La ricerca progettuale, che affronta il tema della riqualificazione dello spazio pubblico, si colloca al termine dell’esperienza del Laboratorio di tesi “Rigenerazione Urbana Resiliente”, coordinato dalla prof.ssa Elena Mussinelli, dalla prof.ssa Alessandra Oppio e dal prof. Filippo Orsini, rispettivamente relatore e co-relatori dell’elaborato. Essa si configura come ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali sviluppate nel Laboratorio, a partire dalla consapevolezza del valore di patrimonio culturale dello spazio pubblico, inteso come insieme organico di beni culturali e paesaggistici riconosciuto come valore identitario del contesto locale e risorsa strategica per lo sviluppo¹. Un approccio che si fonda sul fatto che la valorizzazione del patrimonio non può precludere dal quadro sociale, economico e culturale, in un’ottica di management e miglioramento del processo di tutela, progetto, fruizione e gestione². Lo spazio pubblico, trova una collocazione precisa all’interno del quadro legislativo nazionale, in quanto bene culturale “testimonianza avente valore di civiltà”, che possiede precisi caratteri identitari che dovrebbero essere preservati e valorizzati³. Anche la Raccomandazione UNESCO del 2011, specifica la necessità di operare criticamente su di esso, “per riconoscerne il carattere dinamico, promuoverne la diversità sociale e funzionale, migliorarne l’uso produttivo e sostenibile al fine di preservare la qualità dell’ambiente umano”. In continuità con l’approccio critico del Laboratorio, la riflessione sulle modalità operative di intervento resiliente sullo spazio pubblico si è concentrata nella produzione di una proposta progettuale inserita nel contesto del quadrante sud est di Milano, già teatro di vivaci progetti di rigenerazione urbana, quali Fondazione Prada e Symbiosis, dove si attestano anche ulteriori ambiti di futura trasformazione, quali gli scali di Porta Romana e di Rogoredo. L’ambito di progetto è stato individuato tra quelli strategici inseriti all’interno delle azioni di rigenerazione urbana delle periferie milanesi. Esso si colloca all’interno del municipio 4, parte del quadrante sud-est di Milano, in particolare nel Nucleo di Identità Locale (NIL) Lodi-Corvetto. In questo quadrante convivono peculiarità funzionali, infrastrutturali, morfo-tipologiche e un ricco patrimonio sia architettonico che ambientale, determinate dalle modalità di sviluppo di questa parte di città e testimoniate da una pluralità di interventi di espansione insediativa, ancora oggi chiaramente individuabili, e dalla presenza del Parco agricolo sud Milano. La porzione di città in esame, si colloca infatti in una posizione mediana tra parti urbane disomogenee dal punto di vista insediativo. La città consolidata, sita a ovest e a nord di piazzale Corvetto, è realizzata principalmente a seguito dei piani Beruto (1884-1889), Pavia- Masera (1912) e Albertini (1934) e si basa su un disegno regolare di assi, viali e piazze in continuità con la città storica. La zona a sud est del piazzale, sviluppatasi in modo consistente a partire dal secondo dopoguerra, presenta una densità insediativa minore, con una prevalenza di interventi di edilizia aperta lungo l'asse nord-sud. Questi processi di formazione storica inoltre hanno sedimentato nel quadrante urbano un vasto insieme di permanenze che testimoniano la coesistenza di diverse funzioni (produttive, residenziali e infrastrutturali), le quali tuttavia hanno anche determinato un’importante erosione del tessuto agricolo pre-esistente. In particolare una prima peculiarità del quadrante riguarda il consistente patrimonio industriale che vi si è concentrato a partire dalla fine dell’800 e poi nel dopoguerra e del quale permangono tutt’oggi molti manufatti in parte dismessi o sottoutilizzati, altri ancora attivi. Di