Opening the enclosure : design strategies for new sport facilities for the De Montel stable

The thesis project is part of “Riformare Periferie 2019” and “Reinventing Cities 2019” programmes with the aim of formulating transformation hypotheses for disused or abandoned public spaces scattered throughout the Milanese territory. The study area is located in the west of Milan, with a proposal for the regeneration of underused or abandoned portions of urban fabric in the San Siro area; in particular, the focus is on the redevelopment of the De Montel Stable and the spaces in front of the Meazza stadium. The proposal comes from the reading of the urban context, characterized by multiple conditions of morphological and typological fragmentation, in which the role of one of the main features of this area is investigated: the boundary. In fact, the area of San Siro, and in particular the route of Via Harar, is characterized by a combination of spatially defined places, where the boundary is the actor of the division and the relationship between inside and outside, configuring itself to all intents and purposes as the “material” of the urban composition. The presence of single-functional sports fences, which internalize and exclude the use of spaces from the dynamics and urban flows, as well as the theme of the reuse of the structure of the Stables, has led to a design hypothesis that relates the different parts of the city, through a reflection of reinterpretation and modification of the border. The boundary is intended not as an entity of physical perimeter of a place but as a space, no longer a line but a critical “distance” to define the area. The aim is to exclude the boundary from its function as a barrier and read it as an element capable of putting into communication the entities of which it is, in fact, the limit. The project redefines the complex of the Stables through the reuse and reinterpretation of the historical structure, with a particular attention to the redefinition of the public space, with the intention of keeping the unitary vocation of the place: the sport. The aim is to focus on the theme of the boundary as a construction of "rooms" that modify the contexts, giving shape to new places and interpreting the relationship between the new and the existing. The connection and the linking of the fragmented parts are operated through a main path that is configured like a spine and that distributes on its sides the architectural elements inserted in the composition, determining a sequence of rooms inhabited according to different sections. It will then be included facilities dedicated to team sports - basketball, tennis, volleyball - as well as facilities suitable for acrobatic and freestyle sports, especially with skateboarding, bmx bike or free body. The project defines the urban space and organizes it according to an ordering principle that The public space is redesigned to establish new relationships with the on-board fabrics, integrating the new space with the existing ones, working on distances and proximity and creating spaces related to the urban life of the neighbourhood and the citizen in general. The historical liberty De Montel Stable regains its architectural individuality and becomes a temporary structure for athletes, through a project that aims at flexibility in space and time of the building itself.

Il progetto di tesi si sviluppa nell’ambito del programma “Riformare Periferie 2019” e “Reinventing Cities 2019” al fine di formulare ipotesi di trasformazione per spazi pubblici dismessi o abbandonati sparsi nel territorio milanese. L’area di intervento si colloca nella zona ovest di Milano con una proposta di rigenerazione di porzioni di tessuto urbano sottoutilizzate o abbandonate nell’area di San Siro; in particolare, focalizza l’attenzione sulla riqualificazione delle Scuderie De Montel e degli spazi antistanti lo stadio Meazza. La proposta nasce dalla lettura del contesto urbano, caratterizzato da molteplici condizioni di frammentazione morfologica e tipologica, in cui si indaga il ruolo di uno dei caratteri prevalenti di quest’area: il recinto. Infatti, l’area di San Siro, ed in particolare il tracciato di via Harar, è caratterizzata da una combinazione di luoghi spazialmente definiti, dove il recinto è attore della divisione e della relazione tra interno ed esterno, configurandosi a tutti gli effetti come “materiale” della composizione urbana. La presenza dei recinti monofunzionali sportivi, che interiorizzano ed escludono la fruizione degli spazi dalle dinamiche e dai flussi urbani, oltre che il tema del riuso della struttura delle Scuderie, ha portato ad un’ipotesi progettuale che relaziona le parti di città separate, attraverso una riflessione di reinterpretazione e modificazione del limite. Il recinto vuole essere inteso non come entità di perimetrazione fisica di un luogo ma come spazio, non più una linea ma una “distanza” a definire la superficie. Si vuole sottrarre il recinto alla sua funzione di barriera per leggerlo come un elemento capace di mettere in comunicazione le entità di cui esso è, appunto, limite. Il progetto ridefinisce il complesso delle Scuderie attraverso il riuso e la reinterpretazione della struttura storica, puntando particolare attenzione alla ridefinizione dello spazio pubblico, con la volontà di non perdere la vocazione unitaria del luogo: lo sport. Si lavora sul tema del recinto come costruzione di stanze all’aperto che modificano i contesti, dando forma a nuovi luoghi e interpretando le relazioni tra il nuovo e l’esistente. Si interviene sul raccordo, sulla connessione delle parti frammentate attraverso un percorso principale che si configura come una spina e che distribuisce ai suoi lati gli elementi architettonici inseriti nella composizione, determinando una sequenza di stanze abitate secondo differenti sezioni. Verranno quindi inclusi degli impianti dedicati agli sport di squadra – basket, tennis, pallavolo – nonché strutture adatte agli sport acrobatici e di freestyle soprattutto con skateboard, bmx bike o a corpo libero. Il progetto misura lo spazio urbano e lo organizza secondo un principio ordinatore che riattiva la struttura preesistente delle scuderie, relazionandosi con la scala urbana e territoriale. Lo spazio pubblico viene ridisegnato per stabilire nuove relazioni con i tessuti di bordo, integrando lo spazio nuovo a quelli esistenti, lavorando su distanze e prossimità e creando spazi legati alla vita urbana del quartiere e del cittadino in generale. Le scuderie liberty De Montel si riappropriano della loro individualità architettonica e diventano una struttura temporanea per atleti, attraverso un progetto che punta alla flessibilità nello spazio e nel tempo della struttura stessa.