Gender, identity and belonging : how Syrian refugee women negotiate their everyday life in the city of Milan

For more than eight years, the ongoing armed conflict in Syria has led to the displacement of more than half of the Syrian population. Although most Syrians have fled to neighboring countries, many are seeking asylum in Europe as well. The gendered experiences of women, who comprise the majority of Syrian refugees, makes their needs qualitatively different from those of men. Within this picture, the research takes on a qualitative, exploratory approach relying on in-depth interviews and cognitive mapping to investigate the settlement experience of eight Syrian refugee women who have been living in Milan for the past two to five years. The concept of belonging is used as an analytical tool to explore ways in which feelings of being ‘at home’ can be facilitated or limited through daily practices of everyday life in their new environment. Throughout the analysis process, the multidimensional character of belonging was demonstrated in the way it intersects and overlaps with different aspects of the participants’ lives. The research concludes that the participants face significant challenges in adaptation and developing their sense of belonging to new and unfamiliar environments. The research also suggests that the spatial practices of the participants and their ways of using the city are directly influenced by their gender identity. However, it also demonstrates the presence of clear potential pathways that may form a foundation onto which this sense of belonging could be developed such as the increased interaction with the host community, having secured sources of income and housing and learning the host country’s language. Finally, it is argued that for the refugees to fulfill their right to belong in their new environments, they need to be capable of expressing their own identity and at the same time, feel accepted by the host community. Without this acceptance, refugees will continue to feel as outsiders in their city of residence.

Da più di otto anni, l’attuale conflitto armato in Siria ha costretto più della metà della popolazione siriana a migrare. Anche se gran parte dei Siriani si è stabilita nei Paesi limitrofi, molti stanno cercando asilo in Europa. Le donne, che rappresentano la maggioranza dei rifugiati siriani, hanno un’esperienza diversa da quella degli uomini e per questo esprimono bisogni qualitativamente differenti. In questo contesto, la tesi assume un approccio qualitativo ed esplorativo fondato su interviste in profondità e l’uso di mappe cognitive per indagare l’esperienza di insediamento di otto rifugiate siriane che vivono a Milano da due o cinque anni. Il concetto di appartenenza è stato adoperato come strumento analitico per esplorare il modo in cui il sentimento di “sentirsi a casa” possa essere stimolato o limitato attraverso pratiche di vita quotidiana nella nuova città. Durante il processo di analisi, il carattere multidimensionale di appartenenza è stato dimostrato nel modo in cui questo incontra e si sovrappone con diversi aspetti delle vite degli intervistati. La ricerca conclude che le donne siriane intervistate affrontano sfide significative nell’adattarsi e sviluppare un senso di appartenenza a un nuovo e non famigliare ambiente. La ricerca mostra anche come le pratiche spaziali e il modo di fruire la città siano influenzati direttamente dalla loro identità di genere. Tuttavia, viene evidenziata la presenza di potenziali percorsi che possono costituire una base su cui sviluppare un senso di appartenenza. Tali percorsi richiedono frequenti interazioni con la comunità ospitante, una fonte sicura di reddito, un alloggio e l’apprendimento della lingua del Paese ospitante. Infine, si sostiene come per soddisfare il loro diritto di appartenenza, i rifugiati abbiano bisogno di esprimere la propria identità e, allo stesso tempo, sentirsi accettati dalla comunità ospitante. Senza quest’ultimo elemento, i rifugiati continueranno a sentirsi emarginati nella città in cui risiedono.