notevole importanza è anche il sistema degli insediamenti di edilizia residenziale economica e popolare che caratterizza la porzione a sud di piazzale Corvetto. Ci si riferisce al grande complesso ICP Regina Elena, realizzato tra il 1925 e il 1928, e alla realizzazione dei quartieri Gabrio Rosa (1951), Omero (1951-1962), Barzoni (1953) e Gamboloita (1949-1952). A sud est di questi grandi interventi, si colloca l’area di Porto di Mare, caratterizzata dall’assenza di un principio fondativo identificabile, risultato dell’incontrollata erosione del tessuto agricolo sopra citata da parte di insediamenti abusivi, e dal fallimento della messa in atto del progetto di urbanizzazione da parte dell’amministrazione cittadina. Infine di notevole importanza, a coronamento di questi interventi, nel 1990 è stato istituito l’ente Parco Agricolo Sud Milano, che segna il confine della città verso sud ed è fonte di sensibili benefici ambientali. All’interno del quartiere Mazzini, organizzato in quattro isolati trapezoidali che si agganciano alle maglie del piano Pavia Masera, e ambito specifico dell’intervento progettuale, si individuano quattro nodi principali connessi tra loro da tre vie. A nord si individua piazzale Corvetto, perno infrastrutturale del NIL Lodi-Corvetto, sede sia dei flussi veicolari in entrata e uscita dalla città, sia snodo della mobilità pubblica. A ovest si trova piazzale Ferrara che ospita il mercato coperto comunale e su cui è previsto un progetto di riqualificazione, anche con la realizzazione di una residenza universitaria del Politecnico di Milano. A sud si attesta il nodo non risolto dell’interfaccia tra viale Omero e il Parco Agricolo Sud. Infine al centro, perno del quartiere Mazzini, si trova piazza Gabriele Rosa che si configura non solo come una grande rotatoria, ma anche come importante spazio pubblico, contenente alcuni alberi con valenza monumentale. Questi ambiti sono connessi tramite un sistema di aste ovvero grandi viali urbani. Via Martini, caratterizzata dalla presenza di estesi spazi pedonali laterali e da alberature di grandi dimensioni, connette piazzale Corvetto con piazza Gabriele Rosa. Via Mompiani, che si configura come una via prevalentemente adibita alla sosta e che ospita il mercato settimanale all’aperto, mette in connessione piazzale Ferrara con piazza Gabriele Rosa. Infine viale Omero, diretta prosecuzione verso sud di via Martini, un grande boulevard alberato caratterizzato dalla presenza di un parterre centrale pedonale che mette in connessione piazza Gabriele Rosa e il Parco Agricolo Sud. Dallo studio dell’area di intervento e dall’analisi del Piano di Governo del Territorio “Milano 2030”4 sono emerse delle criticità che riguardano diversi ambiti. Il sistema infrastrutturale - con riferimento a piazzale Corvetto e piazza Gabriele Rosa – caratterizzato dalla stratificazione di viabilità locale, sovracomunale e infrastrutture per la mobilità dolce, genera diverse problematiche sul fronte della gestione dei flussi veicolari, con significativi impatti sul comfort ambientale. Il sistema insediativo disorganizzato di Porto di Mare, in stato di forte degrado, penalizza l’attrattività delle zone limitrofe. Gli spazi pubblici all’interno del quartiere Mazzini sono frammentati e di scarsa qualità fruitiva, perché spesso occupati impropriamente dai veicoli in sosta. Fa eccezione il boulevard centrale di viale Omero, che presenta interessanti caratteristiche legate principalmente alla mobilità dolce. Le aree di aggregazione, come piazza Gabriele Rosa, il mercato comunale di piazza Ferrara attualmente in disuso e i piccoli parchi pubblici che si attestano su viale Omero, sono poco fruibili, anche perchè non adeguatamente attrezzati nè presidiati e spesso teatro di episodi di degrado legati alla piccola criminalità organizzata.

