Domineering the silhouette of the city of Pristina, Kosovo, is a building, perhaps no longer interesting in its form but most definitely in its meaning. It is the former Media House building, conceptualized primarily to serve the society as a production mechanism of the first Albanian written newspaper “Rilindja”. Built during the modernization era of Socialist Yugoslavia, it represented not only an efficient productive machine, but a concrete sign of modernity and it is recognized as one of the best examples of brutalist architecture in the region. However, after the destruction of Socialist Yugoslavia in 1980 and the war of Kosovo in 1998-1999 the modernist architecture in Pristina underwent radical transformation, initiated from the new political order with the aim of altering one part of Yugoslavian history regarded as something not domestic. The “Rilindja” Media House building, was one of the victims of this process, its architecture, program and history were altered, it lost its importance, and as a result, a huge part of the architectural and historical heritage of Kosovo was erased. These aspects introduced two key questions for the project: how a disfigured building in the city of Pristina can be transformed into an active social intersection between the city and its citizens? and how does the present situation affect the memory of the past? Aiming to respond these questions and based on the actual need of the city this project proposes a new life for the former “Rilidnja” Media House building, which wants to fuse both the preservation of its identity and the radical transformation of its content, in this way enabling a shift from industrial mechanism to cultural mechanism. Hence proposing a new cultural hub named “Youth commune”, which, through the act of people, not only evolves into a state of acceptance, but becomes part of everyday life. This process aims to start, within a fragmented nation, a journey of self-discovery based on the comprehension of all the values rooted in the past.

E’ un edificio, forse non più interessante nella sua forma, ma decisamente nel suo significato, a dominare la sagoma della città di Pristina in Kosovo. È l'ex edificio della Media House, concepito principalmente per servire la società come meccanismo di produzione del primo giornale scritto albanese "Rilindja". Costruito durante l'era della modernizzazione della Jugoslavia socialista, ha rappresentato non solo una macchina produttiva efficiente, ma un segno concreto di modernità, che è riconosciuto come uno dei migliori esempi di architettura brutalista nella regione. Tuttavia, dopo la distruzione della Jugoslavia socialista, nel 1980, e la guerra del Kosovo (1998-1999), l'architettura modernista a Pristina subì una trasformazione radicale, finalizzata all’alterazione dell’eredità proveniente dalla tradizione jugoslava, considerata qualcosa di non appartenente al contesto. Il Media House "Rilindja" è proprio uno di quegli edifici che hanno subito la trasformazione dei loro caratteri architettonici e del loro programma. Una parte enorme del patrimonio architettonico e storico del Kosovo è stata trasformata in questo processo e una serie di punti di riferimento dell’espressione brutalista è stata così cancellata. Della stessa opinione è stato l'architetto che ha progettato l'edificio, Georgi Konstantinovski, che in una conferenza tenuta nel 2015 a Pristina, ha detto; "Oh, sì, questo è in realtà il mio edificio!!”. L’architetto ha però avuto bisogno di alcuni secondi per capirlo, e ha proseguito dicendo "Ora capisci come è cambiato. È rivestito, ha perso la sua importanza, il peso della storia, l'architettura moderna degli anni '70. Mi infastidisce perché parte della storia è stata cancellata”. Questi aspetti conducono a due domande chiave: come un edificio sfigurato nella città di Pristina può trasformarsi in un'intersezione sociale attiva tra la città ed i suoi cittadini? e in che modo la situazione attuale influisce sulla memoria del passato? Con l'obiettivo di rispondere a tali domande, e sulla base delle reali necessità della città e dell'analisi storica, viene proposta una trasformazione del programma della Media house “Rilidnja”, ma non del suo ruolo originale, che rimane legato ad una realtà produttiva, non più relativa all’industria, ma devota ad arte e cultura. Viene così proposto “Youth Commune”, che grazie all’interazione con la comunità, non solo viene finalmente accettato, ma diventa parte della vita i tutti i giorni in qualità di nuova casa per l’arte e la cultura. Questo processo si prefigge di dare il via, all’interno di una nazione frammentata, ad un processo di auto scoperta basata sulla conoscenza dei valori radicati nel passato.

