Where could contemporary retail find space? Is it possible to take advantages from the attractiveness of retail to regenerate urban areas? Is it possible to draw up a new strategy capable of defining the elements to ensure that a current urban void activates a point that requires intervention by the administrations? This is the challenge of the thesis. A place where experiences gravitate around details with the purpose to regenerate unresolved urban areas. Starting from its base with private initiatives, to reach the public in the end. Since the very beginning the analysis hasn’t been focused on the place to design, or better, on the genius loci: instead, this work aims at following a new strategy that can be applied and reproduced everywhere. The result is an INTERNATIONAL, GLOBALIZED architecture of the future. Everything comes from the observation of two crises of THE contemporary architecture: one of language and, consequently, one of space. We are facing a culture that uses terms that are no longer able to meet the most current needs, thus leading to the development of unsuitable spaces for the society. On the one hand, as designers, we are facing this urgency to recover a relationship between the practices of the project and the drama of our times; on the other hand an architecture made of softness, of slim partitions and intangible boundaries. An abstract architecture that has little to do with the laws of proportion and, instead, has much to do with the sensory experience of those who walk in it. Contemporary architecture renounces to functionalism in favor of a careful analysis of the "customer", starting from the actions he does in a space. Starting from the actions means designing sets able to host them, or rather stimulate them. Stimulating actions within a space means make it come to life, granting it a future. Clearly actions are not identified in big urban interventions, rather they emerge from small gestures. These small gestures are summarized in simple forms that, in their overall composition, we call objects. In this silent but epochal passage, actions take over. Man prevails with his needs at the aim to cross the boundaries and tear down the walls. For this reason the project is a revolution that arises from the base, from the inhabitants of Nolo, but immediately it becomes international.

Dove può trovare spazio il retail contemporaneo? È possibile sfruttare la forza attrattiva del retail per richiamare attenzioni verso aree urbane con forte necessità di rinnovamento? É possibile ideare una strategia che sia in grado di definire gli ingredienti necessari per far sì che un attuale vuoto urbano si attivi a tal punto da rendere necessario un intervento massiccio da parte delle amministrazioni? Questa è la sfida a cui la tesi tende, un luogo di esperienze gravitanti attorno al retail in grado di riqualificare aree urbane irrisolte partendo dal basso, prima, con interventi privati, per arrivare poi al pubblico. La scelta è stata quella di non partire da un luogo per poi progettare lì, seguendo quello che tradizionalmente viene definito “genius loci”, ma ideare una strategia che possa essere applicata e riprodotta all’infinito. Il risultato è un’architettura INTERNAZIONALE, GLOBALIZZATA e che tende al futuro. Tutto nasce dall’osservazione di due crisi rispetto all’architettura contemporanea: di linguaggio e, conseguentemente, di spazio. Siamo di fronte ad una cultura che utilizza termini che non sono più in grado di rispondere alle esigenze più attuali portando così alla produzione di spazi inadatti alla nuova società. Come progettisti ci troviamo tra due poli da una parte questa urgenza di recuperare una relazione tra le pratiche del progetto e la drammaticità dei tempi nuovi, dall’altra un’architettura fatta di morbidezza, di tenui partizioni e impalpabili confini, quasi un’architettura astratta che poco ha a che fare con le leggi della proporzione e molto ha invece a che vedere con l’esperienza sensoriale di chi la percorre. L’architettura contemporanea rinuncia al funzionalismo in favore di un’attenta analisi del “cliente” che parta dalle azioni che questi compie all’interno di uno spazio. Partire dalle azioni significa quindi ideare delle scenografie che sappiano accoglierle, o meglio stimolarle. Stimolare le azioni all’interno di uno spazio significa farlo vivere, concedergli un futuro. Chiaramente le azioni non si identificano in interventi urbani dalle grandezze epocali, si costruiscono piuttosto intorno a piccoli gesti. Questi piccoli gesti sono sintetizzati in delle forme semplici che, nel complesso della loro composizione, noi chiamiamo oggetti. In questo passaggio silenzioso ma epocale vincono le azioni, vince l’uomo con le sue esigenze e vince l’abbattimento dei confini, la distruzione dei muri. Per tale motivo questo progetto rappresenta una rivoluzione che nasce dal basso, dagli abitanti di nolo, ma si fa subito internazionale.

