Monolith. Open architecture for common meditation

This thesis aims to identify, in architecture, a tool to lead to the resolution of a contemporary theme: the philosophical one of the need to "find oneself". Starting from the reflection of the present, spiritual condition of humanity, we arrive at the elaboration of a possible key, linked to the role of architecture: not looking for the religion of the world but the spirit of humanity. As for the monastery, the foundations are in those who live there, even the design of a spiritual architecture finds the foundation in man. Monastic life is a strong example of how the physical circumscription by means of architecture can lead to a spiritual concentration far from the distractions of everyday life. Therefore, looking at the materials, the lights, the forms, and the architectural experience, as essential elements to bring man back to himself, a research is outlined on the continuous relationship between architectural space and the sensitivity of the individual. This theme finds its foundations in previous thesis work, based on the involvement of architectural experience, using above all analysis of sacred case studies that have an intrinsic and evocative aspect. Going beyond these bases, the research proceeds on three themes: sacred, spiritual and artistic, using also the analysis of different case studies chosen for each theme. Intertwining aspects of these three macro-categories, this thesis uses the project as a practical means of creating a space dedicated to reflection, estrangement, meditation, in search of an individual or collective moment; a space that is not dedicated to the union of several religions, but a space that moves away from the interreligious theme and that is dedicated to the spirit. The main intention is to design a place of common meditation with an open architecture that is evocative and that gathers in a single moment a common sense that involves all men. This common sense has above all to do with death, which is not a starting point but a guiding tool for the design of a building that conveys a sense of unity and makes a physical pathway that is intangible by nature. The function chosen to represent these conditions is the Crematorium, a place that combines the feeling of comfort and that of a spiritual, personal or collective search, through materials, light, the relationship between individual and space. This building deals with giving an answer to the need of the Como community to take advantage of this service. The administration chose the Camerlata Cemetery for the position of a crematorium and the intention of the project is to end the cemetery, setting itself as the background of the existing church; a rigid stone monolith that interacts with nature and that opens up in silence to the personal search for answers and thoughts that architecture can support.

Questa tesi si pone l’obiettivo di individuare, nell’architettura, uno strumento per portare alla risoluzione di un tema contemporaneo: quello filosofico del bisogno di “ritrovare se stessi”. Partendo dalla riflessione della condizione attuale, spirituale, dell’umanità, si arriva all’elaborazione di una possibile chiave, legata al ruolo dell’architettura: non cercare la religione del mondo ma lo spirito dell’umanità. Come per il monastero, le fondamenta sono in chi vi abita, anche la progettazione di un’architettura spirituale trova le fondamenta nell’uomo. La vita monastica è un esempio forte di come, la circoscrizione fisica per mezzo dell’architettura, possa portare ad una concentrazione spirituale lontana dalle distrazioni della vita quotidiana. Guardando quindi ai materiali, alle luci, alle forme e all’esperienza architettonica, come elementi essenziali per riportare l’uomo a se stesso, si delinea una ricerca sulla continua relazione tra spazio architettonico e sensibilità dell’individuo. Questo tema trova le fondamenta in un lavoro di tesi precedente, basato sul coinvolgimento dell’esperienza architettonica, utilizzando soprattutto analisi di casi studio di tipologia sacra che possiedono un aspetto evocativo e suggestivo intrinsechi. Andando oltre queste basi, la ricerca procede su tre temi: sacro, spirituale e artistico, servendosi anche dell’analisi di diversi casi studio scelti per ogni tema. Intrecciando aspetti di queste tre macro-categorie, questa tesi utilizza il progetto come mezzo pratico della realizzazione di uno spazio dedicato alla riflessione, estraniazione, meditazione, alla ricerca di un momento individuale o collettivo; uno spazio che non sia dedicato all’unione di più religioni, bensì uno spazio che si allontana dal tema interreligioso e che si dedica allo spirito. L’intenzione principale è quella di progettare un luogo di meditazione comune con un’architettura aperta che sia evocativa e che raccolga in un unico momento un senso comune che coinvolge tutti gli uomini. Questo senso comune ha soprattutto a che fare con la morte, che non rappresenta un punto di partenza ma uno strumento guida per la progettazione di un edificio che trasmetta un senso di unità e che si faccia fisicità di un percorso spirituale che di natura è intangibile. La funzione scelta per rappresentare queste condizioni è il Crematorio, un luogo che combina la sensazione di conforto e quella di una ricerca spirituale, personale o collettiva, attraverso i materiali, la luce, il rapporto tra individuo e spazio. Questo edificio si occupa di dare una risposta alla necessità della comunità di Como di usufruire di questo servizio. L’amministrazione ha scelto il Cimitero di Camerlata per la posizione di un crematorio e la volontà del progetto è quella di dare una conclusione al cimitero, ponendosi come sfondo della chiesa esistente; un monolite di pietra rigido che dialoga con la natura e che nel silenzio si apre alla ricerca personale di risposte e pensieri che l’architettura può sostenere.