The work is an empiric investigation through the storytelling of the supermarket, a kind of architecture that is experienced in a state of distraction. The aim is to restitute this place away from the daily distraction through the narration of the observation from the personal point of view of the building, the sociological aspect, the business model and the incidents. The survey is free from any design intention and could be seen as a broader comprehension of the relation between humans and the objects produced by them. A research about the interactions between the humans and the artefacts once they are emancipated from the designer’s intentions and become to rule over the human. The work recalls the observation as a foundation for the design practice, a broad observation of the human affair in its complexity before any kind of physical answer. Overall this could be reduced to a naïve question: “what we grasp from the description of what surrounds us and our relationship with it?

Un’indagine empirica attraverso la narrazione del supermercato in quanto architettura che si vive nella più totale distrazione, pur essendone chiaramente condizionati. L’intento è quello di ripercorrere questo luogo asportandolo dalla passiva distrazione quotidiana mediante il racconto di una minuziosa osservazione delle fattezze fisiche, della componente sociologica, del modello commerciale e degli avvenimenti occasionali rilevati tramite l’esperienza diretta. L’indagine nel suo insieme si pone come un’attività svincolata da finalità progettuali ma come una più ampia comprensione del rapporto umano con gli oggetti che egli produce. Un documentare le interazioni con gli artefatti compiuti una volta emancipati dalla volontà del progettista. Dal momento in cui il rapporto di manipolazione della materia si inverte e diventa l’oggetto a guidare l’uomo. L’esercizio si colloca come un forte richiamo alle fondamenta reali e concrete della pratica progettuale, cioè un’osservazione del fatto umano nella sua completezza anteriore alla formulazione di risposte materiali finite. Tutto quanto si può sintetizzare in un ingenuo domandarsi “cosa si coglie da ciò che ci circonda descrivendolo e descrivendo il rapporto che si ha con esso?”.

Sette episodi. Un'indagine empirica attraverso la narrazione delle cose

BLANCO, OCTAVIO JULIAN
2018/2019

Abstract

The work is an empiric investigation through the storytelling of the supermarket, a kind of architecture that is experienced in a state of distraction. The aim is to restitute this place away from the daily distraction through the narration of the observation from the personal point of view of the building, the sociological aspect, the business model and the incidents. The survey is free from any design intention and could be seen as a broader comprehension of the relation between humans and the objects produced by them. A research about the interactions between the humans and the artefacts once they are emancipated from the designer’s intentions and become to rule over the human. The work recalls the observation as a foundation for the design practice, a broad observation of the human affair in its complexity before any kind of physical answer. Overall this could be reduced to a naïve question: “what we grasp from the description of what surrounds us and our relationship with it?
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
24-lug-2019
2018/2019
Un’indagine empirica attraverso la narrazione del supermercato in quanto architettura che si vive nella più totale distrazione, pur essendone chiaramente condizionati. L’intento è quello di ripercorrere questo luogo asportandolo dalla passiva distrazione quotidiana mediante il racconto di una minuziosa osservazione delle fattezze fisiche, della componente sociologica, del modello commerciale e degli avvenimenti occasionali rilevati tramite l’esperienza diretta. L’indagine nel suo insieme si pone come un’attività svincolata da finalità progettuali ma come una più ampia comprensione del rapporto umano con gli oggetti che egli produce. Un documentare le interazioni con gli artefatti compiuti una volta emancipati dalla volontà del progettista. Dal momento in cui il rapporto di manipolazione della materia si inverte e diventa l’oggetto a guidare l’uomo. L’esercizio si colloca come un forte richiamo alle fondamenta reali e concrete della pratica progettuale, cioè un’osservazione del fatto umano nella sua completezza anteriore alla formulazione di risposte materiali finite. Tutto quanto si può sintetizzare in un ingenuo domandarsi “cosa si coglie da ciò che ci circonda descrivendolo e descrivendo il rapporto che si ha con esso?”.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/148285