La ricerca progettuale, che affronta il tema della riqualificazione dello spazio pubblico, si colloca al termine dell’esperienza del Laboratorio di tesi “Rigenerazione Urbana Resiliente”, coordinato dalla prof.ssa Elena Mussinelli, dalla prof.ssa Alessandra Oppio e dal prof. Filippo Orsini, rispettivamente relatore e co-relatori dell’elaborato. Essa si configura come ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali sviluppate nel Laboratorio, a partire dalla consapevolezza del valore di patrimonio culturale dello spazio pubblico, inteso come insieme organico di beni culturali e paesaggistici riconosciuto come valore identitario del contesto locale e risorsa strategica per lo sviluppo¹. Un approccio che si fonda sul fatto che la valorizzazione del patrimonio non può precludere dal quadro sociale, economico e culturale, in un’ottica di management e miglioramento del processo di tutela, progetto, fruizione e gestione². Lo spazio pubblico, trova una collocazione precisa all’interno del quadro legislativo nazionale, in quanto bene culturale “testimonianza avente valore di civiltà”, che possiede precisi caratteri identitari che dovrebbero essere preservati e valorizzati³. Anche la Raccomandazione UNESCO del 2011, specifica la necessità di operare criticamente su di esso, “per riconoscerne il carattere dinamico, promuoverne la diversità sociale e funzionale, migliorarne l’uso produttivo e sostenibile al fine di preservare la qualità dell’ambiente umano”. In continuità con l’approccio critico del Laboratorio, la riflessione sulle modalità operative di intervento resiliente sullo spazio pubblico si è concentrata nella produzione di una proposta progettuale inserita nel contesto del quadrante sud est di Milano, già teatro di vivaci progetti di rigenerazione urbana, quali Fondazione Prada e Symbiosis, dove si attestano anche ulteriori ambiti di futura trasformazione, quali gli scali di Porta Romana e di Rogoredo. L’ambito di progetto è stato individuato tra quelli strategici inseriti all’interno delle azioni di rigenerazione urbana delle periferie milanesi. Esso si colloca all’interno del municipio 4, parte del quadrante sud-est di Milano, in particolare nel Nucleo di Identità Locale (NIL) Lodi-Corvetto. In questo quadrante convivono peculiarità funzionali, infrastrutturali, morfo-tipologiche e un ricco patrimonio sia architettonico che ambientale, determinate dalle modalità di sviluppo di questa parte di città e testimoniate da una pluralità di interventi di espansione insediativa, ancora oggi chiaramente individuabili, e dalla presenza del Parco agricolo sud Milano. La porzione di città in esame, si colloca infatti in una posizione mediana tra parti urbane disomogenee dal punto di vista insediativo. La città consolidata, sita a ovest e a nord di piazzale Corvetto, è realizzata principalmente a seguito dei piani Beruto (1884-1889), Pavia- Masera (1912) e Albertini (1934) e si basa su un disegno regolare di assi, viali e piazze in continuità con la città storica. La zona a sud est del piazzale, sviluppatasi in modo consistente a partire dal secondo dopoguerra, presenta una densità insediativa minore, con una prevalenza di interventi di edilizia aperta lungo l'asse nord-sud. Questi processi di formazione storica inoltre hanno sedimentato nel quadrante urbano un vasto insieme di permanenze che testimoniano la coesistenza di diverse funzioni (produttive, residenziali e infrastrutturali), le quali tuttavia hanno anche determinato un’importante erosione del tessuto agricolo pre-esistente. In particolare una prima peculiarità del quadrante riguarda il consistente patrimonio industriale che vi si è concentrato a partire dalla fine dell’800 e poi nel dopoguerra e del quale permangono tutt’oggi molti manufatti in parte dismessi o sottoutilizzati, altri ancora attivi. Di