Cicova. Il retail diventa people friendly

TORRESANI, MARICA;VELLUDO, FEDERICO;ZUCCHINI, MICOL
2018/2019

Abstract

Where could contemporary retail find space? Is it possible to take advantages from the attractiveness of retail to regenerate urban areas? Is it possible to draw up a new strategy capable of defining the elements to ensure that a current urban void activates a point that requires intervention by the administrations? This is the challenge of the thesis. A place where experiences gravitate around details with the purpose to regenerate unresolved urban areas. Starting from its base with private initiatives, to reach the public in the end. Since the very beginning the analysis hasn’t been focused on the place to design, or better, on the genius loci: instead, this work aims at following a new strategy that can be applied and reproduced everywhere. The result is an INTERNATIONAL, GLOBALIZED architecture of the future. Everything comes from the observation of two crises of THE contemporary architecture: one of language and, consequently, one of space. We are facing a culture that uses terms that are no longer able to meet the most current needs, thus leading to the development of unsuitable spaces for the society. On the one hand, as designers, we are facing this urgency to recover a relationship between the practices of the project and the drama of our times; on the other hand an architecture made of softness, of slim partitions and intangible boundaries. An abstract architecture that has little to do with the laws of proportion and, instead, has much to do with the sensory experience of those who walk in it. Contemporary architecture renounces to functionalism in favor of a careful analysis of the "customer", starting from the actions he does in a space. Starting from the actions means designing sets able to host them, or rather stimulate them. Stimulating actions within a space means make it come to life, granting it a future. Clearly actions are not identified in big urban interventions, rather they emerge from small gestures. These small gestures are summarized in simple forms that, in their overall composition, we call objects. In this silent but epochal passage, actions take over. Man prevails with his needs at the aim to cross the boundaries and tear down the walls. For this reason the project is a revolution that arises from the base, from the inhabitants of Nolo, but immediately it becomes international.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
24-lug-2019
2018/2019
Dove può trovare spazio il retail contemporaneo? È possibile sfruttare la forza attrattiva del retail per richiamare attenzioni verso aree urbane con forte necessità di rinnovamento? É possibile ideare una strategia che sia in grado di definire gli ingredienti necessari per far sì che un attuale vuoto urbano si attivi a tal punto da rendere necessario un intervento massiccio da parte delle amministrazioni? Questa è la sfida a cui la tesi tende, un luogo di esperienze gravitanti attorno al retail in grado di riqualificare aree urbane irrisolte partendo dal basso, prima, con interventi privati, per arrivare poi al pubblico. La scelta è stata quella di non partire da un luogo per poi progettare lì, seguendo quello che tradizionalmente viene definito “genius loci”, ma ideare una strategia che possa essere applicata e riprodotta all’infinito. Il risultato è un’architettura INTERNAZIONALE, GLOBALIZZATA e che tende al futuro. Tutto nasce dall’osservazione di due crisi rispetto all’architettura contemporanea: di linguaggio e, conseguentemente, di spazio. Siamo di fronte ad una cultura che utilizza termini che non sono più in grado di rispondere alle esigenze più attuali portando così alla produzione di spazi inadatti alla nuova società. Come progettisti ci troviamo tra due poli da una parte questa urgenza di recuperare una relazione tra le pratiche del progetto e la drammaticità dei tempi nuovi, dall’altra un’architettura fatta di morbidezza, di tenui partizioni e impalpabili confini, quasi un’architettura astratta che poco ha a che fare con le leggi della proporzione e molto ha invece a che vedere con l’esperienza sensoriale di chi la percorre. L’architettura contemporanea rinuncia al funzionalismo in favore di un’attenta analisi del “cliente” che parta dalle azioni che questi compie all’interno di uno spazio. Partire dalle azioni significa quindi ideare delle scenografie che sappiano accoglierle, o meglio stimolarle. Stimolare le azioni all’interno di uno spazio significa farlo vivere, concedergli un futuro. Chiaramente le azioni non si identificano in interventi urbani dalle grandezze epocali, si costruiscono piuttosto intorno a piccoli gesti. Questi piccoli gesti sono sintetizzati in delle forme semplici che, nel complesso della loro composizione, noi chiamiamo oggetti. In questo passaggio silenzioso ma epocale vincono le azioni, vince l’uomo con le sue esigenze e vince l’abbattimento dei confini, la distruzione dei muri. Per tale motivo questo progetto rappresenta una rivoluzione che nasce dal basso, dagli abitanti di nolo, ma si fa subito internazionale.
Tesi di laurea Magistrale
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