After a century from the realization of Città Studi, the issue of the establishment of University Institutes appears to be more relevant than ever in light of both the relocation of some scientific faculties to newly built research centres and the emptying of exhisitng locations. The incentive of these dynamics is the obsolescence of buildings, no longer suitable modern teaching and research requirements. This study was therefore born with the aim of retracing the “material history” of the Agraria Campus, a significant fragment of the university district, so that the debate between preservation and reconversion was guided by an articulated knowledge of the site and the transformation events that changed its consistency over time. The research, carried out in multiple archives in Milan, has revealed a survey, sometimes incomplete, which, starting from the birth of Città Studi, traces back the building transformations from the School settlement to the present time. From both the direct observation of the buildings and the study of unpublished drawings and documentations, in particular of the original project for the Scuola di Agricoltura drawn up in 1915 from Augusto Brusconi, it comes to light that the buildings are the material transposition of techniques and indications taught in his lessons of Practical architecture by Brusconi himself. Barely twenty years after the inauguration day, the war events created a first caesura, starting an uninterrupted course of transformations: between Fifties and Sixties a large number of works was carried on, without altering the original features, subsequently compromised by regulatory interventions from the Eighties. Considering the outcomes of this research it seems appropriate to propose a plan that acts more freely on outdoor spaces, with different possible design solutions, and instead applying conservatives criteria to protected buildings, respecting distributive, constructive and formal features, introducing activities that could take advantage from the exhisting settlement, adapting to the limits and enhancing its potential.

Dopo un secolo dalla realizzazione di Città Studi, la questione dell’insediamento degli Istituti Universitari appare più che mai attuale alla luce della ricollocazione di alcune facoltà scientifiche presso nuovi poli di ricerca e dello svuotamento delle sedi preesistenti. Motore di tali dinamiche è l’obsolescenza degli edifici non più idonei a soddisfare le moderne esigenze didattiche e di ricerca. Questa ricerca nasce pertanto con il fine di ricostruire la “storia materiale” del Campus di Agraria, frammento significativo del quartiere universitario in modo che la dialettica tra tutela e riconversione sia guidata da una conoscenza articolata del sito e delle vicende di trasformazione che, nel tempo, ne hanno mutato la consistenza. Il lavoro di indagine, svolto presso alcuni archivi milanesi, ha restituito una ricognizione, talvolta lacunosa, che a partire dalla nascita di Città Studi, ripercorre le trasformazioni edilizie frutto delle mutate esigenze dall’insediamento della Scuola ad oggi. Dall’osservazione diretta degli edifici e dallo studio di disegni e documentazione inediti, in particolare il progetto di costruzione della nuova sede della Scuola di Agricoltura redatto da Augusto Brusconi nel 1915, emerge come le fabbriche esistenti siano la trasposizione materiale di tecniche e indicazioni impartite nei corsi di Architettura pratica tenuti da Brusconi stesso. Neanche a vent’anni dall’inaugurazione, gli eventi bellici crearono una prima cesura, dando il via ad un processo ininterrotto di trasformazioni: tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si registrano una serie di interventi in continuità con i caratteri originari, successivamente compromessi dall’adeguamento alle normative a partire dagli anni Ottanta. Alla luce dei risultati prodotti dalla ricerca appare opportuno agire con maggior libertà sugli spazi connettivi con diverse soluzioni progettuali e applicare i criteri conservativi agli edifici tutelati, rispettandone i caratteri distributivi, costruttivi e formali, insediando funzioni che permettano di sfruttare al meglio l’impianto esistente, adattandosi ai limiti, esaltandone le potenzialità.

Gli edifici e gli spazi del Campus di Agraria a Città Studi : progetti, trasformazioni e riconversione (1915-2019)

KERSUAL, VALERIA;Di PAOLA, ISABELLA
2018/2019

Abstract

After a century from the realization of Città Studi, the issue of the establishment of University Institutes appears to be more relevant than ever in light of both the relocation of some scientific faculties to newly built research centres and the emptying of exhisitng locations. The incentive of these dynamics is the obsolescence of buildings, no longer suitable modern teaching and research requirements. This study was therefore born with the aim of retracing the “material history” of the Agraria Campus, a significant fragment of the university district, so that the debate between preservation and reconversion was guided by an articulated knowledge of the site and the transformation events that changed its consistency over time. The research, carried out in multiple archives in Milan, has revealed a survey, sometimes incomplete, which, starting from the birth of Città Studi, traces back the building transformations from the School settlement to the present time. From both the direct observation of the buildings and the study of unpublished drawings and documentations, in particular of the original project for the Scuola di Agricoltura drawn up in 1915 from Augusto Brusconi, it comes to light that the buildings are the material transposition of techniques and indications taught in his lessons of Practical architecture by Brusconi himself. Barely twenty years after the inauguration day, the war events created a first caesura, starting an uninterrupted course of transformations: between Fifties and Sixties a large number of works was carried on, without altering the original features, subsequently compromised by regulatory interventions from the Eighties. Considering the outcomes of this research it seems appropriate to propose a plan that acts more freely on outdoor spaces, with different possible design solutions, and instead applying conservatives criteria to protected buildings, respecting distributive, constructive and formal features, introducing activities that could take advantage from the exhisting settlement, adapting to the limits and enhancing its potential.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
3-ott-2019
2018/2019
Dopo un secolo dalla realizzazione di Città Studi, la questione dell’insediamento degli Istituti Universitari appare più che mai attuale alla luce della ricollocazione di alcune facoltà scientifiche presso nuovi poli di ricerca e dello svuotamento delle sedi preesistenti. Motore di tali dinamiche è l’obsolescenza degli edifici non più idonei a soddisfare le moderne esigenze didattiche e di ricerca. Questa ricerca nasce pertanto con il fine di ricostruire la “storia materiale” del Campus di Agraria, frammento significativo del quartiere universitario in modo che la dialettica tra tutela e riconversione sia guidata da una conoscenza articolata del sito e delle vicende di trasformazione che, nel tempo, ne hanno mutato la consistenza. Il lavoro di indagine, svolto presso alcuni archivi milanesi, ha restituito una ricognizione, talvolta lacunosa, che a partire dalla nascita di Città Studi, ripercorre le trasformazioni edilizie frutto delle mutate esigenze dall’insediamento della Scuola ad oggi. Dall’osservazione diretta degli edifici e dallo studio di disegni e documentazione inediti, in particolare il progetto di costruzione della nuova sede della Scuola di Agricoltura redatto da Augusto Brusconi nel 1915, emerge come le fabbriche esistenti siano la trasposizione materiale di tecniche e indicazioni impartite nei corsi di Architettura pratica tenuti da Brusconi stesso. Neanche a vent’anni dall’inaugurazione, gli eventi bellici crearono una prima cesura, dando il via ad un processo ininterrotto di trasformazioni: tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si registrano una serie di interventi in continuità con i caratteri originari, successivamente compromessi dall’adeguamento alle normative a partire dagli anni Ottanta. Alla luce dei risultati prodotti dalla ricerca appare opportuno agire con maggior libertà sugli spazi connettivi con diverse soluzioni progettuali e applicare i criteri conservativi agli edifici tutelati, rispettandone i caratteri distributivi, costruttivi e formali, insediando funzioni che permettano di sfruttare al meglio l’impianto esistente, adattandosi ai limiti, esaltandone le potenzialità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/149783