notevole importanza è anche il sistema degli insediamenti di edilizia residenziale economica e popolare che caratterizza la porzione a sud di piazzale Corvetto. Ci si riferisce al grande complesso ICP Regina Elena, realizzato tra il 1925 e il 1928, e alla realizzazione dei quartieri Gabrio Rosa (1951), Omero (1951-1962), Barzoni (1953) e Gamboloita (1949-1952). A sud est di questi grandi interventi, si colloca l’area di Porto di Mare, caratterizzata dall’assenza di un principio fondativo identificabile, risultato dell’incontrollata erosione del tessuto agricolo sopra citata da parte di insediamenti abusivi, e dal fallimento della messa in atto del progetto di urbanizzazione da parte dell’amministrazione cittadina. Infine di notevole importanza, a coronamento di questi interventi, nel 1990 è stato istituito l’ente Parco Agricolo Sud Milano, che segna il confine della città verso sud ed è fonte di sensibili benefici ambientali. All’interno del quartiere Mazzini, organizzato in quattro isolati trapezoidali che si agganciano alle maglie del piano Pavia Masera, e ambito specifico dell’intervento progettuale, si individuano quattro nodi principali connessi tra loro da tre vie. A nord si individua piazzale Corvetto, perno infrastrutturale del NIL Lodi-Corvetto, sede sia dei flussi veicolari in entrata e uscita dalla città, sia snodo della mobilità pubblica. A ovest si trova piazzale Ferrara che ospita il mercato coperto comunale e su cui è previsto un progetto di riqualificazione, anche con la realizzazione di una residenza universitaria del Politecnico di Milano. A sud si attesta il nodo non risolto dell’interfaccia tra viale Omero e il Parco Agricolo Sud. Infine al centro, perno del quartiere Mazzini, si trova piazza Gabriele Rosa che si configura non solo come una grande rotatoria, ma anche come importante spazio pubblico, contenente alcuni alberi con valenza monumentale. Questi ambiti sono connessi tramite un sistema di aste ovvero grandi viali urbani. Via Martini, caratterizzata dalla presenza di estesi spazi pedonali laterali e da alberature di grandi dimensioni, connette piazzale Corvetto con piazza Gabriele Rosa. Via Mompiani, che si configura come una via prevalentemente adibita alla sosta e che ospita il mercato settimanale all’aperto, mette in connessione piazzale Ferrara con piazza Gabriele Rosa. Infine viale Omero, diretta prosecuzione verso sud di via Martini, un grande boulevard alberato caratterizzato dalla presenza di un parterre centrale pedonale che mette in connessione piazza Gabriele Rosa e il Parco Agricolo Sud. Dallo studio dell’area di intervento e dall’analisi del Piano di Governo del Territorio “Milano 2030”4 sono emerse delle criticità che riguardano diversi ambiti. Il sistema infrastrutturale - con riferimento a piazzale Corvetto e piazza Gabriele Rosa – caratterizzato dalla stratificazione di viabilità locale, sovracomunale e infrastrutture per la mobilità dolce, genera diverse problematiche sul fronte della gestione dei flussi veicolari, con significativi impatti sul comfort ambientale. Il sistema insediativo disorganizzato di Porto di Mare, in stato di forte degrado, penalizza l’attrattività delle zone limitrofe. Gli spazi pubblici all’interno del quartiere Mazzini sono frammentati e di scarsa qualità fruitiva, perché spesso occupati impropriamente dai veicoli in sosta. Fa eccezione il boulevard centrale di viale Omero, che presenta interessanti caratteristiche legate principalmente alla mobilità dolce. Le aree di aggregazione, come piazza Gabriele Rosa, il mercato comunale di piazza Ferrara attualmente in disuso e i piccoli parchi pubblici che si attestano su viale Omero, sono poco fruibili, anche perchè non adeguatamente attrezzati nè presidiati e spesso teatro di episodi di degrado legati alla piccola criminalità organizzata.

