cannot be reused. In particular, my interest has fallen on an urban void in the city of Milan. It is located in the area of Pagano, on the edge of the historic center, created after the creation of the Park Guido Vergani on the occasion of the decommissioning of the railway belt west and Scalo Sempione. It presents itself as a threshold that is something that arises between two situations, a space of passage and at the same time of demarcation and differentiation. The intention is to define a place of relationship between the historical condition and the current condition, with a strategic mode made of buildings that take up the positions, axes and traces present, defining in their relationships of proximity of open public spaces. Thinking of voids as a space in need of design thinking can be one of the most decisive themes for the future quality of life in our cities. The thesis aims to focus on the need for intervention in a reality of this kind, on the possibility of intervening with the contemporary in relation to the ancient, and on the possibility of designing an open and public space, being able to give value to the void between buildings, making it the protagonist of the city.
RENDA, PAOLA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
Il lavoro di ricerca indaga sia i caratteri delle attuali forme di dismissione, sia le forme e modi con cui si trasformano tessuti urbani dismessi nonché la possibilità di una loro riconversione in spazi nuovamente produttivi. Le dismissioni attuali sono espressione di processi complessi e radicali, in cui è la città stessa che viene a mancare, contraendosi, modificandosi e portando alla formazione di vuoti urbani. La tesi riflette sul carattere trasformativo del paesaggio urbano e delle sue architetture, considerando questi spazi caduti in disuso come “risorsa urbana” da trasformare. Se l’abbandono costituisce un momento di crisi del sistema e, al contempo, valore potenziale che si può liberare, gli interventi condotti in tali situazioni lavorano su un duplice crinale che deve sia trasformare, sia liberare ciò che non può essere riusato. In particolare il mio interesse è ricaduto su un vuoto urbano nella città di Milano. Esso si trova nella zona di Pagano, al limite con il centro storico, creatosi successivamente alla realizzazione del Parco Guido Vergani in occasione della dismissione della cintura ferroviaria ovest e dello Scalo Sempione. Esso si presenta come una soglia, ovvero qualcosa che si pone entro due situazioni, uno spazio di passaggio e allo stesso tempo di demarcazione e differenziazione. L’intento è quello di definire un luogo di relazione tra la condizione storicizzata e la condizione attuale, con una modalità strategica fatta di edifici che riprendano le giaciture, gli assi e le tracce presenti, definendo nelle loro relazioni di prossimità degli spazi aperti pubblici. Pensare ai vuoti, come ad uno spazio che necessita di un pensiero progettuale può essere uno dei temi più decisivi per la futura qualità dello spazio di vita delle nostre città. La tesi vuole mettere a fuoco la necessità di intervento in una realtà di questo tipo, sulla possibilità di intervenire con il contemporaneo in relazione all’antico, e sulla possibilità di disegnare uno spazio aperto e pubblico, potendo dare valore al vuoto tra gli edifici, facendo di esso il protagonista della città.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147725