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Nella società di oggi si assiste ad un consumo notevole e sempre crescente di prodotti chimici, di origine sia organica sia inorganica, insieme con una continua ricerca ed elaborazione di nuove sostanze. Negli ultimi anni l'attenzione della comunità scientifica è andata concentrandosi su una classe di inquinanti identificata come microinquinanti emergenti (EC, emerging contaminants). Si tratta di una categoria di sostanze per lungo tempo non considerate poiché presenti nelle acque con concentrazioni inferiori alle soglie di rilevabilità dei metodi analitici disponibili, ma che destano preoccupazione a causa dei loro potenziali rischi per la salute umana e per l'ambiente. Il nome deriva dal connubio fra due delle loro caratteristiche principali: il fatto che abbiano concentrazioni molto ridotte nelle acque, sia primarie, sia di scarico, le identificano come microinquinanti mentre le limitate informazioni disponibili in merito alla loro tossicità e impatto sull'ambiente, tali da rendere difficile una regolamentazione, le contraddistinguono come emergenti rispetto agli inquinanti convenzionali. Alcuni microinquinanti organici emergenti sono riconosciuti dalla comunità europea come sostanze prioritarie o sostanze pericolose prioritarie, senza però un'indicazione della concentrazione massima ammissibile negli scarichi in acque superficiali. Le concentrazioni con cui i contaminanti emergenti sono presenti nelle acque superficiali variano fra i ng/L e qualche μg/L. Valori così bassi hanno indotto talvolta a sottovalutarne l'impatto ambientale anche perché i meccanismi di trasformazione e gli effetti negativi prodotti sono tuttora in parte sconosciuti. Tuttavia, l’affinamento e l’ottimizzazione tanto delle modalità quanto delle apparecchiature di misurazione hanno consentito una miglior precisione nella rilevazione di tali sostanze nell’ambiente. La questione dev'essere affrontata controllando sia le fonti di produzione/utilizzo dei contaminanti emergenti, sia la quantità con cui essi vengono rilasciati nei corpi idrici superficiali. Tra gli inquinanti emergenti più comuni si hanno i prodotti per la cura della persona, alcune droghe, i prodotti farmaceutici per l'uomo o per gli animali di allevamenti zootecnici. Queste sostanze finiscono nelle acque reflue e dunque agli impianti di trattamento, dove spesso non vengono degradati o rimossi completamente. Gli effluenti da questi impianti sono fra le più significative fonti di contaminazione da inquinanti emergenti in quanto spesso gli impianti non vengono progettati con l’obiettivo di rimuovere tali composti, nello specifico. Le acque superficiali e sotterranee sono collegate in molti modi e spesso sono strettamente accoppiate: il movimento dell'acqua tra le falde acquifere e i sistemi di acque superficiali porta ad una miscelazione dei loro rispettivi livelli di qualità. Di conseguenza, l'uso e lo sviluppo di contaminanti in uno dei due comparti possono avere una ripercussione sull'altro rendendo necessario un controllo su ampia scala; ciò risulta particolarmente importante anche perchè la buona qualità dell'acqua ha un ruolo fondamentale per la salute umana e degli ecosistemi. Questo è il motivo per cui l'analisi della qualità dell'acqua richiede oggi indagini più complesse e l'identificazione di tutte le fonti di emissione che influiscono sulla qualità dell'acqua a livello di bacino idrografico. Lo studio qui presentato si prefigge di fornire una caratterizzazione chimica dell'acqua estratta dalle falde acquifere nell’area funzionale di Milano sulla base dell’analisi delle specie chimiche rilevate dall’ente responsabile del monitoraggio (ARPA Lombardia) integrata dall’informazione fornita dall’Istituto di Ricerca di Ricerca Mario Negri; l'obiettivo è quello di associare i profili di qualità dell'acqua sotterranea riscontrati nell’area di studio con degli indicatori territoriali quali la densità e la composizione della popolazione, la presenza di ferrovie, di siti contaminati o di aree verdi, al fine di trovare una possibile correlazione tra livelli di contaminazione e caratteristiche del territorio. Lo studio si è concentrato prevalentemente sui contaminanti emergenti, ed in particolare su un farmaco di largo consumo, la Carbamazepina, e su alcuni prodotti fitosanitari, tra cui la Terbutilazina. Lo studio è stato effettuato analizzando i dataset analitici forniti dall’Istituto di Ricerche Mario Negri per quel che concerne alcuni microinquinanti emergenti e da ARPA Lombardia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), mentre per i descrittori territoriali sono state considerate diverse fonti, dal censimento ISTAT della popolazione ai layer informativi disponibili sul geoportale dalla Regione Lombardia.
Analisi della qualità delle acque sotterranee nell'area funzionale di Milano
CASIRAGHI, VALENTINA
2017/2018
Abstract
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https://hdl.handle.net/10589/148007