Rigenerazione urbana resiliente. Il caso dell'asta di viale Omero

ROGNONI, ALESSANDRO
2018/2019

Abstract

La ricerca progettuale, che affronta il tema della riqualificazione dello spazio pubblico, si colloca al termine dell’esperienza del Laboratorio di tesi “Rigenerazione Urbana Resiliente”, coordinato dalla prof.ssa Elena Mussinelli, dalla prof.ssa Alessandra Oppio e dal prof. Filippo Orsini, rispettivamente relatore e co-relatori dell’elaborato. Essa si configura come ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali sviluppate nel Laboratorio, a partire dalla consapevolezza del valore di patrimonio culturale dello spazio pubblico, inteso come insieme organico di beni culturali e paesaggistici riconosciuto come valore identitario del contesto locale e risorsa strategica per lo sviluppo¹. Un approccio che si fonda sul fatto che la valorizzazione del patrimonio non può precludere dal quadro sociale, economico e culturale, in un’ottica di management e miglioramento del processo di tutela, progetto, fruizione e gestione². Lo spazio pubblico, trova una collocazione precisa all’interno del quadro legislativo nazionale, in quanto bene culturale “testimonianza avente valore di civiltà”, che possiede precisi caratteri identitari che dovrebbero essere preservati e valorizzati³. Anche la Raccomandazione UNESCO del 2011, specifica la necessità di operare criticamente su di esso, “per riconoscerne il carattere dinamico, promuoverne la diversità sociale e funzionale, migliorarne l’uso produttivo e sostenibile al fine di preservare la qualità dell’ambiente umano”. In continuità con l’approccio critico del Laboratorio, la riflessione sulle modalità operative di intervento resiliente sullo spazio pubblico si è concentrata nella produzione di una proposta progettuale inserita nel contesto del quadrante sud est di Milano, già teatro di vivaci progetti di rigenerazione urbana, quali Fondazione Prada e Symbiosis, dove si attestano anche ulteriori ambiti di futura trasformazione, quali gli scali di Porta Romana e di Rogoredo. L’ambito di progetto è stato individuato tra quelli strategici inseriti all’interno delle azioni di rigenerazione urbana delle periferie milanesi. Esso si colloca all’interno del municipio 4, parte del quadrante sud-est di Milano, in particolare nel Nucleo di Identità Locale (NIL) Lodi-Corvetto. In questo quadrante convivono peculiarità funzionali, infrastrutturali, morfo-tipologiche e un ricco patrimonio sia architettonico che ambientale, determinate dalle modalità di sviluppo di questa parte di città e testimoniate da una pluralità di interventi di espansione insediativa, ancora oggi chiaramente individuabili, e dalla presenza del Parco agricolo sud Milano. La porzione di città in esame, si colloca infatti in una posizione mediana tra parti urbane disomogenee dal punto di vista insediativo. La città consolidata, sita a ovest e a nord di piazzale Corvetto, è realizzata principalmente a seguito dei piani Beruto (1884-1889), Pavia- Masera (1912) e Albertini (1934) e si basa su un disegno regolare di assi, viali e piazze in continuità con la città storica. La zona a sud est del piazzale, sviluppatasi in modo consistente a partire dal secondo dopoguerra, presenta una densità insediativa minore, con una prevalenza di interventi di edilizia aperta lungo l'asse nord-sud. Questi processi di formazione storica inoltre hanno sedimentato nel quadrante urbano un vasto insieme di permanenze che testimoniano la coesistenza di diverse funzioni (produttive, residenziali e infrastrutturali), le quali tuttavia hanno anche determinato un’importante erosione del tessuto agricolo pre-esistente. In particolare una prima peculiarità del quadrante riguarda il consistente patrimonio industriale che vi si è concentrato a partire dalla fine dell’800 e poi nel dopoguerra e del quale permangono tutt’oggi molti manufatti in