Youth commune. Re-thinking modernist architecture, according to contemporary conditions

ZEKA, VIGAN
2017/2018

Abstract

Domineering the silhouette of the city of Pristina, Kosovo, is a building, perhaps no longer interesting in its form but most definitely in its meaning. It is the former Media House building, conceptualized primarily to serve the society as a production mechanism of the first Albanian written newspaper “Rilindja”. Built during the modernization era of Socialist Yugoslavia, it represented not only an efficient productive machine, but a concrete sign of modernity and it is recognized as one of the best examples of brutalist architecture in the region. However, after the destruction of Socialist Yugoslavia in 1980 and the war of Kosovo in 1998-1999 the modernist architecture in Pristina underwent radical transformation, initiated from the new political order with the aim of altering one part of Yugoslavian history regarded as something not domestic. The “Rilindja” Media House building, was one of the victims of this process, its architecture, program and history were altered, it lost its importance, and as a result, a huge part of the architectural and historical heritage of Kosovo was erased. These aspects introduced two key questions for the project: how a disfigured building in the city of Pristina can be transformed into an active social intersection between the city and its citizens? and how does the present situation affect the memory of the past? Aiming to respond these questions and based on the actual need of the city this project proposes a new life for the former “Rilidnja” Media House building, which wants to fuse both the preservation of its identity and the radical transformation of its content, in this way enabling a shift from industrial mechanism to cultural mechanism. Hence proposing a new cultural hub named “Youth commune”, which, through the act of people, not only evolves into a state of acceptance, but becomes part of everyday life. This process aims to start, within a fragmented nation, a journey of self-discovery based on the comprehension of all the values rooted in the past.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2017/2018
E’ un edificio, forse non più interessante nella sua forma, ma decisamente nel suo significato, a dominare la sagoma della città di Pristina in Kosovo. È l'ex edificio della Media House, concepito principalmente per servire la società come meccanismo di produzione del primo giornale scritto albanese "Rilindja". Costruito durante l'era della modernizzazione della Jugoslavia socialista, ha rappresentato non solo una macchina produttiva efficiente, ma un segno concreto di modernità, che è riconosciuto come uno dei migliori esempi di architettura brutalista nella regione. Tuttavia, dopo la distruzione della Jugoslavia socialista, nel 1980, e la guerra del Kosovo (1998-1999), l'architettura modernista a Pristina subì una trasformazione radicale, finalizzata all’alterazione dell’eredità proveniente dalla tradizione jugoslava, considerata qualcosa di non appartenente al contesto. Il Media House "Rilindja" è proprio uno di quegli edifici che hanno subito la trasformazione dei loro caratteri architettonici e del loro programma. Una parte enorme del patrimonio architettonico e storico del Kosovo è stata trasformata in questo processo e una serie di punti di riferimento dell’espressione brutalista è stata così cancellata. Della stessa opinione è stato l'architetto che ha progettato l'edificio, Georgi Konstantinovski, che in una conferenza tenuta nel 2015 a Pristina, ha detto; "Oh, sì, questo è in realtà il mio edificio!!”. L’architetto ha però avuto bisogno di alcuni secondi per capirlo, e ha proseguito dicendo "Ora capisci come è cambiato. È rivestito, ha perso la sua importanza, il peso della storia, l'architettura moderna degli anni '70. Mi infastidisce perché parte della storia è stata cancellata”. Questi aspetti conducono a due domande chiave: come un edificio sfigurato nella città di Pristina può trasformarsi in un'intersezione sociale attiva tra la città ed i suoi cittadini? e in che modo la situazione attuale influisce sulla memoria del passato? Con l'obiettivo di rispondere a tali domande, e sulla base delle reali necessità della città e dell'analisi storica, viene proposta una trasformazione del programma della Media house “Rilidnja”, ma non del suo ruolo originale, che rimane legato ad una realtà produttiva, non più relativa all’industria, ma devota ad arte e cultura. Viene così proposto “Youth Commune”, che grazie all’interazione con la comunità, non solo viene finalmente accettato, ma diventa parte della vita i tutti i giorni in qualità di nuova casa per l’arte e la cultura. Questo processo si prefigge di dare il via, all’interno di una nazione frammentata, ad un processo di auto scoperta basata sulla conoscenza dei valori radicati nel passato.
Tesi di laurea Magistrale
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