The athenian neverland

“re.defining Neverland” proposes a child-friendly approach to urban design, helping us to rethink what a succesful city is and design environments that work for everyone. Through the transformation of meaningless urban voids to powerfull centralitites of an urban network, this project suggests a mutually beneficial relationship between what is considered as temporary and permanent in architecture. To illustrate this mutualism the study focus on the temporary use of vacant, permanent spaces and the inter-dependence of layers that vary between permanent and temporary. The role of small scale architecture and the temporary use of vacant/open space in an urban context are explored. In a time where the socio-cultural, economic and ethical impact of thoughtless large scale permanent developments are frequently under question while empty plots and abandoned buildings stand empty, could small scale temporary architecture contribute towards change and meaningful experiences? In an era where development is frozen and maintenance is forgotten by the state, can the citizens reclaim their city? Can the temporary use of vacant plots and private parking areas become the catalysts to aggregate neighbourhoods, and later the city? Can we reshape neverlands where every child can dream? A platform of freedom where every citizen has the absolute right to be in, and be free. As every urban environment is unique, this research does not attempt to find an all-encompassing solution, but rather to contribute towards the broader discussion about urban design. It is an approach which recognizes the role of architecture in the creation of successful cities – its ability to act as a tool of inclusion, where it has previously been used as a tool of segregation.

"Re.defining Neverland" propone un approccio alla progettazione urbana adatto ai bambini, aiutandoci a ripensare a una città che funzioni e a progettare ambienti adatti a tutti. Attraverso la trasformazione di vuoti urbani in potenti nodi di una rete urbana, questo progetto suggerisce una relazione reciprocamente vantaggiosa tra ciò che è considerato temporaneo e permanente in architettura. Per illustrare questo mutualismo, lo studio si concentra sull'uso temporaneo di spazi sempre vuoti e sull'interdipendenza di strati che sono in vario modo permanenti e temporanei. Vengono esplorati il ​​ruolo dell'architettura su piccola scala e l'uso temporaneo di spazi vuoti e/o aperti in un contesto urbano. L'architettura temporanea su piccola scala può contribuire al cambiamento e ad esperienze significative in un periodo in cui l'impatto socio-culturale, economico ed etico di sconsiderati interventi permanenti su larga scala sono spesso messi in discussione mentre decine di edifici abbandonati sono vuoti? In un'epoca in cui lo sviluppo è congelato e la manutenzione viene dimenticata dallo stato, i cittadini possono reclamare la loro città? Può l'uso temporaneo di terreni liberi e aree di parcheggio private renderli catalizzatori per aggregare i quartieri e in seguito la città? Possiamo rimodellare i territori in cui ogni bambino può sognare? Spazi liberi in cui ogni cittadino ha il diritto assoluto di essere se stesso. Poiché ogni ambiente urbano è unico, questa ricerca non cerca di trovare una soluzione onnicomprensiva, ma piuttosto di contribuire alla più ampia discussione sulla progettazione urbana. È un approccio che riconosce il ruolo dell'architettura nella creazione di una città funzionante - la sua capacità di agire come strumento di inclusione, nei luoghi che sono stati precedentemente utilizzati come strumenti di segregazione.