parte dismessi o sottoutilizzati, altri ancora attivi. Di notevole importanza è anche il sistema degli insediamenti di edilizia residenziale economica e popolare che caratterizza la porzione a sud di piazzale Corvetto. Ci si riferisce al grande complesso ICP Regina Elena, realizzato tra il 1925 e il 1928, e alla realizzazione dei quartieri Gabrio Rosa (1951), Omero (1951-1962), Barzoni (1953) e Gamboloita (1949-1952). A sud est di questi grandi interventi, si colloca l’area di Porto di Mare, caratterizzata dall’assenza di un principio fondativo identificabile, risultato dell’incontrollata erosione del tessuto agricolo sopra citata da parte di insediamenti abusivi, e dal fallimento della messa in atto del progetto di urbanizzazione da parte dell’amministrazione cittadina. Infine di notevole importanza, a coronamento di questi interventi, nel 1990 è stato istituito l’ente Parco Agricolo Sud Milano, che segna il confine della città verso sud ed è fonte di sensibili benefici ambientali. All’interno del quartiere Mazzini, organizzato in quattro isolati trapezoidali che si agganciano alle maglie del piano Pavia Masera, e ambito specifico dell’intervento progettuale, si individuano quattro nodi principali connessi tra loro da tre vie. A nord si individua piazzale Corvetto, perno infrastrutturale del NIL Lodi-Corvetto, sede sia dei flussi veicolari in entrata e uscita dalla città, sia snodo della mobilità pubblica. A ovest si trova piazzale Ferrara che ospita il mercato coperto comunale e su cui è previsto un progetto di riqualificazione, anche con la realizzazione di una residenza universitaria del Politecnico di Milano. A sud si attesta il nodo non risolto dell’interfaccia tra viale Omero e il Parco Agricolo Sud. Infine al centro, perno del quartiere Mazzini, si trova piazza Gabriele Rosa che si configura non solo come una grande rotatoria, ma anche come importante spazio pubblico, contenente alcuni alberi con valenza monumentale. Questi ambiti sono connessi tramite un sistema di aste ovvero grandi viali urbani. Via Martini, caratterizzata dalla presenza di estesi spazi pedonali laterali e da alberature di grandi dimensioni, connette piazzale Corvetto con piazza Gabriele Rosa. Via Mompiani, che si configura come una via prevalentemente adibita alla sosta e che ospita il mercato settimanale all’aperto, mette in connessione piazzale Ferrara con piazza Gabriele Rosa. Infine viale Omero, diretta prosecuzione verso sud di via Martini, un grande boulevard alberato caratterizzato dalla presenza di un parterre centrale pedonale che mette in connessione piazza Gabriele Rosa e il Parco Agricolo Sud. Dallo studio dell’area di intervento e dall’analisi del Piano di Governo del Territorio “Milano 2030”4 sono emerse delle criticità che riguardano diversi ambiti. Il sistema infrastrutturale - con riferimento a piazzale Corvetto e piazza Gabriele Rosa – caratterizzato dalla stratificazione di viabilità locale, sovracomunale e infrastrutture per la mobilità dolce, genera diverse problematiche sul fronte della gestione dei flussi veicolari, con significativi impatti sul comfort ambientale. Il sistema insediativo disorganizzato di Porto di Mare, in stato di forte degrado, penalizza l’attrattività delle zone limitrofe. Gli spazi pubblici all’interno del quartiere Mazzini sono frammentati e di scarsa qualità fruitiva, perché spesso occupati impropriamente dai veicoli in sosta. Fa eccezione il boulevard centrale di viale Omero, che presenta interessanti caratteristiche legate principalmente alla mobilità dolce. Le aree di aggregazione, come piazza Gabriele Rosa, il mercato comunale di piazza Ferrara attualmente in disuso e i piccoli parchi pubblici che si attestano su viale Omero, sono poco fruibili, anche perchè non adeguatamente attrezzati nè presidiati e spesso teatro di episodi di degrado legati alla piccola criminalità organizzata.
OPPIO, ALESSANDRA
ORSINI, FILIPPO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-ott-2019
2018/2019
La ricerca progettuale, che affronta il tema della riqualificazione dello spazio pubblico, si colloca al termine dell’esperienza del Laboratorio di tesi “Rigenerazione Urbana Resiliente”, coordinato dalla prof.ssa Elena Mussinelli, dalla prof.ssa Alessandra Oppio e dal prof. Filippo Orsini, rispettivamente relatore e co-relatori dell’elaborato. Essa si configura come ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali sviluppate nel Laboratorio, a partire dalla consapevolezza del valore di patrimonio culturale dello spazio pubblico, inteso come insieme organico di beni culturali e paesaggistici riconosciuto come valore identitario del contesto locale e risorsa strategica per lo sviluppo¹. Un approccio che si fonda sul fatto che la valorizzazione del patrimonio non può precludere dal quadro sociale, economico e culturale, in un’ottica di management e miglioramento del processo di tutela, progetto, fruizione e gestione². Lo spazio pubblico, trova una collocazione precisa all’interno del quadro legislativo nazionale, in quanto bene culturale “testimonianza avente valore di civiltà”, che possiede precisi caratteri identitari che dovrebbero essere preservati e valorizzati³. Anche la Raccomandazione UNESCO del 2011, specifica la necessità di operare criticamente su di esso, “per riconoscerne il carattere dinamico, promuoverne la diversità sociale e funzionale, migliorarne l’uso produttivo e sostenibile al fine di preservare la qualità dell’ambiente umano”. In continuità con l’approccio critico del Laboratorio, la riflessione sulle modalità operative di intervento resiliente sullo spazio pubblico si è concentrata nella produzione di una proposta progettuale inserita nel contesto del quadrante sud est di Milano, già teatro di vivaci progetti di rigenerazione urbana, quali Fondazione Prada e Symbiosis, dove si attestano anche ulteriori ambiti di futura trasformazione, quali gli scali di Porta Romana e di Rogoredo. L’ambito di progetto è stato individuato tra quelli strategici inseriti all’interno delle azioni di rigenerazione urbana delle periferie milanesi. Esso si colloca all’interno del municipio 4, parte del quadrante sud-est di Milano, in particolare nel Nucleo di Identità Locale (NIL) Lodi-Corvetto. In questo quadrante convivono peculiarità funzionali, infrastrutturali, morfo-tipologiche e un ricco patrimonio sia architettonico che ambientale, determinate dalle modalità di sviluppo di questa parte di città e testimoniate da una pluralità di interventi di espansione insediativa, ancora oggi chiaramente individuabili, e dalla presenza del Parco agricolo sud Milano. La porzione di città in esame, si colloca infatti in una posizione mediana tra parti urbane disomogenee dal punto di vista insediativo. La città consolidata, sita a ovest e a nord di piazzale Corvetto, è realizzata principalmente a seguito dei piani Beruto (1884-1889), Pavia- Masera (1912) e Albertini (1934) e si basa su un disegno regolare di assi, viali e piazze in continuità con la città storica. La zona a sud est del piazzale, sviluppatasi in modo consistente a partire dal secondo dopoguerra, presenta una densità insediativa minore, con una prevalenza di interventi di edilizia aperta lungo l'asse nord-sud. Questi processi di formazione storica inoltre hanno sedimentato nel quadrante urbano un vasto insieme di permanenze che testimoniano la coesistenza di diverse funzioni (produttive, residenziali e infrastrutturali), le quali tuttavia hanno anche determinato un’importante erosione del tessuto agricolo pre-esistente. In particolare una prima peculiarità del quadrante riguarda il consistente patrimonio industriale che vi si è concentrato a partire dalla fine dell’800 e poi nel dopoguerra e del quale permangono tutt’oggi molti manufatti in parte dismessi o sottoutilizzati, altri ancora attivi. Di notevole importanza è anche il sistema degli insediamenti di edilizia residenziale economica e popolare che caratterizza la porzione a sud di piazzale Corvetto. Ci si riferisce al grande complesso ICP Regina Elena, realizzato tra il 1925 e il 1928, e alla realizzazione dei quartieri Gabrio Rosa (1951), Omero (1951-1962), Barzoni (1953) e Gamboloita (1949-1952). A sud est di questi grandi interventi, si colloca l’area di Porto di Mare, caratterizzata dall’assenza di un principio fondativo identificabile, risultato dell’incontrollata erosione del tessuto agricolo sopra citata da parte di insediamenti abusivi, e dal fallimento della messa in atto del progetto di urbanizzazione da parte dell’amministrazione cittadina. Infine di notevole importanza, a coronamento di questi interventi, nel 1990 è stato istituito l’ente Parco Agricolo Sud Milano, che segna il confine della città verso sud ed è fonte di sensibili benefici ambientali. All’interno del quartiere Mazzini, organizzato in quattro isolati trapezoidali che si agganciano alle maglie del piano Pavia Masera, e ambito specifico dell’intervento progettuale, si individuano quattro nodi principali connessi tra loro da tre vie. A nord si individua piazzale Corvetto, perno infrastrutturale del NIL Lodi-Corvetto, sede sia dei flussi veicolari in entrata e uscita dalla città, sia snodo della mobilità pubblica. A ovest si trova piazzale Ferrara che ospita il mercato coperto comunale e su cui è previsto un progetto di riqualificazione, anche con la realizzazione di una residenza universitaria del Politecnico di Milano. A sud si attesta il nodo non risolto dell’interfaccia tra viale Omero e il Parco Agricolo Sud. Infine al centro, perno del quartiere Mazzini, si trova piazza Gabriele Rosa che si configura non solo come una grande rotatoria, ma anche come importante spazio pubblico, contenente alcuni alberi con valenza monumentale. Questi ambiti sono connessi tramite un sistema di aste ovvero grandi viali urbani. Via Martini, caratterizzata dalla presenza di estesi spazi pedonali laterali e da alberature di grandi dimensioni, connette piazzale Corvetto con piazza Gabriele Rosa. Via Mompiani, che si configura come una via prevalentemente adibita alla sosta e che ospita il mercato settimanale all’aperto, mette in connessione piazzale Ferrara con piazza Gabriele Rosa. Infine viale Omero, diretta prosecuzione verso sud di via Martini, un grande boulevard alberato caratterizzato dalla presenza di un parterre centrale pedonale che mette in connessione piazza Gabriele Rosa e il Parco Agricolo Sud. Dallo studio dell’area di intervento e dall’analisi del Piano di Governo del Territorio “Milano 2030”4 sono emerse delle criticità che riguardano diversi ambiti. Il sistema infrastrutturale - con riferimento a piazzale Corvetto e piazza Gabriele Rosa – caratterizzato dalla stratificazione di viabilità locale, sovracomunale e infrastrutture per la mobilità dolce, genera diverse problematiche sul fronte della gestione dei flussi veicolari, con significativi impatti sul comfort ambientale. Il sistema insediativo disorganizzato di Porto di Mare, in stato di forte degrado, penalizza l’attrattività delle zone limitrofe. Gli spazi pubblici all’interno del quartiere Mazzini sono frammentati e di scarsa qualità fruitiva, perché spesso occupati impropriamente dai veicoli in sosta. Fa eccezione il boulevard centrale di viale Omero, che presenta interessanti caratteristiche legate principalmente alla mobilità dolce. Le aree di aggregazione, come piazza Gabriele Rosa, il mercato comunale di piazza Ferrara attualmente in disuso e i piccoli parchi pubblici che si attestano su viale Omero, sono poco fruibili, anche perchè non adeguatamente attrezzati nè presidiati e spesso teatro di episodi di degrado legati alla piccola criminalità organizzata.
Tesi di laurea Magistrale
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